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Quanto costa il recupero dati e quali fattori incidono sul prezzo?

Scoprire quanto costa il recupero dati non è semplice: tra guasti logici, danni fisici e supporti diversi, ecco tutto ciò che incide sul prezzo finale.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 20/10/2025 alle 10:00
In questo articolo
  • Quali fattori incidono sul costo del recupero dati?
  • Che differenza c’è tra recupero dati logico e recupero fisico?
  • Quanto costa recuperare i dati da un hard disk?
  • Quanto costa recuperare i dati da un SSD?
  • Quanto costa recuperare i dati da un NAS o sistema RAID?
  • Quanto costa recuperare i dati da uno smartphone?
  • Quali sono i tempi medi per un recupero dati?
  • Come avviene la diagnosi e il preventivo nel recupero dati?
  • Quali software usare per recuperare i dati?
    • EaseUS ToDo Backup
    • Acronis Cyber Protect
    • Paragon Backup & Recovery
In questo articolo
  • Quali fattori incidono sul costo del recupero dati?
  • Che differenza c’è tra recupero dati logico e recupero fisico?
  • Quanto costa recuperare i dati da un hard disk?
  • Quanto costa recuperare i dati da un SSD?
  • Quanto costa recuperare i dati da un NAS o sistema RAID?
  • Quanto costa recuperare i dati da uno smartphone?
  • Quali sono i tempi medi per un recupero dati?
  • Come avviene la diagnosi e il preventivo nel recupero dati?
  • Quali software usare per recuperare i dati?
    • EaseUS ToDo Backup
    • Acronis Cyber Protect
    • Paragon Backup & Recovery
  • Quali fattori incidono sul costo del recupero dati?
  • Che differenza c’è tra recupero dati logico e recupero fisico?
  • Quanto costa recuperare i dati da un hard disk?
  • Quanto costa recuperare i dati da un SSD?
  • Quanto costa recuperare i dati da un NAS o sistema RAID?
  • Quanto costa recuperare i dati da uno smartphone?
  • Quali sono i tempi medi per un recupero dati?
  • Come avviene la diagnosi e il preventivo nel recupero dati?
  • Quali software usare per recuperare i dati?
    • EaseUS ToDo Backup
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    • Paragon Backup & Recovery
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Perdere dati importanti da un hard disk, SSD, NAS o smartphone è un evento più comune di quanto si pensi. Quasi la metà delle persone sperimenta una perdita di dati ogni anno, e molti si rivolgono a servizi professionali di recupero per salvare informazioni preziose.

Tuttavia, orientarsi tra i costi del recupero dati può essere difficile: le tariffe variano in base a molti fattori e spesso non sono subito chiare. In questo articolo faremo luce su quanto costa il recupero dati in Italia, analizzando i fattori che incidono sul prezzo e fornendo esempi per diversi tipi di dispositivi (hard disk, SSD, NAS/RAID, smartphone, ecc.). 

Quali fattori incidono sul costo del recupero dati?

Il costo del recupero dati dipende innanzitutto dalla natura del guasto. In presenza di un recupero dati logico (file cancellati, partizione corrotta, errori software) il dispositivo è integro a livello hardware e l’intervento si svolge tramite strumenti specialistici: ciò tende a contenere tempi e spesa. Quando invece serve un recupero dati fisico (testine HDD danneggiate, controller SSD guasto, scheda madre di smartphone ossidata), si devono eseguire operazioni su componenti interni e in camera bianca, con competenze, attrezzature e tempistiche più impegnative: questo fa salire il prezzo.

Incide poi la tipologia di supporto: un singolo HDD ha complessità diversa rispetto a un SSD con cifratura hardware, a un NAS/RAID multi-disco o a uno smartphone. Architetture complesse (es. RAID 5/6) richiedono analisi coordinate di più unità e la ricostruzione dell’array, aumentando l’impegno tecnico e, di conseguenza, il preventivo. A parità di guasto, la disponibilità di parti di ricambio (es. gruppi testine o PCB compatibili) può incidere sensibilmente: componenti rari o da importare allungano i tempi e possono far crescere il prezzo del recupero dati.

