Huawei torna a sfidare l'ecosistema x86 e Windows nel mercato domestico cinese con due nuovi desktop basati sul processore proprietario Kirin 9000X, una mossa che si inserisce nella strategia di indipendenza tecnologica perseguita da Pechino negli ultimi anni. I sistemi Qingyun W515y e W585y rappresentano l'evoluzione della precedente generazione e abbandonano completamente le architetture occidentali, affidandosi a un SoC sviluppato internamente da HiSilicon e a sistemi operativi Linux-based alternativi a Windows.
Il cuore pulsante di questi desktop è il Kirin 9000X, un processore octa-core con supporto a 16 thread grazie all'hyperthreading, che opera a una frequenza base di 2,5 GHz. Si tratta di un'evoluzione del precedente Kirin 9000C, sebbene Huawei non abbia ancora rilasciato specifiche tecniche ufficiali complete sul nuovo chip. L'architettura e il processo produttivo utilizzato rimangono avvolti nel mistero, ma è ragionevole ipotizzare che il SoC sia realizzato con tecnologie litografiche disponibili in Cina, probabilmente con nodi superiori ai 7nm vista l'impossibilità per Huawei di accedere ai processi più avanzati di TSMC o Samsung a causa delle restrizioni commerciali.
Sul fronte software, emerge una scelta interessante e per certi versi sorprendente: invece di adottare HarmonyOS, il sistema operativo proprietario che Huawei sta aggressivamente promuovendo su smartphone, tablet e dispositivi IoT, Qingyun W515y e W585y offrono agli utenti una scelta tra Tongxin UOS V20 e Galaxy Kylin V10. Entrambi i sistemi operativi sono distribuzioni Linux fortemente modificate e ottimizzate per il mercato enterprise e governativo cinese, con UOS sviluppato da UnionTech e Kylin supportato direttamente dal governo di Pechino. Questa decisione replica l'approccio già adottato con i modelli W515x e W585x della generazione precedente, suggerendo una segmentazione strategica dell'offerta software di Huawei.
Dal punto di vista della connettività, i nuovi desktop mantengono un design conservativo e funzionale. Il pannello frontale integra una porta USB Type-C, tre porte USB 3.2 Gen 1 Type-A e un jack combinato da 3,5mm per microfono e cuffie. Sul retro trovano spazio altre quattro porte USB 3.2 Gen 1 Type-A, una porta Ethernet Gigabit, una porta seriale legacy, tre connettori audio da 3,5mm, oltre a uscite video VGA e HDMI. La presenza della porta seriale e del VGA sottolinea il target di questi sistemi: ambienti professionali, governativi e industriali dove la compatibilità con hardware legacy rimane fondamentale.
L'estetica dei nuovi modelli non si discosta dalla generazione precedente, confermando un approccio pragmatico orientato alla produttività piuttosto che all'appeal consumer. Nella confezione, Huawei include la tastiera cablata K100 e il mouse cablato M100, accessori essenziali che completano un pacchetto pensato per deployment su larga scala in contesti aziendali. La scelta di periferiche cablate rinforza l'orientamento verso la sicurezza e l'affidabilità, aspetti prioritari nel settore pubblico cinese.
Al momento, Huawei non ha comunicato né i prezzi né le date di disponibilità per i Qingyun W515y e W585y, limitandosi a confermare il lancio esclusivo per il mercato domestico cinese. Questo approccio riflette le limitazioni operative dell'azienda a livello internazionale e la strategia di consolidamento della presenza nel mercato interno, dove la spinta governativa verso l'adozione di tecnologie nazionali crea un terreno favorevole. Per il mercato europeo e americano, questi sistemi rimangono al momento inaccessibili e comunque poco competitivi rispetto alle soluzioni basate su architetture Intel, AMD o ARM di fascia mainstream, sia in termini di performance che di ecosistema software. Resta da vedere se questa nuova generazione di desktop Huawei riuscirà a conquistare quote significative anche al di fuori del circuito degli appalti pubblici cinesi, dove l'adozione è spesso guidata da direttive politiche piuttosto che da valutazioni puramente tecniche.