NVIDIA ha investito 5 miliardi di dollari in Intel. Questa è la notizia, un segnale indubbiamente positivo per l'azienda di Santa Clara, specialmente alla luce delle difficoltà recenti e in seguito all'importante iniezione di capitali ricevuta dal governo americano.
Tuttavia, in questo caso non si tratta solo di "un'azienda con un sacco di liquidità che fa investimenti". La partnership tra Intel e NVIDIA potrebbe avere il potenziale di ribaltare completamente il mercato tecnologico e tutti i suoi equilibri per come li conosciamo oggi.
Cosa è successo
Prima di tutto, ricapitoliamo cosa è successo. NVIDIA ha acquistato azioni ordinarie Intel al prezzo di 23,28 dollari per titolo, ma la sostanza non risiede nella cifra in sé, bensì nell'idea di unire competenze e strategie per sviluppare nuovi prodotti nel campo dell'intelligenza artificiale e, più in generale, nel mondo tech.
Più nello specifico, l'obiettivo è sfruttare la complementarità delle due aziende per creare CPU x86 personalizzate per NVIDIA, destinate a potenziare le infrastrutture per l'IA. Allo stesso tempo, si avvierà lo sviluppo di nuovi system-on-chip capaci di integrare i chip grafici RTX di Nvidia con la tecnologia Intel.
L'effetto dell'annuncio sul mercato è stato immediato, con incrementi nel valore delle azioni sia di Intel sia di NVIDIA, che hanno raggiunto anche il 30%. L'impatto su AMD, al contrario, è stato opposto, registrando una perdita di valore.
Perché questa partnership potrebbe cambiare i mercati per come li conosciamo oggi? Semplicemente perché, sulla carta, i frutti di questa unione potrebbero essere prodotti che andranno a impattare chiaramente sul mercato dell'IA e, di conseguenza, sui mercati dei server, dove AMD aveva recuperato moltissimo terreno negli ultimi anni. L'influenza si estenderebbe poi al mercato dei supercomputer, al settore professionale delle workstation e, in realtà, anche al mercato del gaming, soprattutto quello delle console, e in generale al mercato consumer mobile dei notebook.
Chi domina oggi i mercati
Per capire come le cose potranno cambiare, è molto utile fare un riepilogo della situazione attuale.
Partiamo dal mercato mobile, quello degli smartphone e dei tablet. È probabilmente il più difficile da scalfire, ed è terreno di Apple e soprattutto di Qualcomm. Troviamo i chip Qualcomm all'interno dei prodotti Android di fascia alta e non solo. È doveroso citare anche MediaTek, che in termini di volumi globali è persino più grande. In ogni caso, stiamo parlando di chip ARM ad alta efficienza, un settore che probabilmente non è il più interessante per questa partnership.
Nel segmento dei PC, laptop e workstation, la situazione è molto variata negli ultimi tre o quattro anni. Escludendo Apple, che segue un percorso autonomo, su Windows Intel continua a detenere la porzione più grande del mercato delle CPU, ma ha dovuto rincorrere visto che le sue generazioni più recenti arrancano. Per quanto riguarda il settore delle GPU, e quindi il gaming su PC, NVIDIA domina ancora la scena, nonostante AMD stia facendo molto bene con le ultime generazioni.
Il mondo delle console è invece totalmente in mano ad AMD. Non solo PlayStation e Xbox, ma anche tutte le varie console portatili, a parte una piccola porzione di Intel che, tuttavia, fatica a farsi strada.
Nei data center e nei supercomputer, l'intelligenza artificiale ha cambiato le regole del gioco. NVIDIA è diventata sinonimo di accelerazione per l'addestramento e l'inferenza, grazie ai suoi modelli di GPU e alle infrastrutture CUDA, ai Tensor Core e alle interconnessioni ad alte prestazioni. Intel possiede comunque competenze notevoli, soprattutto nelle CPU per server, nelle tecnologie di packaging, nelle fabbriche e nell'integrazione di componenti, ma negli ultimi anni ha sofferto molto, sia nei confronti di NVIDIA sia di AMD.
Partendo da questa base, provate a immaginare come ciò che ha Intel potrebbe aiutare NVIDIA (e viceversa), e su quali mercati il frutto di questo reciproco aiuto può fare la differenza.
Intel porta con sé la capacità produttiva, disponendo di fabbriche e tecnologie di packaging avanzato, elementi che la rendono un partner fondamentale per chiunque voglia progettare semiconduttori senza dover dipendere da aziende come TSMC o Samsung. NVIDIA non possiede linee produttive proprie (nemmeno AMD), ma ha accumulato negli anni brevetti e un "capitale" tecnologico enorme, sia sul fronte delle GPU sia dell'intelligenza artificiale, abbinato a un know-how software che permette di sfruttare al massimo la potenza di calcolo.
