Dopo il blocco all'esportazione dei chip H20 verso il mercato cinese, NVIDIA starebbe sviluppando un'alternativa basata sull'architettura Blackwell, nome in codice B30, secondo quanto riportato da The Information. Questa mossa rappresenta l'ennesimo tentativo dell'azienda di mantenere la propria posizione dominante in un mercato cruciale come quello cinese, nonostante le crescenti limitazioni imposte dal governo statunitense. La situazione evidenzia il delicato equilibrio tra interessi commerciali, sicurezza nazionale e la crescente tensione tecnologica tra le due superpotenze.
Le fonti indicano che questi nuovi acceleratori B30 supporteranno il collegamento di più GPU per il potenziamento delle prestazioni. Un elemento particolarmente interessante è che questi chip dovrebbero utilizzare memoria GDDR7 e impiegare il silicio GB20X, lo stesso che alimenta le GPU consumer della serie RTX 50. Mentre molti esperti ritengono che questa capacità di "scalabilità multi-GPU" si riferisca alla tecnologia NVLink, è importante notare che NVIDIA ha escluso il supporto NVLink dai suoi chip GPU consumer dall'ultima generazione, rendendo questa scelta tecnica particolarmente significativa.
Durante il Computex, NVIDIA ha presentato i server RTX Pro Blackwell, sistemi che impiegano fino a otto GPU RTX Pro 6000 collegate tramite SuperNIC ConnectX-8 con switch PCIe 6.0 integrati per la comunicazione GPU-GPU. Questa configurazione viene applicata anche quando si collegano due superchip DGX Spark, e molto probabilmente sarà la stessa tecnologia implementata nel B30. Esiste tuttavia la possibilità teorica che NVIDIA abbia modificato i chip GB202 esistenti, quelli che si trovano su una RTX 5090, abilitando il supporto NVLink specificamente per questa versione destinata al mercato cinese.
Quando interrogato sul divieto relativo all'H20, Jensen Huang ha esplicitamente dichiarato che NVIDIA non avrebbe creato ulteriori alternative basate sull'architettura Hopper, segnalando un passaggio definitivo all'architettura Blackwell per i futuri chip destinati alla Cina. Il governo statunitense ha preso di mira specificamente la larghezza di banda della memoria e la larghezza di banda di interconnessione dell'H20, ritenendole troppo elevate per un'esportazione senza restrizioni. La logica dietro questa decisione è che questi acceleratori AI potrebbero essere utilizzati per costruire supercomputer in Cina per applicazioni militari.
Da tempo NVIDIA è impegnata in un complesso gioco normativo con il governo statunitense riguardo l'esportazione dei suoi acceleratori AI ad alte prestazioni verso la Cina. Queste politiche di controllo delle esportazioni hanno colpito anche i concorrenti, come AMD, che recentemente ha segnalato potenziali perdite fino a 800 milioni di dollari a seguito del divieto sui suoi chip MI308. L'impatto economico di queste restrizioni è quindi significativo e diffuso nell'intero settore.
Definendo queste politiche "un fallimento", Huang ha sottolineato come gli Stati Uniti rischino di perdere il loro vantaggio competitivo se rivali cinesi come Huawei saranno costretti a innovare e progettare hardware in grado di competere contro NVIDIA, e possibilmente definire persino futuri standard globali. Questa preoccupazione evidenzia un paradosso nelle politiche restrittive: bloccando l'accesso alla tecnologia americana, si potrebbe accelerare lo sviluppo di alternative locali competitive, erodendo il primato tecnologico che tali restrizioni mirano a proteggere.
Le continue modifiche ai nomi dei prodotti, da RTX Pro 6000D a B40, e ora B30, suggeriscono che NVIDIA stia sviluppando diverse varianti all'interno della prossima famiglia BXX, ciascuna calibrata per soddisfare requisiti normativi specifici pur mantenendo prestazioni competitive. Questa strategia di diversificazione rappresenta un tentativo di navigare nel complesso panorama geopolitico attuale, dove la tecnologia è diventata uno strumento cruciale nelle relazioni internazionali e nelle politiche di sicurezza nazionale.