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Un altro elemento è l’infrastruttura del laboratorio. Strumenti come PC-3000, stazioni per chip-off, microscopi e ambienti a contaminazione controllata comportano costi fissi elevati, così come gli investimenti in ricerca e sviluppo e nella formazione dei tecnici. Anche la quantità di dati e la capacità del supporto influenzano il lavoro: non è il “peso” a determinare la tariffa in modo lineare, ma clonare o leggere in modo sicuro unità di molti terabyte richiede più ore macchina e sessioni di lettura selettiva, incidendo sui tempi.

Determinante è inoltre il livello di urgenza. I servizi express o di emergenza 24/48h prevedono team dedicati e lavorazioni continuative: si pagano di più rispetto al servizio standard o economy con consegna in più giorni. Nella valutazione rientrano anche sicurezza e privacy: procedure conformi al GDPR, catena di custodia, crittografia del supporto di consegna e cancellazione sicura delle copie interne sono prassi che tutelano i dati e che hanno un costo operativo. Infine, alcuni operatori includono vantaggi come ritiro e riconsegna, reportistica e la garanzia “no data, no fee” (paghi solo a recupero avvenuto), elementi che migliorano l’esperienza e possono riflettersi nella tariffa di recupero.

Che differenza c’è tra recupero dati logico e recupero fisico?

La distinzione fondamentale è tra recupero dati logico e recupero dati fisico. Nel recupero dati logico, il supporto (che sia hard disk, SSD, NAS/RAID o smartphone) è integro a livello hardware: i dati risultano inaccessibili per cause software, come file cancellati, formattazione accidentale, file system corrotto o errori del sistema operativo. In questo scenario il dispositivo viene riconosciuto dal computer e l’intervento si concentra su analisi in sola lettura, clonazione e ricostruzione della struttura dei dati con strumenti professionali. L’assenza di interventi sull’hardware rende il recupero logico generalmente più rapido e con costi inferiori, a patto che non si tentino operazioni improvvisate che possano sovrascrivere ulteriormente i dati.

Il recupero dati fisico entra in gioco quando esiste un guasto hardware: un HDD con testine danneggiate o motore bloccato, un SSD con controller guasto o firmware corrotto, uno smartphone con scheda madre ossidata o memorie compromesse. Qui i tecnici operano su componenti interni in camera bianca (ambienti controllati ISO) e utilizzano strumentazione avanzata (PC-3000, microscopi, stazioni per chip-off e lettori NAND) per ripristinare temporaneamente la funzionalità o leggere i dati direttamente dai piatti magnetici o dai chip di memoria. La maggiore complessità tecnica, le parti di ricambio necessarie e i tempi di lavorazione più lunghi rendono il recupero fisico più impegnativo e con prezzi superiori rispetto al recupero logico, con esito che dipende dalla gravità del danno e dall’integrità del supporto.

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In pratica, si parla di recupero logico quando l’hardware “vive” ma la struttura dei dati è compromessa; si parla di recupero fisico quando il dispositivo non funziona correttamente e va riparato o “bypassato” per poter estrarre le informazioni. Segnali come rumori anomali su un hard disk, mancato avvio di un SSD o un telefono che non si accende suggeriscono un problema fisico; in tali casi è essenziale spegnere subito il dispositivo per evitare ulteriori danni e affidarlo a un laboratorio. Dal punto di vista economico e operativo, il recupero dati logico è di norma più accessibile e veloce, mentre il recupero dati fisico richiede competenze specialistiche, camera bianca e processi di estrazione più lenti, con conseguente aumento dei tempi e dei costi. In ogni situazione, una diagnosi professionale consente di capire quale approccio adottare e quali probabilità di successo aspettarsi, così da valutare il rapporto costo/valore dei dati e scegliere l’intervento più adeguato.

