Super SSD, tra qualche anno chip da 2,24 TB

Jay Narayan, scienziato dell'Università della Carolina del Nord, prosegue a lavorare sui chip che potrebbero dare vita agli SSD del futuro. Grazie ai punti quantistici archivieremo terabyte di dati in poco spazio. Tra cinque anni potrebbe diventare una tecnica interessante anche sotto il punto di vista commerciale.

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a cura di Manolo De Agostini

Gli SSD del futuro potrebbero avere la stessa capacità degli hard disk meccanici, relegando attuali soluzioni basate su memoria flash alla preistoria. Lo scorso ottobre abbiamo scritto del progetto del dottor Jay Narayan dell'Università della Carolina del Nord (Terabyte in un'unghia, roba da pazzi), volto a realizzare un chip al silicio in grado d'immagazzinare dati in nanodot magnetici (o punti quantistici). Oggi, emergono altri dettagli interessanti.

Jay Narayan ha parlato a Thinq, spiegando che i punti quantistici possono misurare appena 6 nanometri di diametro e possono archiviare un singolo bit di dati. Tuttavia, date le dimensioni, si possono integrare moltissimi "dot" in uno spazio tanto ridotto da immagazzinare "un quantitativo di dati senza precedenti, miliardi di pagine d'informazioni in un chip di un pollice quadrato". Narayan specifica che in un terabit si possono conservare 250 milioni di pagine. "Con 10 nanometri per bit, in 1 centimetro quadrato è possibile registrare un terabit", ha detto lo scienziato.

Un pollice quadrato è equivalente a 17.921 miliardi di questi nanodot, il che è pari in 2,24 terabyte.

Ecco cosa c'è sotto gli SSD di oggi

"I nanodot sono costituiti di un singolo cristallo senza difetti, creando sensori magnetici che sono integrati direttamente nel chip elettronico". I nanodot vengono posizionati in maniera uniforme, assicurando una lettura e una scrittura sicura. La cosa più importante, quella che interessa al consumatore finale è se vedremo mai dei prodotti figli di questa nuova tecnologia. "In cinque anni o prima questo metodo soppianterà l'attuale tecnologia", dice ottimisticamente Narayan, affermando che questi chip potrebbero essere prodotti a prezzi competitivi.

"Il prossimo passo è sviluppare un packaging magnetico che permetta agli utenti di avvantaggiarsi dei chip. Ad esempio usando qualcosa, come la tecnologia laser, che può interagire effettivamente con i nanodot".