Dare accesso a NVIDIA alle linee produttive e dare accesso a Intel alle tecnologie significa unire due elementi essenziali, anche se le fabbriche di Intel, allo stato attuale, non sono al livello delle concorrenti in termini di affidabilità e qualità. E non è finita qui, perché dobbiamo ricordare che Intel ha il pieno supporto del governo americano, un fattore da non sottovalutare, considerando che oggi la partita tecnologica si gioca anche a livello politico e geopolitico.
Fin qui, sembra che a guadagnarci di più sia Intel, ma la mossa di NVIDIA è molto logica. Nonostante domini il mercato delle GPU e dell'intelligenza artificiale, l’azienda ha bisogno di assicurarsi basi produttive più solide e di estendere il suo raggio d'azione. Le GPU da sole rappresentano un settore che sta andando piano piano ad assottigliarsi, ed è chiaro a tutti che il futuro è fatto di soluzioni complete, in grado di integrare CPU e acceleratori in maniera efficiente, riducendo i colli di bottiglia che oggi limitano le prestazioni nei data center e nei supercomputer.
Collaborare con Intel permette a NVIDIA di sviluppare processori personalizzati, di sperimentare nuove forme di integrazione tra CPU, NPU e GPU e, in prospettiva, di entrare in altri settori dove fino a oggi è rimasta ai margini, come il mercato consumer dei PC o quello delle console.
Insomma, Intel ottiene ingenti capitali e una partnership che, sulla carta, le permetterà di recuperare il terreno perso nei settori business, accelerare l'ingresso nel settore AI, da cui è stata praticamente esclusa, ed esplorare nuovi possibili business, come quello del mercato gaming. NVIDIA, invece, trova il partner produttivo e istituzionale ideale per consolidare il proprio dominio, renderlo meno dipendente da terzi e, in qualche modo, ingraziarsi anche il governo americano, che dovrebbe così garantirle maggiore autonomia di movimento.
La sfida architetturale: x86 contro ARM
Uno dei punti più interessanti e delicati dell'alleanza tra Intel e NVIDIA riguarda la questione architetturale. Intel ha costruito la sua storia sull'architettura x86, che è ancora oggi la base della stragrande maggioranza dei PC e dei server tradizionali. Negli ultimi anni, però, il mercato si è spostato progressivamente verso ARM, che si è imposta prima nel settore mobile e ora sta avanzando anche nei data center e nei notebook.
Apple è stata la prima a dimostrare che un passaggio completo ad ARM poteva avere senso anche al di fuori degli smartphone. Qualcomm, dal canto suo, ha investito sempre di più per portare l'architettura ARM oltre i confini del mondo mobile, ed è già presente, seppur in pochi modelli, nei portatili Windows.
In parallelo, anche nel mondo dei data center l'adozione di ARM è cresciuta a dismisura: basti pensare ad Amazon con la sua linea di processori Graviton, ad Ampere, a Huawei e ai Google Axion, tutte soluzioni ARM specializzate ed efficienti.
In questo scenario, la scelta di NVIDIA di allearsi con Intel assume un significato particolare. L’azienda ha già avuto esperienze con ARM, visto che la sua divisione mobile e i progetti legati a Tegra hanno sempre fatto leva su questa architettura. La sfida dei prossimi anni sarà quindi capire se e come questa partnership cambierà quello che si pensava stesse accadendo nel mercato, ovvero una transizione sempre più aggressiva verso le architetture ARM.
L'architettura x86 ha ancora i suoi vantaggi, ma ARM, nel mondo dell'IA e di tutti i carichi di lavoro che richiedono molta energia, offre un notevole vantaggio in termini di efficienza. Intel e NVIDIA ridaranno nuova vita e prospettive a x86? O magari assisteremo a un ulteriore passo di Intel verso ARM, grazie alla partnership e al know-how di NVIDIA? Queste sono domande aperte, ma servono a far capire quanto questa sorta di "unione" abbia tutte le possibilità per cambiare le regole del gioco future.
Il futuro del gaming: console portatili e notebook nel mirino
Parlare di gaming in questo contesto non significa interrogarsi sui SoC che saranno all'interno della futura PlayStation o Xbox, perché quelli saranno APU AMD, ne siamo certi, anche perché i cicli di sviluppo e adozione sono tali che è impensabile che Microsoft e Sony possano cambiare questa situazione.
Se poi escludiamo anche il settore delle schede grafiche discrete, perché appare poco sensato che NVIDIA dia una mano a Intel per rendere competitive le sue GPU ARC, ci sono comunque un paio di altri settori dove questa partnership può portare risultati interessanti: quello in cui Intel fa fatica e NVIDIA non è presente, ovvero il nuovo settore delle console portatili.