Quanto costa recuperare i dati da un hard disk?

Il costo del recupero dati da un hard disk varia sensibilmente in base al tipo di guasto e al livello di complessità dell’intervento. Nel 2025, i prezzi medi per il recupero dati da HDD si collocano in una fascia compresa tra 150 e 1.000 euro, ma possono superare questa cifra in casi eccezionali. La prima distinzione fondamentale riguarda la natura del danno: un recupero dati logico (ad esempio file cancellati, partizioni danneggiate o errori del file system) è molto più semplice e rapido rispetto a un recupero dati fisico, che richiede interventi in camera bianca e operazioni meccaniche o elettroniche sui componenti interni del disco.

Nei casi di recupero logico, quando il disco rigido è ancora funzionante, l’intervento avviene attraverso software professionali che analizzano la superficie e ricostruiscono i dati persi. In queste situazioni il prezzo del recupero dati è relativamente contenuto: si parte da circa 150 euro per casi semplici e si arriva in media a 300–400 euro quando il danneggiamento logico è più esteso o richiede analisi più approfondite. I tempi medi per completare un recupero logico sono generalmente brevi, compresi tra pochi giorni e una settimana, e in molti casi i laboratori offrono diagnosi gratuita e la garanzia “no data, no fee”, cioè il pagamento solo in caso di effettivo recupero.

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Quando invece il guasto è fisico o meccanico, come nel caso di testine danneggiate, motore bloccato o PCB bruciata, il costo aumenta sensibilmente. In questi scenari il tecnico deve aprire l’hard disk in camera bianca, sostituire componenti, effettuare una clonazione sicura dei piatti magnetici e ricostruire i dati. Il recupero fisico di un hard disk parte in genere da 300 euro e può arrivare a 800–900 euro, a seconda della gravità del danno, della marca e del modello del disco e della disponibilità delle parti di ricambio. Se il cliente richiede un servizio urgente o express, con consegna dei dati in 24–48 ore, il prezzo può aumentare anche del 50% o 100%, arrivando facilmente a 1000–1200 euro per un intervento in priorità massima.

Nei casi estremi, come piatti graffiati, danni da incendio o allagamento, o guasti multipli in sistemi RAID aziendali, il costo del recupero dati da hard disk può superare i 1500 euro, ma si tratta di situazioni rare e molto complesse. È importante sottolineare che nella maggior parte dei casi il cliente riceve un preventivo personalizzato dopo la diagnosi, e non sono previsti costi aggiuntivi se il recupero non va a buon fine. Molti centri adottano politiche trasparenti e non richiedono alcun pagamento anticipato, se non in casi particolari come l’urgenza o la richiesta di parti rare.

Quanto costa recuperare i dati da un SSD?

Il costo del recupero dati da un SSD è mediamente superiore rispetto a quello di un hard disk tradizionale, a causa della complessità tecnologica di questi supporti. Le unità a stato solido non hanno parti meccaniche, ma utilizzano memorie NAND flash e controller elettronici che gestiscono la lettura, la scrittura e spesso anche la crittografia hardware. Quando si verifica un guasto, le difficoltà tecniche per accedere ai dati aumentano, incidendo direttamente sul prezzo del servizio. Nel 2025, il recupero dati da SSD può costare da circa 150 euro nei casi più semplici fino a 1000 euro o più nei casi complessi, a seconda del tipo di danno e del livello di urgenza richiesto.

Quando il problema è di tipo logico, ovvero quando l’SSD è ancora funzionante ma i dati sono stati cancellati accidentalmente, il file system è corrotto o il dispositivo risulta formattato, l’intervento si limita all’analisi software. In queste situazioni il recupero dati logico da SSD ha costi simili a quelli di un HDD: in media si parte da 150 euro e si può arrivare a 300–400 euro, a seconda della quantità di dati da analizzare e delle condizioni del supporto. I tempi sono piuttosto rapidi, e molti laboratori offrono diagnosi gratuita e la formula “no data, no fee”, che garantisce il pagamento solo in caso di recupero effettivo.

