RSA Conference: si parla di tecnologia TPM

L'RSA Conference è l'occasione per riunire i membri del "Trusted Computing Group" e parlare di tecnologia TPM - Trusted Platform Modules

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a cura di Manolo De Agostini

L'RSA Conference che si tiene in questi giorni è l'occasione per riunire i 170 membri del "Trusted Computing Group", un'organizzazione creata per lo sviluppo del trusted computing.

Roger Kay, presidente di Endpoint Technologies Associates e autore del white paper "Trusted Computing is Real and It's Here", ha dichiarato che c'è una mancanza d'interesse nel TPM - Trusted Platform Modules - da parte degli utenti, malgrado i produttori spingano per la sua adozione.

Il TPM è un chip microcontrollore applicabile alle schede madri che immagazzina chiavi, password e certificazioni digitali di cui si parla - e si trova anche la presenza - dal 1999. Secondo Roger Kay l'installazione dei chip TPM è in aumento ed è da vedersi come un beneficio dell'accrescimento tecnologico: nel 2010 dovrebbero essere 250 milioni i chip TPM venduti.

La sicurezza sarà un business molto interessante per il futuro e i membri del TCG lo sanno bene: gli standard proposti saranno largamente adottati? Secondo Kay la sicurezza fornita dal gruppo potrà essere applicata su vari livelli e quindi risponderà alle esigenze dei vari produttori. Brian Berger, vice presidente del TCG, ha citato tra gli altri Dell, Hewlett-Packard e Intel, che già propongono prodotti con chip TPM. Anche Microsoft ha fatto affidamento sul TPM per aumentare la sicurezza del suo sistema operativo Windows Vista.

Roger Kay ha ben inquadrato uno dei punti fondamentali: la diffidenza degli utenti sul Trusted Platform Modules. In rete si trovano ogni genere d'informazioni, dalle più apocalittiche a quelle più moderate che non possono far altro che disorientare l'utente.

Potenzialmente un chip TPM potrebbe fare diverse cose, come aumentare il livello di sicurezza del PC che utilizzate grazie a chiavi crittografiche e ad altre modalità d'azione. Tuttavia ci sono almeno tre correnti di pensiero che hanno paura del TPM per ragioni completamente differenti:

  • Il livello di privacy delle proprie informazioni
  • L'impossibilità di far funzionare materiale non certificato
  • L'impossibilità di far funzionare software non originale

Quello che chiediamo alle aziende e al Trusted Computing Group è quello di chiarire una volta per tutte gli scopi di questa tecnologia e fare chiarezza su quali prodotti ne fanno uso. L'utente avrà poi libertà decisionale nell'acquisto dei prodotti, almeno fino a che vi sarà qualcuno che non aderirà al TCG.

Dal canto nostro vi chiediamo cosa pensate di questa tecnologia ed eventualmente quali sono le vostre paure a riguardo.