Toshiba, piovono soldi sulle NAND: 27 miliardi da Foxconn?

Foxconn spiazza tutti e mette sul piatto 27 miliardi di dollari. Basteranno per comprare il gioiello della corona di Toshiba?

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a cura di Federico Bertoli

Come vi avevamo anticipato in un paio di articoli (Toshiba potrebbe vendere tutta la divisione NAND flash e Toshiba vende il comparto memorie? Apple in prima fila) da qualche anno Toshiba si ritrova in cattive acque a causa dello scandalo sugli utili gonfiati e della situazione disastrosa della controllata Westinghouse Electric Company. Quest'ultima, schiacciata da 9 miliardi di dollari di debiti contratti per la realizzazione di quattro centrali nucleari, lo scorso 29 marzo è ricorsa alla procedura prevista dal Chapter 11 del Bankrupcy Code statunitense, procedura assimilabile al Concordato Preventivo in continuità previsto dalla nostra Legge Fallimentare.

toshiba 3dnand bics

A causa di questa situazione, il valore del titolo Toshiba è crollato perdendo oltre la metà del valore. Per "salvare il salvabile" i dirigenti del gruppo nipponico, in concerto con il governo, hanno proposto una strategia basata sulla creazione di liquidità mediante la cessione, in tutto o in parte, di alcuni reparti fra cui il gioiello della famiglia, ovvero la divisione NAND flash. Con un fatturato di circa 50 miliardi di dollari l'anno, Toshiba è il secondo produttore al mondo di NAND dopo Samsung, il che rende tale divisione un goloso boccone per tanti big del settore.

I primi nomi ad aver rotto gli indugi sono stati Broadcom Ltd. ed il fondo Silver Lake (che di Broadcom è anche azionista) che hanno messo sul piatto un'offerta preliminare e non vincolante da 17,8 miliardi di dollari. Allo stesso tempo Terry Gou, fondatore della Hon Hai Precision Industry Co. Ltd. (meglio conosciuta come Foxconn), aveva già dichiarato che la sua società avrebbe fatto un'offerta. Stando a Bloomberg, la società taiwanese avrebbe offerto 27 miliardi di dollari, una cifra che difficilmente potrebbe essere superata.

flash nand

Gli azionisti di Toshiba saranno sicuramente contenti di queste notizie, anche se vendere la divisione NAND significa rinunciare a profitti che sono destinati a salire già nel breve termine. Ciononostante la partita non è ancora chiusa perché, da un lato, il governo nipponico preferirebbe come acquirente una controparte industriale giapponese e, dall'altro, ci sono altri player che potrebbero essere interessati.

Uno su tutti è Apple. L'azienda di Cupertino ha in pancia una liquidità mostruosa (oltre 200 miliardi di dollari) ed è una grande consumatrice di memorie NAND. Quindi, nell'ottica di un'integrazione verticale, Apple potrebbe svuotare qualche conto e fare questo passo anche se, come sappiamo, le acquisizioni costose non sono nel suo DNA. Inoltre, altre società hi-tech hanno a disposizione liquidità per decine o centinaia di miliardi, quindi potrebbero arrivare clamorose sorprese.

Per il momento possiamo solo stare alla finestra e aspettare perché probabilmente siamo solo al primo "giro di valzer".