Il mondo delle interfacce cervello-computer sta per accogliere un nuovo protagonista di peso, e stavolta porta la firma di Sam Altman. Il fondatore di OpenAI si prepara infatti a lanciare Merge Labs, una startup che promette di rivoluzionare il settore puntando su tecnologie non invasive, in netto contrasto con l'approccio chirurgico di Neuralink di Elon Musk. A rafforzare le ambizioni del progetto arriva ora un nome di prestigio: Mikhail Shapiro, ingegnere biomolecolare pluripremiato del Caltech, è entrato a far parte del team fondatore.
La scelta di Shapiro rappresenta molto più di una semplice assunzione di alto profilo. Il ricercatore si è distinto negli ultimi anni per il suo lavoro pionieristico nell'utilizzo degli ultrasuoni per l'imaging neurale e il controllo delle cellule cerebrali, una tecnologia che evita completamente la necessità di interventi chirurgici invasivi. Il suo laboratorio al Caltech ha sviluppato tecniche innovative che sfruttano la terapia genica per rendere le cellule visibili agli ultrasuoni, un approccio che secondo fonti vicine alla società costituirà la base del primo prodotto di Merge Labs.
Gli investitori stanno mostrando grande interesse per il progetto. La startup è attualmente in trattative per raccogliere centinaia di milioni di dollari, con OpenAI tra i principali finanziatori previsti, come aveva anticipato il Financial Times. Shapiro, pur avendo un ruolo formale ancora da definire ufficialmente, viene presentato agli investitori come figura chiave del team fondatore, segno della centralità del suo contributo tecnico-scientifico alla visione di Altman.
La filosofia che guida Merge Labs emerge chiaramente dalle parole dello stesso Altman. Durante una cena con giornalisti lo scorso agosto, il fondatore di OpenAI ha espresso senza mezzi termini la sua contrarietà all'approccio di Neuralink: "Sicuramente non impianterei mai qualcosa nel mio cervello" che uccide i neuroni come fa l'interfaccia di Neuralink. Ha poi aggiunto di voler poter pensare qualcosa e ricevere una risposta da ChatGPT, specificando che forse preferirebbe un sistema in "sola lettura", definendolo "una cosa ragionevole".
Durante una recente conferenza, Shapiro ha illustrato come onde sonore e campi magnetici possano creare interfacce cervello-computer senza bisogno di elettrodi impiantati nel tessuto cerebrale. Secondo il ricercatore, è "più semplice introdurre geni nelle cellule" per modificarle in modo che rispondano agli ultrasuoni. "Ho fatto della mia missione lo sviluppo di modi per interfacciarsi con i neuroni nel cervello e le cellule altrove nel corpo che siano meno invasivi", ha dichiarato, sintetizzando perfettamente la direzione tecnica che Merge Labs intende perseguire.
La struttura di comando della nuova società dovrebbe ricalcare quella già adottata da Altman con Tools for Humanity, l'azienda dietro Worldcoin, il controverso progetto delle "sfere scansiona-occhi". Anche in Merge Labs, Altman dovrebbe assumere il ruolo di presidente senza occuparsi delle operazioni quotidiane, lasciando la gestione operativa al co-fondatore Alex Blania. L'annuncio ufficiale è atteso nelle prossime settimane.
Non si tratta di un interesse improvviso per Altman. Già nel 2017 scriveva: "Un argomento popolare nella Silicon Valley è discutere in quale anno gli umani e le macchine si fonderanno (o, in caso contrario, in quale anno gli umani verranno superati da un'intelligenza artificiale in rapido miglioramento o da una specie geneticamente potenziata)". Secondo lui, la maggior parte delle previsioni si colloca tra il 2025 e il 2075. Con Merge Labs, sembra voler contribuire attivamente a questa convergenza uomo-macchina, ma con un approccio che rispetti l'integrità biologica del cervello umano.
Né Shapiro né i rappresentanti di Altman e Blania hanno risposto alle richieste di commento. Il silenzio pre-lancio lascia spazio a speculazioni sulle specifiche tecniche del primo prodotto, ma la combinazione tra l'esperienza di Shapiro nella terapia genica applicata agli ultrasuoni e la visione di Altman di un'interfaccia "in sola lettura" suggerisce un dispositivo radicalmente diverso da tutto ciò che il mercato ha visto finora nel campo delle interfacce neurali.