Nanofluidi per raffreddare meglio l'hardware

In Svezia la tecnologia dei nanofluidi compie passi in avanti. Inserendo particelle di ossidi di metallo nell'acqua si possono migliorare le capacità di conduzione del calore fino al 50%. Il risparmio energetico è evidente e anche l'ambiente sorride.

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a cura di Manolo De Agostini

Server più ecologici grazie alla nanotecnologie. Una nuova ricerca condotta dall'Istituto Tecnologico svedese ha scoperto che immettendo alcune nanoparticelle nell'acqua si può migliorare enormemente la capacità di condurre calore. L'impronta ambientale dei server non è un tema da sottostimare. È importante nell'ottica dei centri dati, dove centinaia o migliaia di server lavorano per archiviare e servirci le informazioni a cui accediamo ogni giorno sulla Rete. Ogni sistema produce calore e i sistemi di raffreddamento richiedono molta energia per mantenere le temperature d'esercizio corrette.

Secondo una ricerca Gartner i datacenter pesano sulle emissioni di carbonio del settore ICT per il 23 percento. Il dato si traduce nello 0,5 percento delle emissioni totali mondiali di carbonio. Con la crescita di Internet e dei servizi annessi, il dato è destinato a salire rapidamente.

"Abbiamo raggiunto alcuni importanti traguardi", ha affermato il ricercatore Mamoun Muhammed. Le ricerche hanno dimostrato che le nanoparticelle con il maggiore potenziale sono gli ossidi di metallo come lo zinco e il rame.

"Usiamo i nanofluidi, che sono fluidi pensati per contenere piccolissime particelle in modo che la capacità del liquido di p calore sia di gran lunga superiore ai fluidi usati normalmente per il raffreddamento", ha aggiunto Muhammed. Il team di ricercatori, nei primi esperimenti, ha mischiato le nanoparticelle con l'acqua, ottenendo un miglioramento delle capacità di conduzione del calore del 30/40 percento.

I risultati ottenuti potrebbero avere risvolti importanti non solo sotto il profilo ecologico, ma anche in termini di costi per l'aziende. "Si potrebbe risparmiare parte dei soldi usati per il raffreddamento. L'elettronica funziona meglio a bassa temperature e poi, dato che è una tecnologia verde, usiamo meno energia", ha affermato Muhammed.

Secondo i ricercatori la tecnologia dei nanofluidi richiede un nuovo tipo di scambiatore di calore. Usando quelli convenzionali il risparmio si aggira tra il 10/15%. Con soluzioni progettate specificatamente si possono raggiungere percentuali tra il 30 e il 40%.

La ricerca è ancora in stadio sperimentale, ma dai 3 a 7 anni la tecnologia dei nanofluidi potrebbe fare passi in avanti tali da renderla usabile su larga scala. "Il problema è solo trovare la concentrazione ideale di particelle. Quando questa tecnologia raggiungerà un livello tale da essere pronta per il mercato consentiremo alle aziende di risparmiare in cambio di costi extra estremamente ridotti".