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Diversa è la situazione quando si parla di recupero dati fisico da SSD. In questo caso, il dispositivo non viene riconosciuto dal sistema o presenta guasti elettronici, chip di memoria danneggiati o controller bruciato. Il tecnico deve intervenire direttamente sull’hardware, utilizzando attrezzature specialistiche per leggere i dati dai chip NAND o per sostituire componenti interni compatibili. Questa procedura, nota come recupero chip-off, è estremamente delicata e richiede strumenti avanzati, come saldatori a infrarossi, lettori dedicati e software proprietari. Per questo motivo il costo del recupero dati fisico da SSD è più elevato: si parte in media da 400–500 euro e si può arrivare a 800–1000 euro, a seconda del livello di danneggiamento e del modello dell’unità. Nei casi più complessi, ad esempio quando l’SSD adotta sistemi di cifratura hardware o firmware proprietari, il prezzo può superare i 1000 euro, poiché la decodifica dei dati richiede procedure personalizzate e tempi di lavorazione molto lunghi.

Un altro elemento che incide sul prezzo del recupero dati SSD è la tempistica richiesta. Molti centri di recupero offrono diverse modalità di intervento: un servizio standard con consegna dei dati in 7–10 giorni lavorativi, e un servizio urgente o express che assicura il recupero in 24–48 ore. Questa seconda opzione comporta un sovrapprezzo che può variare dal 50% al 100%, portando il costo complessivo fino a circa 1500 euro per un recupero immediato. Il servizio express è generalmente richiesto in ambito aziendale, dove la perdita di dati può comportare danni economici significativi.

Va inoltre considerato che il recupero dati da SSD presenta un tasso di successo leggermente inferiore rispetto agli HDD, poiché alcuni modelli implementano funzioni di auto-cancellazione sicura o crittografia integrata che, in caso di guasto del controller, rendono impossibile decifrare i contenuti. Tuttavia, i centri specializzati eseguono sempre una diagnosi preliminare gratuita o a basso costo per stabilire la reale possibilità di recupero e comunicano un preventivo dettagliato prima di procedere.

Quanto costa recuperare i dati da un NAS o sistema RAID?

Il costo del recupero dati da un NAS o da un sistema RAID è generalmente più elevato rispetto a quello di un singolo hard disk, poiché questi dispositivi si basano su configurazioni multi-disco che richiedono competenze tecniche avanzate e strumenti professionali per la ricostruzione dell’array. I sistemi NAS (Network Attached Storage) e RAID (Redundant Array of Independent Disks) vengono utilizzati sia in ambito domestico che aziendale per garantire ridondanza e sicurezza, ma quando uno o più dischi si guastano, la procedura di recupero diventa complessa e deve essere eseguita in laboratorio da specialisti del settore. Nel 2025, il recupero dati da NAS o RAID può costare da circa 800 euro fino a oltre 3000 euro, a seconda del numero di dischi coinvolti, del livello RAID utilizzato e del tipo di danno subito.

In un sistema RAID 1 o RAID 5 di piccole dimensioni, con due o quattro dischi e un solo guasto fisico, il costo del recupero dati NAS è paragonabile a quello di un hard disk singolo più la spesa aggiuntiva per la ricostruzione logica dell’array. In questi casi il prezzo medio si aggira intorno ai 900–1500 euro, con tempi di lavorazione standard di una o due settimane. Se il guasto riguarda invece più dischi contemporaneamente, come accade nei RAID 5 o RAID 6 degradati, la procedura diventa molto più impegnativa: ogni disco deve essere analizzato individualmente, clonando le parti ancora leggibili e ricostruendo la sequenza dei blocchi di parità. In questo scenario il costo del recupero dati RAID cresce proporzionalmente, e può raggiungere o superare i 2000–3000 euro nei casi più complessi, specie se si tratta di sistemi server aziendali o unità NAS di grandi dimensioni con più di quattro dischi.

