Office 2010, l'open source non ha speranze

Microsoft ha lanciato un videoclip di Office 2010 che sembra un trailer cinematografico

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a cura di Dario D'Elia

Il primo video-promo di Office 2010 è sbarcato online. Forse non è una grande notizia, poiché il video non entra molto nei dettagli del prodotto, ma a una lettura (visiva) più attenta si possono trarre alcune conclusioni. La prima è che il viral per far conoscere la sua nuova suite è una bomba. Sfido chiunque abbia un minimo di onestà intellettuale a non riconoscere che brilla per plot, sceneggiatura, budget e realizzazione; senza contare che è pure "a target", come direbbero i marketer. E stiamo parlando di un software, non di un nuovo colossal hollywoodiano!

La seconda considerazione è che la battaglia "dei contenuti" è per gli addetti ai lavori. Non a caso nella clip non si fanno troppi riferimenti alle innovazioni o strane tecnologie. Ecco quindi scattare per gli esperti – e gli appassionati – il marchio dell'infamia: "è una roba per utonti".

Ebbene, la discriminata categoria degli utonti è il motore delle vendite. I volumi (di vendite) non si fanno con le certificazioni di qualità rilasciate dagli ambienti Carbonari.

Perché queste considerazioni assolutamente personali, e un buffetto all'open source nel titolo?

Perché spero vivamente che il mondo Linux possa fare tesoro di questo viral. Abbiamo ormai sub-odorato le qualità di Linux, grazie a nuove e sempre più efficienti distribuzioni e applicazioni. Adesso abbiamo bisogno di un po' di "prodotti" per il mercato di massa, quindi immagine, istruzioni semplici, compatibilità, capacità di saper trasmettere ogni valore aggiunto… e indulgenza nei confronti degli utonti.

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