NVIDIA punterà ancora sulle CPU ARM nonostante la rinuncia all'acquisizione

NVIDIA continuerà a sfruttare l'architettura ARM per realizzare nuove CPU per vari mercati, dai data center all'automotive.

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a cura di Antonello Buzzi

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Nonostante l'acquisizione di quasi 40 miliardi di dollari di ARM da parte di NVIDIA non sia andata a buon fine a causa della mancata approvazione di tutte le autorità antitrust, l'azienda continuerà a lavorare alla sua line up di processori basati su architettura ARM. Infatti, il CEO della società, Jensen Huang, in occasione della consueta riunione per la diffusione dei guadagni ad analisti finanziari e investitori, ha affermato:

Siamo sulla buona strada per lanciare la nostra CPU Grace basata su ARM che punta ai giganteschi carichi di lavoro AI e HPC nella prima metà del prossimo anno. La nostra licenza architetturale di 20 anni per l'IP di ARM ci permette di avere piena libertà sulle tecnologie e i mercati. Vedrete un sacco di CPU interessanti provenienti da noi e Grace è solo il primo esempio. Ne vedrete molte altre. Ci piace vedere l'espansione delle CPU e siamo entusiasti che ARM stia crescendo nella robotica, nei veicoli autonomi, nel cloud computing, nel supercomputing. Abbiamo intenzione di portare l'intero spettro della piattaforma di calcolo accelerato di NVIDIA alle CPU NVIDIA ARM.

La nostra strategia è il calcolo accelerato; questo è in definitiva ciò che facciamo per vivere. Porteremo avanti la nostra strategia a tre chip attraverso CPU, GPU e DPU. Che sia x86 o ARM, useremo la migliore CPU per il lavoro. Insieme ai partner dell'industria informatica, offriremo la migliore piattaforma di calcolo del mondo per affrontare le sfide più importanti del nostro tempo.

Le parole di Huang lasciano ben sperare per il futuro della società nei vari campi di suo interesse, dal gaming ai supercomputer, passando per data center e automotive. Già allo stato attuale, NVIDIA continua a raggiungere profitti record. Per l'anno fiscale 2022, l'azienda ha registrato 26,914 miliardi di dollari di entrate, con una crescita del 61% rispetto all'anno precedente (16,68 miliardi) e il margine lordo è arrivato al 64,9%. Se prendiamo in considerazione solo il quarto trimestre, le entrate sono state pari a 7,643 miliardi, per un profitto netto poco superiore ai 3 miliardi.