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Il prezzo è influenzato anche dal numero di unità coinvolte. Ogni disco dell’array viene trattato come un caso a sé, con una tariffa variabile in base al tipo di guasto: da circa 300–800 euro per dischi con danni meccanici e da 180–500 euro per dischi con problemi logici. Di conseguenza, più aumenta il numero di unità da analizzare, maggiore sarà il costo complessivo del servizio. In contesti aziendali, come i server RAID con numerosi dischi o i sistemi SAN, il recupero dati professionale può arrivare a costare diverse migliaia di euro, soprattutto quando il guasto coinvolge simultaneamente più unità o richiede l’estrazione manuale dei dati da più fonti frammentate.

Un altro fattore determinante è il livello di urgenza. Molti laboratori italiani offrono tre modalità di intervento: economy, con tempi più lunghi e costi contenuti; standard, con lavorazione in 7–15 giorni; e express o urgente, che garantisce il recupero in 24–72 ore a fronte di un sovrapprezzo. Le aziende che non possono permettersi lunghi tempi di inattività optano spesso per il servizio express RAID, il cui costo può superare del 50–100% quello standard. Tuttavia, anche nei casi più gravi, la maggior parte dei centri specializzati applica la formula “no data, no fee”, assicurando che il cliente non paghi nulla se il recupero non va a buon fine.

Il recupero dati da sistemi NAS o RAID richiede strumenti e competenze specifiche, come software di ricostruzione dell’array, camere bianche per la sostituzione delle testine e procedure di analisi dei metadati RAID. Alcuni laboratori dichiarano tassi di successo superiori al 90% grazie a tecniche di virtual rebuild, che permettono di rigenerare la struttura RAID anche quando uno o più dischi risultano illeggibili.

Quanto costa recuperare i dati da uno smartphone?

Il costo del recupero dati da uno smartphone varia notevolmente a seconda della natura del problema e del tipo di dispositivo coinvolto. I moderni smartphone, siano essi Android o iPhone, contengono una grande quantità di informazioni sensibili – foto, video, messaggi, contatti, documenti – e quando si verifica una perdita di dati, l’unica soluzione sicura è rivolgersi a un centro specializzato in recupero dati mobile. Nel 2025, il prezzo medio per recuperare dati da smartphone si colloca in una fascia compresa tra 80 e 500 euro, con costi che aumentano nei casi di danni fisici gravi o di richieste urgenti.

Nei casi più semplici, in cui il dispositivo è ancora funzionante ma i dati sono stati cancellati accidentalmente, oppure si è verificata una formattazione non voluta, si parla di recupero logico smartphone. In questa situazione il telefono viene collegato a strumenti professionali di data recovery mobile che analizzano la memoria interna senza intervenire sull’hardware. Si tratta di un’operazione relativamente rapida e non invasiva, con costi contenuti, che di solito vanno da 80 a 150 euro, a seconda della quantità di dati da recuperare e del modello del dispositivo. Laboratori specializzati offrono anche diagnosi gratuite e la formula “no data, no fee”, che assicura il pagamento solo se il recupero va a buon fine.

