Il panorama degli SSD consumer sta per subire una trasformazione radicale che potrebbe cambiare definitivamente le abitudini di acquisto degli appassionati di hardware. Secondo indiscrezioni provenienti dal canale YouTube Moore's Law Is Dead, Samsung si prepara ad abbandonare il mercato degli SSD SATA entro i prossimi due anni, con un annuncio ufficiale previsto per gennaio 2026. Una mossa che, combinata con altre dinamiche di mercato già in atto, rischia di innescare un effetto domino sui prezzi e sulla disponibilità di questa categoria di storage, ancora ampiamente diffusa in milioni di PC in tutto il mondo.
La decisione del colosso sudcoreano sarebbe motivata da margini di profitto sensibilmente inferiori rispetto agli SSD PCIe NVMe, che rappresentano ormai lo standard de facto per le piattaforme moderne. Samsung continuerà invece la produzione delle sue linee di punta basate su interfaccia PCIe, tra cui i modelli 990 Pro, 990 Evo, 980 Pro, 980 e 970 Evo Plus. L'abbandono riguarderà invece serie storiche come le famiglie 870 Evo, 870 Qvo e 860 Evo, che hanno dominato il segmento mainstream per anni grazie al loro rapporto prezzo-prestazioni particolarmente competitivo.
Secondo le informazioni circolate, a partire dall'annuncio di gennaio 2026, Samsung cesserà progressivamente non solo la produzione ma anche la vendita a nuovi clienti degli SSD SATA, onorando esclusivamente i contratti di fornitura già in essere con partner OEM e distributori. Per il mercato retail e per gli appassionati di assemblaggio PC, questo significa una finestra temporale limitata per fare scorta di questi dispositivi a prezzi ancora accessibili.
Ma Samsung non è sola in questa ritirata strategica dal mercato consumer. Micron, altro colosso nel settore della memoria NAND, ha recentemente annunciato l'uscita dal business consumer degli SSD, una decisione che sta già impattando l'offerta complessiva e contribuendo all'aumento dei prezzi. La combinazione di questi due fattori crea uno scenario preoccupante per chi utilizza ancora piattaforme con connettività SATA o per chi cerca soluzioni di storage economiche per PC datati o applicazioni secondarie.
Dietro questa tendenza si cela un fenomeno molto più ampio legato all'esplosione dell'intelligenza artificiale. L'impennata della domanda di strumenti basati su AI generativa, dai chatbot come ChatGPT alle piattaforme di elaborazione dati enterprise, ha creato una fame insaziabile di memoria ad alta larghezza di banda. I data center che ospitano acceleratori AI richiedono enormi quantità di HBM (High Bandwidth Memory), e i produttori come NVIDIA sono disposti a pagare cifre considerevoli pur di assicurarsi le forniture necessarie.
Questo spostamento di priorità ha indotto i produttori di memoria a riallocare le capacità produttive verso il segmento enterprise e professionale, dove i margini sono significativamente più alti. Il risultato è una contrazione dell'offerta destinata al mercato consumer, con conseguente aumento dei prezzi non solo per gli SSD ma per tutti i prodotti che incorporano memoria NAND e DRAM. Anche il settore smartphone ne sta risentendo: Samsung stessa si prepara ad aumentare i prezzi della serie Galaxy A fino a 2.000 rupie indiane nel mercato subcontinentale, un incremento direttamente riconducibile al costo dei componenti di memoria.
La transizione verso gli SSD NVMe PCIe è comunque inevitabile e tecnologicamente giustificata. Le velocità di trasferimento superiori, che possono raggiungere i 7.000 MB/s sui modelli PCIe 4.0 più recenti contro i 550 MB/s teorici del SATA III, rappresentano un salto prestazionale troppo significativo per essere ignorato. Tuttavia, per milioni di utenti con hardware meno recente, questa accelerazione forzata del mercato rischia di tradursi in costi aggiuntivi non previsti e in una riduzione delle opzioni disponibili nel segmento economico.
Con le previsioni che indicano una persistenza della carenza di componenti fino al 2028, il consiglio per chi pianifica upgrade o nuovi assemblati è di valutare attentamente le proprie esigenze di storage nel breve-medio termine. L'era degli SSD SATA economici e abbondanti sta volgendo al termine, soppiantata da dinamiche di mercato che privilegiano applicazioni ad alto margine e prestazioni estreme, lasciando il segmento consumer a fare i conti con disponibilità ridotte e prezzi in ascesa.