La tensione geopolitica tra Stati Uniti e Cina nel settore dell'intelligenza artificiale ha raggiunto un nuovo picco, con il Congresso americano che punta il dito contro NVIDIA e il suo CEO Jensen Huang per presunti legami operativi con Futurewei, sussidiaria di Huawei inserita nella lista nera statunitense. La Select Committee on China della Camera dei Rappresentanti ha denunciato pubblicamente su X come le due aziende abbiano condiviso per anni lo stesso campus a Santa Clara, sollevando interrogativi sulla sicurezza tecnologica nazionale in un momento in cui le GPU di NVIDIA rappresentano il principale collo di bottiglia per lo sviluppo dell'AI a livello globale. La vicenda evidenzia il delicato equilibrio tra interessi commerciali e strategia nazionale che caratterizza l'industria dei semiconduttori nell'era dell'intelligenza artificiale.
Il Comitato congressuale ha risposto direttamente alle dichiarazioni di Huang secondo cui "la Cina vincerà la corsa all'AI" e che il paese asiatico è "nanosecondi dietro l'America" nel campo dell'intelligenza artificiale. La replica della commissione è stata tagliente: pur essendo teoricamente a distanza infinitesimale dagli USA in termini di capacità AI, Pechino ha avuto accesso diretto al "cortile di casa" di NVIDIA attraverso la presenza fisica di Futurewei nel medesimo complesso immobiliare della sede californiana del produttore di GPU.
Secondo il documento ufficiale inviato dalla House Committee, disponibile in formato PDF, Futurewei mantiene collegamenti operativi sostanziali con Huawei nonostante la separazione formale sulla carta. Sebbene l'azienda si presenti come entità statunitense indipendente, le sue attività sui mercati internazionali suggerirebbero un coordinamento strategico con la casa madre cinese per influenzare gli standard tecnologici globali a vantaggio di Pechino.
Le preoccupazioni riguardano potenziali attività di spionaggio industriale: la lettera cita un caso civile in cui si allegava che impiegati della società "si registravano usando nomi di compagnie USA false per infiltrarsi negli incontri", compilando poi report trasferiti a team di sviluppo prodotto, strategia ed executive in Cina, dopo che Huawei era stata bandita da un summit privato sulle telecomunicazioni ospitato da Meta.
Il nodo della questione riguarda il modello di business di NVIDIA nell'era dell'AI generativa. L'azienda di Santa Clara ha raggiunto la vetta della capitalizzazione di mercato mondiale proprio grazie alla domanda insaziabile di GPU per data center da entrambi i lati della competizione tecnologica sino-americana. Le architetture Hopper e Blackwell, con le loro configurazioni H100 e H200, rappresentano l'infrastruttura hardware dominante per training e inference di large language model a livello planetario.
Il governo federale statunitense ha implementato controlli sempre più stringenti sulle esportazioni di hardware avanzato verso la Cina, preoccupato che Pechino sfrutti la tecnologia americana per progressi sia civili che militari. Le restrizioni hanno costretto NVIDIA a sviluppare SKU specifiche per il mercato cinese con capacità di interconnessione ridotte, come le varianti A800 e H800, per rispettare i limiti di bandwidth imposti dalle normative ITAR e Commerce Department.
Huang ha però espresso pubblicamente una visione opposta: secondo il CEO, gli Stati Uniti dovrebbero permettere l'accesso globale alla propria tecnologia, in modo che l'infrastruttura AI mondiale si basi su hardware americano, nello specifico hardware NVIDIA. Questa strategia garantirebbe un vantaggio strategico di lungo periodo attraverso la dipendenza tecnologica piuttosto che l'isolamento commerciale.
La posizione del CEO non è priva di logica economica ma presenta evidenti conflitti d'interesse. Se NVIDIA fornisce la maggioranza dell'infrastruttura per data center AI su scala globale, inclusa quella cinese, la società e i suoi investitori beneficiano di ricavi enormi indipendentemente dall'esito della competizione geopolitica. Il modello ricorda quello dell'industria petrolifera del XX secolo: controllare l'infrastruttura energetica garantiva potere a prescindere dai conflitti tra le nazioni consumatrici.
NVIDIA non ha ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali in risposta alle accuse della commissione congressuale. La prossima generazione di architetture GPU, inclusa la roadmap che porterà da Blackwell a Rubin nel 2026, potrebbe subire ulteriori scrutini normativi se i legislatori decidessero di inasprire i controlli sulle collaborazioni internazionali delle aziende tech americane nel settore dei semiconduttori avanzati.