Benchmark Caching SSD: applicazioni reali
Il nostro benchmark Photoshop rispecchia leggermente i risultati della suite Memories di PCMark, ma la differenza di tempo è piccola. In un ambiente che simula le azioni del mondo reale, la strategia di caching SSD di Intel non vi permette di modificare foto in modo più rapido rispetto alla configurazione basata su un singolo hard disk.
Intel non sembra mettere in cache i blocchi che compongono gli archivi, forse ritenendo che questi file sono toccati una sola volta. Quindi, non vedrete alcun beneficio in WinRaR o WinZip.
La scansione con un antivirus sembra godere di un leggero incremento prestazionale. Intel ignora che i file sono scansionati - come parte dell'algoritmo di caching - ma l'eseguibile di Norton Internet Security 2011 è in cache. Inoltre, i programmi antivirus solitamente eseguono funzioni di registrazione e scansione di file sospetti in una sandbox in modo da non infettare il sistema. Questo richiede un piccolo quantitativo di scrittura, il che spiega le migliori prestazioni viste sugli SSD m4 e 311.
Se dovesse esserci un grafico che vi mostra perché spendere 100 dollari per un SSD SLC da 20 GB anziché gli stessi soldi per una soluzione MLC da 40 GB, sarebbe questo. L'X25-V di Intel può sostenere solamente scritture sequenziali fino a 35 MB/s. Questo valore non può tenere il passo dei 138 MB/s del Barracuda. Quindi l'SSD mostra prestazioni inferiori in modo drammatico. Consideratelo come il peggior scenario per la Smart Response Technology.
Videogiocatori, gioite. Il caricamento dei livelli (uno dei motivi principali per investire sulla tecnologia allo stato solido) diventa molto più veloce grazie al sistema di caching di Intel. Naturalmente, questo risultato ha un senso: si tratta di dati basati sulla lettura, quindi il caching entra in azione in modo ideale. È un peccato che ci voglia una seconda o terza sessione per godere del beneficio prestazionale che si potrebbe invece avere fin da subito con una configurazione dotata solamente di SSD.