Il mercato globale dei chip per intelligenza artificiale sta vivendo uno scenario che ricorda le dinamiche di potere dell'industria petrolifera del secolo scorso, con NVIDIA nel ruolo di protagonista assoluto e i giganti tecnologici che si muovono con la stessa cautela diplomatica riservata alle superpotenze. La compagnia di Jensen Huang non si limita a dominare il settore con una quota del 94% del mercato GPU per AI, ma ha raggiunto traguardi che sembravano fantascienza fino a pochi anni fa: una capitalizzazione di mercato di 4,6 trilioni di dollari che l'ha resa la prima azienda della storia a superare la soglia dei 4 trilioni. Le proiezioni per il 2025 parlano di ricavi legati all'intelligenza artificiale per 49 miliardi di dollari, con un incremento del 40% rispetto all'anno precedente.
Il protocollo della cortesia tecnologica
In un settore dove la concorrenza dovrebbe essere spietata, emerge un dettaglio che svela la vera portata dell'influenza di NVIDIA: tanto Google quanto Amazon hanno adottato la prassi di informare preventivamente Jensen Huang sui loro piani per lo sviluppo di chip proprietari, prima di renderli pubblici. Si tratta di una forma di galateo industriale che testimonia quanto sia delicato l'equilibrio di forze nel mondo dell'AI. Questa deferenza non nasce da semplice cortesia, ma dalla dipendenza strutturale che lega questi colossi alla tecnologia NVIDIA.
La chiave di questa supremazia risiede in CUDA, il toolkit proprietario di NVIDIA che rappresenta il linguaggio comune per costruire e far funzionare i modelli di intelligenza artificiale. Una volta che gli sviluppatori creano le loro applicazioni attorno a questo ecosistema, il passaggio ad alternative come le TPU di Google o le GPU di AMD comporterebbe la riscrittura completa di enormi quantità di software, con costi e ritardi che poche aziende sono disposte ad affrontare.
La sfida cinese e le nuove alleanze
Mentre l'Occidente naviga in queste acque diplomatiche, dall'Oriente arriva una mossa che potrebbe ridefinire gli equilibri globali. LA Cyberspace Administration cinese ha ordinato a giganti come ByteDance e Alibaba di interrompere l'acquisto e i test dei chip RTX Pro 6000D di NVIDIA, quelli progettati specificamente per rispettare le normative di esportazione americane. I regolatori cinesi sostengono che i processori domestici di Huawei e Cambricon ora eguagliano o superano le prestazioni offerte da NVIDIA in quella categoria.
Paradossalmente, nonostante questo divieto, Alibaba ha annunciato una partnership con NVIDIA, dimostrando quanto sia complesso il panorama geopolitico dell'intelligenza artificiale. La perdita del mercato cinese, valutato 50 miliardi di dollari, non rappresenta una sorpresa considerando le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, ma rimane comunque un colpo significativo per le ambizioni di crescita globale dell'azienda americana.
I contendenti si organizzano
Amazon ha svelato a dicembre 2024 il suo Trainium 3, un chip personalizzato progettato per addestrare modelli di AI di grandi dimensioni, sviluppato in partnership con Anthropic per creare supercomputer indipendenti da NVIDIA. L'alleanza con Anthropic, rafforzata da un investimento di 8 miliardi di dollari, rappresenta una mossa strategica particolarmente astuta: Anthropic compete direttamente con OpenAI e ha recentemente stretto una partnership con Microsoft per integrare il suo modello Claude nella suite Office.
Dal canto suo, Google ha quasi un decennio di esperienza nello sviluppo delle sue TPU, ora giunte alla settima generazione chiamata Ironwood. Le ultime versioni promettono miglioramenti significativi nelle prestazioni di training e inferenza, offrendo velocità superiori rispetto alle TPU precedenti. Tuttavia, l'adozione al di fuori dell'ecosistema Google rimane limitata, con molti sviluppatori riluttanti ad abbandonare il consolidato ambiente NVIDIA.
Il controllo di AWS, il più grande fornitore di servizi cloud al mondo, conferisce ad Amazon un vantaggio particolare: la possibilità di spingere Trainium 3 verso i clienti su scala massiva e a prezzi competitivi. Questa capacità di distribuzione potrebbe rivelarsi l'arma decisiva per spezzare il monopolio di NVIDIA, trasformando la guerra dei chip in una battaglia per il controllo dell'infrastruttura cloud globale.