Microsoft ha chiuso una falla di sicurezza che permetteva l'attivazione non autorizzata di Windows 11, bloccando gli script MAS (Microsoft Activation Scripts) sviluppati dal gruppo Massgrave. Si tratta di un intervento che segna un giro di vite contro la pirateria software, in un momento cruciale per l'ecosistema Windows: la fine del supporto mainstream a Windows 10 ha spinto milioni di utenti a valutare la migrazione verso il nuovo sistema operativo, ma i requisiti hardware stringenti e le politiche di licenza stringenti stanno alimentando un dibattito acceso sulla sostenibilità economica dell'upgrade.
I Microsoft Activation Scripts, distribuiti tramite repository GitHub, sfruttavano una serie di comandi PowerShell per bypassare il sistema di verifica delle licenze di Windows e Office. Il meccanismo permetteva di eseguire copie complete del sistema operativo senza acquistare una product key valida, eliminando il watermark "Attiva Windows" e sbloccando le funzionalità di personalizzazione normalmente riservate alle installazioni legittime. La diffusione capillare di questi tool rappresentava un problema di sicurezza non trascurabile per Microsoft, considerando che le copie pirata spesso mancano di aggiornamenti critici e possono veicolare malware.
L'intervento di Redmond si inserisce in una strategia più ampia di controllo sull'attivazione delle licenze, parallelamente ad altre misure controverse come il blocco dei workaround per l'installazione offline di Windows 11 senza account Microsoft. Tuttavia, la differenza sostanziale risiede nella legittimità dell'azione: mentre limitare le opzioni di configurazione durante il setup frustra utenti legittimi, contrastare strumenti di pirateria rientra nei diritti di tutela della proprietà intellettuale di Microsoft e contribuisce alla sicurezza complessiva dell'ecosistema.
Il timing dell'operazione non è casuale. Con la conclusione del supporto mainstream per Windows 10 a ottobre 2024, Microsoft si trova di fronte a una sfida demografica: una base utenti enorme deve decidere se investire nell'hardware compatibile con Windows 11 (TPM 2.0, Secure Boot, CPU di ottava generazione Intel o Ryzen 2000 series come requisiti minimi) oppure esplorare alternative. Anche senza considerare l'opzione macOS, Linux sta vivendo una fase di maturità senza precedenti, con distribuzioni user-friendly e compatibilità gaming migliorata grazie a Proton e Steam Deck, mentre ChromeOS continua a erodere quote di mercato nel segmento entry-level.
La community di appassionati ha reagito in due modi decisamente opposti: da un lato, c'è chi ha sempre condannato la pirateria e riconosce la necessità di proteggere il modello di business basato sulle licenze e la sicurezza degli utenti; dall'altro, chi critica le barriere hardware di Windows 11 come artificiose, progettate per forzare cicli di sostituzione hardware piuttosto che per reali motivazioni tecniche. Progetti come WINUX, una distribuzione Linux pensata specificamente per ex utenti Windows, testimoniano la crescita di un ecosistema alternativo sempre più credibile.
Gli utenti che avevano attivato Windows 11 tramite MAS si ritroveranno un sistema operativo non più attivo e vedranno ripristinate le limitazioni tipiche delle versioni senza product key, tra cui il fastidioso watermark sempre in primo piano con la scritta "Attiva Windows". Ovviamente non cambierà nulla per chi, invece, ha acquistato una licenza di Windows e usa una product key legittima.