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Il discorso cambia completamente in presenza di guasti hardware. Quando lo smartphone non si accende, non viene riconosciuto dal computer, o ha subito un danno fisico (ad esempio caduta, ossidazione da liquidi o scheda madre bruciata), è necessario un recupero dati fisico da smartphone. In questo caso i tecnici intervengono direttamente sulla scheda logica, sostituendo componenti danneggiati o accedendo ai chip di memoria NAND per estrarre manualmente i dati. Questa procedura, conosciuta come chip-off, è molto complessa e richiede microsaldature di precisione, lettori specializzati e software forensi avanzati. Il prezzo del recupero dati fisico da smartphone parte da circa 300 euro e può arrivare a 500 euro, a seconda del tipo di danno e della difficoltà nel leggere i chip. In alcuni casi, come per dispositivi recenti dotati di crittografia hardware o Secure Enclave (tipici dei modelli Apple), l’intervento può richiedere tempi più lunghi e procedure personalizzate, incidendo ulteriormente sul costo finale.

Alcuni centri di recupero dati smartphone in Italia offrono anche servizi express, dedicati a clienti aziendali o a chi necessita del recupero in tempi molto brevi. In questi casi il prezzo può superare i 600–700 euro, con tempi di lavorazione ridotti a 24–48 ore. Tuttavia, i tempi standard per un recupero completo si aggirano in media tra 5 e 10 giorni lavorativi, comprendendo diagnosi, tentativi di accesso e copia sicura dei dati recuperati su un nuovo supporto.

Va ricordato che, per motivi di sicurezza, il recupero dati da smartphone non è mai coperto dalla garanzia del produttore: anche se il dispositivo è ancora in garanzia, i produttori non offrono servizi di estrazione dati. Alcune aziende propongono invece soluzioni dedicate con recupero dati in laboratorio certificato, mantenendo elevati standard di riservatezza e conformità al GDPR. Inoltre, alcune assicurazioni specifiche per dispositivi mobili possono coprire parzialmente il costo del servizio in caso di danni accidentali o perdita dati, riducendo l’impatto economico sull’utente.

Quali sono i tempi medi per un recupero dati?

I tempi medi per un recupero dati dipendono da molte variabili, tra cui la tipologia di supporto, la gravità del guasto, il livello di urgenza richiesto e la disponibilità di eventuali parti di ricambio. In generale, il processo si articola in più fasi – diagnosi, preventivo, intervento tecnico e consegna dei dati – e ciascuna incide sulla durata complessiva. Nel 2025, i tempi standard per un recupero dati professionale in Italia variano in media tra 5 e 15 giorni lavorativi, con possibilità di ridurli a 24–48 ore per i servizi urgenti o express.

Per i casi più comuni, come il recupero dati da hard disk, SSD o chiavette USB, la maggior parte dei laboratori completa l’intervento in una o due settimane. Un guasto logico (ad esempio una cancellazione o un file system danneggiato) richiede in genere pochi giorni, mentre un recupero fisico – come la sostituzione delle testine o la lettura selettiva dei piatti magnetici – può richiedere più tempo, soprattutto se il dispositivo necessita di pezzi di ricambio specifici o di lavorazioni in camera bianca. In questi casi il tempo di recupero dati può estendersi anche fino a tre settimane, poiché ogni lettura deve essere eseguita in modo estremamente delicato per evitare ulteriori danni al supporto.

Chi ha necessità immediate può scegliere un servizio di recupero dati urgente o express, che garantisce la restituzione dei file in 24–72 ore. Questa opzione prevede un impegno prioritario da parte dei tecnici, che lavorano continuativamente anche fuori orario per completare l’operazione nel minor tempo possibile. Naturalmente, la rapidità ha un costo: il servizio express può aumentare il prezzo del 50% o più rispetto al recupero standard, ma è spesso la soluzione preferita da aziende o professionisti che non possono permettersi lunghi periodi di inattività.

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Esistono anche modalità economy, pensate per utenti privati che non hanno urgenza. In questo caso i tempi si allungano – fino a 20–25 giorni lavorativi – ma il costo del recupero è inferiore, poiché il laboratorio esegue l’intervento in base alla disponibilità dei tecnici e alle priorità dei casi in coda. Questa soluzione è ideale per chi vuole risparmiare e può attendere senza fretta, pur ricevendo la stessa qualità di lavorazione.

