Conclusioni

Il passaggio dallo standard PCI Express 1.0 al 2.0 permette alle schede grafiche moderne di usufruire di una maggiore larghezza di banda per il trasferimento dei dati. Quali sono le reali differenze che porta il PCI Express 2.0 con connessioni di x1, x4, x8 e x16?

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a cura di Tom's Hardware

Conclusioni

Il PCI Express 2.0 porta vantaggi ai produttori di hardware, difficili da catturare in un'analisi tecnica come questa. I requisiti energetici possono essere controllati via software aggiungendo o riducendo il numero di linee PCIe e la velocità del collegamento utilizzato. Inoltre, possono essere soddisfatti i requisiti energetici delle schede più potenti. Allo stesso tempo, il PCIe 2.0 è completamente compatibile con le precedenti revisioni hardware, e non incrementa i costi per i consumatori, accelerando la transizione tra un generazione di chipset e la successiva. Da questo punto di vista, raccomandiamo quindi il PCIe 2.0 a tutti, perché non presenta svantaggi.

Il nuovo standard è realmente necessario oggigiorno? Fin quando le soluzioni grafiche potranno operare con i dati immagazzinati all'interno del local video frame buffer, sia una Radeon HD 3850 sia una GeForce 9900 GX2 potranno operare vicino alle loro prestazioni massime, anche con un collegamento limitato a x8 o x4. Quando bisogna accedere a texture più grandi, come nel caso di Crysis o Flight Simulator X, il bandwidth dell'interfaccia diventa un elemento cruciale. Ogni collegamento al di sotto dell'ampiezza x16 limiterà notevolmente la giocabilità.

La risposta, così, diventa sì: avrete bisogno del bandwidth massimo e del PCIe 2.0 per tutte le applicazioni 3D più esigenti.

Benchmark come Futuremark 3DMark06, PCMark Vantage, Prey o Quake mettono in luce il risvolto della medaglia: sono in grado di sfruttare i 512 MB (Radeon HD 3850) o i 2x 512 MB (GeForce 9800 GX2) di dati grafici, e quindi tutto fila liscio, anche senza la banda massima.