La situazione è la seguente: il mercato dei notebook è ancora molto a favore di Intel, e NVIDIA è presente con le sue schede grafiche, ma mediamente su modelli "da gaming", quindi di fascia alta. AMD detiene circa un quarto del mercato, il che significa che circa il 75% è ancora nelle mani di Intel. Il mercato delle console portatili, o PC handheld che dir si voglia, è invece quasi interamente in mano ad AMD. È un mercato di nicchia, sia chiaro, ma c’è; NVIDIA, dal canto suo, ha esperienza in questo ambito grazie a Switch.
Pensando a notebook e console portatili, si tratta praticamente dello stesso mercato, poiché i chip utilizzati condividono lo stesso approccio e le stesse architetture.
Immaginatevi quindi che questa partnership dia vita a un SoC mobile Intel con grafica NVIDIA, completo di tutte le tecnologie del "team green". Significherebbe avere finalmente la possibilità di avere console da gioco simili a Steam Deck con prestazioni veramente convincenti, con schermi anche oltre il Full HD, 60 FPS e ray tracing sul gaming portatile.
E se questa cosa accadesse, lo sviluppo potrebbe avere una ricaduta anche sul settore notebook in generale, e aggiungerei anche un possibile futuro per una nuova Xbox, considerando lo stretto rapporto tra Microsoft e Intel nel settore dei computer portatili. Le tecnologie come Frame Generation e DLSS, nelle loro varie versioni di NVIDIA, Intel e AMD, sono il futuro del gaming. Non sarà la potenza bruta a essere alla base dei futuri prodotti, di conseguenza questa partnership potrebbe consolidarsi in qualcosa di molto concreto anche sotto questo punto di vista.
Il mercato smartphone: una fortezza inespugnabile?
Il mondo mobile è tutta un'altra storia. Qualcomm continua a detenere quasi il 30% del mercato globale dei SoC per smartphone, con MediaTek davanti grazie ai volumi nei segmenti medio e basso, mentre Apple completa il quadro. Sfidare questo mercato appare quasi impossibile, a meno di uno stravolgimento pesante del mercato stesso.
Se ci pensiamo, anche il futuro degli smartphone potrebbe rientrare nella corsa all'IA. I frutti della strategia non saranno immediati, di conseguenza non possiamo escludere un cambio di rotta. Tuttavia, la grande incognita in questo caso riguarda l'architettura x86 stessa, il cui punto debole principale è l'efficienza. A meno che non si verifichi quanto detto prima, ovvero un'entrata vigorosa di Intel nel settore ARM, trovo difficile che questo mercato possa cambiare.
Data Center e Supercomputer: il campo di battaglia principale
Se tutto quanto detto finora è probabile al 50%, il mondo dei data center e dei supercomputer sarà quello più impattato da questa mossa. Sappiamo che negli ultimi anni NVIDIA è diventata il punto di riferimento assoluto per chiunque lavori con l'intelligenza artificiale, ed è riuscita in questo intento non solo perché ha creato prodotti e software impareggiabili, almeno per ora, ma anche perché è stata in grado di ottenere ottimi accordi con TSMC per la produzione. Ma ciò non è più abbastanza, soprattutto pensando al futuro, ed è qui che si vedranno i primi frutti della partnership con Intel.
Nonostante le difficoltà degli ultimi anni, Intel resta una delle poche aziende al mondo in grado di offrire capacità produttiva su larga scala, con tecnologie di packaging avanzate e con l'appoggio diretto del governo americano.
Ricordiamo che la torta della produzione di chip è divisa tra TSMC, la più grande in assoluto, seguita da Samsung con poco meno della metà della capacità produttiva di TSMC, e poi Intel, con una capacità di qualche punto inferiore a quella di Samsung. Il resto del mercato, circa il 40%, è diviso tra tante piccole foundry.
NVIDIA si è sicuramente guardata attorno per capire quale fosse il partner ideale. TSMC probabilmente non avrebbe mai stretto una partnership del genere: è già enorme, non ne avrebbe avuto interesse e, in ogni caso, non possiede le altre competenze che ha Intel, come la specializzazione su processori che va oltre la semplice produzione, la proprietà dell'architettura x86, la presenza consolidata in tutti i mercati tecnologici e una connessione diretta con il governo americano. Samsung poteva essere un partner, ma è un'azienda sicuramente più stratificata di Intel, meno specializzata, e comunque rimaneva un'azienda coreana. Tutte le altre foundry non sono sufficientemente avanzate e non hanno la presenza e la capacità di Intel.