Il processo di recupero dati professionale inizia con una diagnosi preliminare, che viene spesso completata entro 24–48 ore. In questa fase il laboratorio verifica lo stato del supporto, valuta la possibilità di recupero e fornisce un preventivo gratuito o personalizzato. Una volta accettato, si procede all’intervento vero e proprio, che può durare da pochi giorni a diverse settimane, a seconda della complessità del guasto. Terminata la lavorazione, i tecnici effettuano una verifica dei dati recuperati, preparano una lista dei file disponibili e li copiano su un nuovo supporto di consegna, come un hard disk esterno o una chiavetta USB.

È importante sottolineare che i tempi di recupero dati non sono sempre prevedibili con precisione: un disco gravemente danneggiato o un SSD con chip corrotti può richiedere sessioni di lettura estremamente lente, mentre un recupero logico semplice può essere completato in poche ore. Tuttavia, i laboratori seri comunicano costantemente lo stato dell’intervento e aggiornano il cliente in caso di imprevisti o ritardi.

Come avviene la diagnosi e il preventivo nel recupero dati?

La diagnosi e il preventivo nel recupero dati rappresentano le prime fasi cruciali di ogni intervento professionale, poiché consentono di valutare in modo preciso la natura del guasto e la reale possibilità di successo. Affidare un supporto danneggiato a un laboratorio specializzato non significa procedere alla cieca: al contrario, il processo è strutturato per essere trasparente, sicuro e senza rischi per i dati. Ogni centro serio di recupero dati in Italia segue un flusso operativo chiaro, che inizia con la ricezione del dispositivo, prosegue con l’analisi diagnostica e termina con la formulazione di un preventivo personalizzato, gratuito o a basso costo, in base al tipo di servizio richiesto.

Il primo passaggio è la consegna o il ritiro del dispositivo. Il cliente può portare di persona il supporto (che sia un hard disk, un SSD, un NAS o uno smartphone) oppure richiedere un ritiro gratuito tramite corriere, offerto da molte aziende del settore. Diversi laboratori dispongono di servizi logistici che permettono di inviare il supporto in modo sicuro, con etichetta prepagata e imballaggio protettivo. Questo garantisce la massima sicurezza nel trasporto e consente ai tecnici di avviare rapidamente la diagnosi del guasto.

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Una volta ricevuto il dispositivo, inizia la diagnosi preliminare del recupero dati. In questa fase i tecnici analizzano lo stato del supporto per individuare se si tratta di un problema logico (come una cancellazione o una partizione corrotta) o di un guasto fisico (ad esempio testine danneggiate, motore bloccato o chip bruciato). L’analisi viene eseguita in modalità read-only, ovvero senza modificare in alcun modo i dati presenti, e può comprendere test elettronici, letture selettive o, nei casi più complessi, ispezioni in camera bianca. L’obiettivo è stabilire con precisione la causa della perdita dei dati e stimare la percentuale di recuperabilità. Alcuni laboratori garantiscono una diagnosi gratuita entro 4 ore, mentre altri richiedono un piccolo contributo fisso – solitamente intorno ai 29 euro – per coprire i costi tecnici dell’analisi.

Terminata la diagnosi, il laboratorio fornisce un preventivo di recupero dati dettagliato. Questo documento indica il tipo di intervento necessario (logico o fisico), il costo stimato, i tempi di lavorazione e l’eventuale probabilità di successo. In molti casi viene fornito anche un elenco parziale dei file recuperabili, così da consentire al cliente di decidere se procedere o meno. È importante sottolineare che il preventivo è sempre gratuito e senza impegno: il cliente può accettare, richiedere modifiche o rifiutare la proposta senza alcun costo aggiuntivo. Se decide di non procedere, il dispositivo gli viene restituito senza addebiti, a eccezione – in alcuni casi – delle spese di spedizione.