Insomma, la scelta era praticamente obbligata e, considerando l'importanza e l'aumento della produzione dei data center per l'IA, è chiaro che sarà qui che si concentrerà il primo e principale guadagno da parte di NVIDIA.
Sul fronte dei supercomputer, la sinergia è ancora più evidente, poiché molti dei sistemi più potenti al mondo usano già acceleratori NVIDIA in combinazione con CPU Intel. Inoltre, in questo ambito professionale, non dobbiamo dimenticare che Intel, rispetto ad AMD, ha sviluppato per anni un approccio "all-in-one" che nel mondo business fa la differenza. Intel non vende solo i suoi processori per costruire server o data center, ma offre soluzioni "chiavi in mano", con tutto ciò che serve, soprattutto l'assistenza, per creare e gestire queste grandi infrastrutture dati.
Un'alleanza stabile tra NVIDIA e Intel potrebbe consolidare questa formula, creando un'offerta completamente integrata ancora più convincente, che potrebbe diventare la scelta naturale per molti: grandi istituzioni scientifiche, governi, e chiunque abbia bisogno di questa super potenza e desideri una soluzione completa e immediata, senza doversi preoccupare di altro.
I vantaggi strategici in sintesi
Quali sono i potenziali vantaggi di questa partnership? Il primo e più evidente per NVIDIA è la possibilità di ridurre la dipendenza da TSMC. Oggi, NVIDIA produce i suoi chip più avanzati quasi esclusivamente a Taiwan, con tutti i rischi che questo comporta sul piano geopolitico e della sicurezza della catena di approvvigionamento. Intel possiede fabbriche negli Stati Uniti e in Europa, con investimenti miliardari sostenuti direttamente dai governi locali, ed è pronta ad aprirle anche a clienti esterni attraverso gli Intel Foundry Services. Per NVIDIA, questo significa assicurarsi una via produttiva in Occidente, più vicina al cuore dei propri mercati e meno esposta a tensioni internazionali.
A questo si aggiunge la dimensione politica. Intel è considerata un asset strategico dagli Stati Uniti, al punto che Washington è intervenuta direttamente nel suo capitale per sostenerne il rilancio. L'ingresso di NVIDIA, che con i suoi risultati finanziari e la sua capitalizzazione è oggi una delle aziende più potenti al mondo, rafforza questa visione di un campione nazionale capace di sfidare l'asse asiatico guidato da TSMC e Samsung. Si tratta letteralmente di geopolitica industriale: il governo statunitense ha tutto l'interesse a favorire la nascita di un polo che combini il know-how di Intel e la leadership di NVIDIA nell'IA per mantenere la supremazia in un settore vitale per la competitività economica e militare.
Un altro vantaggio cruciale è la complementarità. Intel porta in dote decenni di esperienza nella progettazione e produzione di CPU x86, nelle tecniche di packaging avanzato e nelle interconnessioni tra chip. NVIDIA offre la leadership nel calcolo accelerato, nelle GPU per il gaming e per l'IA, e un ecosistema software che è diventato lo standard di fatto per lo sviluppo di applicazioni di machine learning. Mettere insieme questi due universi significa avere una piattaforma in grado di coprire tutte le aree del computing moderno, dai laptop ai supercomputer, passando per i data center e i dispositivi consumer.
La combinazione può anche garantire una forza finanziaria senza precedenti. Intel ha bisogno di un rilancio dopo anni di difficoltà; NVIDIA ha risorse quasi illimitate e una capacità di attrarre partner che nessun altro competitor possiede. Insieme, le due aziende possono convincere i grandi costruttori di PC, i produttori di console, i provider di cloud e perfino i governi a scommettere su una nuova piattaforma. La promessa di soluzioni integrate, progettate e prodotte interamente negli Stati Uniti, può diventare un argomento forte per aziende e istituzioni che vogliono ridurre il rischio legato alla concentrazione asiatica della produzione.
Infine, c'è un tema di percezione e di immagine. Intel è stata per decenni il simbolo dell'innovazione, ma ha perso parte del suo smalto; NVIDIA è oggi la star indiscussa dell'intelligenza artificiale e del gaming. Lavorare insieme permette a entrambe di rafforzare il proprio brand: Intel può tornare a essere vista come un leader tecnologico e non solo come un colosso in affanno, mentre NVIDIA può presentarsi come un attore completo, capace di offrire non soltanto GPU ma intere piattaforme di calcolo. È una narrativa potente, che può influenzare mercati, investitori e opinione pubblica.
E noi, come spettatori, potremo assistere a un mercato in totale cambiamento, qualcosa che potrebbe portare vantaggi concreti a tutti, tranne che ad AMD e agli altri player in diretta concorrenza con Intel e NVIDIA.