Una volta approvato il preventivo, il laboratorio avvia l’intervento vero e proprio. Durante la lavorazione, molti centri inviano aggiornamenti sullo stato del recupero e, una volta completato, consegnano i dati estratti su un nuovo supporto fornito dal cliente o acquistabile in sede. In base alla politica adottata, il pagamento avviene solo dopo l’esito positivo del recupero, secondo la formula “No Data, No Fee”, ormai standard nel settore. Ciò significa che il cliente paga soltanto se i dati vengono effettivamente recuperati e verificati, eliminando qualsiasi rischio di spesa inutile.

Dal punto di vista della tutela, i migliori laboratori garantiscono anche la riservatezza dei dati e la conformità al regolamento GDPR, assicurando che tutte le informazioni recuperate vengano trattate in modo sicuro, criptato e accessibile solo al legittimo proprietario. Una volta completata la consegna, il laboratorio cancella in modo sicuro eventuali copie temporanee conservate durante la lavorazione, così da proteggere la privacy del cliente.

Quali software usare per recuperare i dati?

Quando la perdita di file non dipende da un danno fisico del dispositivo, è possibile tentare un recupero dati con software professionali prima di rivolgersi a un laboratorio specializzato. Esistono diversi strumenti affidabili e sicuri, adatti a gestire errori logici, cancellazioni accidentali o partizioni corrotte, purché il supporto sia ancora funzionante. Tra le soluzioni più apprezzate troviamo EaseUS ToDo Backup, Acronis Cyber Protect e Paragon Backup & Recovery, tre programmi che combinano funzionalità di recupero dati e gestione dei backup per prevenire future perdite.

EaseUS ToDo Backup

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EaseUS ToDo Backup è uno dei software più intuitivi e diffusi per il recupero dati da PC, HDD, SSD e dispositivi esterni. Permette di creare backup incrementali e differenziali, clonare interi dischi e ripristinare rapidamente file cancellati o partizioni danneggiate. La sua interfaccia chiara lo rende adatto anche agli utenti meno esperti, mentre la versione professionale include strumenti avanzati per il disaster recovery e la migrazione dei dati tra unità diverse. EaseUS è particolarmente utile per gestire situazioni di perdita logica, come formattazioni involontarie o crash di sistema, offrendo una buona percentuale di successo senza necessità di competenze tecniche approfondite.

Vedi su EaseUS

Acronis Cyber Protect

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Un livello superiore di protezione e affidabilità è garantito da Acronis Cyber Protect, una suite completa che unisce backup, sicurezza informatica e data recovery in un’unica piattaforma. Oltre al classico recupero dati da hard disk o SSD, Acronis integra funzionalità di antivirus e antiransomware, capaci di bloccare malware che possono causare la perdita di file critici. È particolarmente indicato per aziende e professionisti che necessitano di un sistema di protezione proattiva dei dati e di ripristino rapido in caso di guasti o attacchi informatici. La versione cloud consente di gestire backup remoti e recuperi completi anche da remoto, rendendolo una soluzione versatile e sicura per ambienti di lavoro ibridi o infrastrutture IT complesse.

Vedi su Acronis

Paragon Backup & Recovery

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Infine, Paragon Backup & Recovery si distingue per la sua affidabilità nelle operazioni di ripristino e clonazione dei dischi. Il software consente di eseguire backup completi o selettivi, di creare immagini di sistema e di ripristinare dati cancellati o danneggiati in pochi passaggi. Una delle sue caratteristiche più apprezzate è la gestione avanzata delle partizioni, che consente di correggere errori del file system e recuperare intere unità dopo crash o corruzioni del disco. Paragon offre un’interfaccia professionale, con funzioni ideali per utenti esperti e amministratori di sistema che desiderano un controllo dettagliato sulle operazioni di backup e recovery.

Vedi su Paragon

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Di Dario De Vita
Un doppio vantaggio: grande sconto e voucher da 400€ su una TV OLED top di gamma

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