Udine guarda all'open source, Office ha i giorni contati

Già da quest'anno a Udine alcuni computer non avranno Office, ma un programma di produttività gratuito e open source come OpenOffice e LibreOffice. Il sogno? Usare computer totalmente open source, abbandonando anche Windows.

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a cura di Manolo De Agostini

Esistono esempi di successo ma anche dei clamorosi dietrofront nell'uso di software e sistemi operativi open source nella Pubblica Amministrazione. In un'epoca dove fare la cosiddetta "spending review" non solo è importante ma doveroso, sono diverse le realtà in cui si tenta di distaccarsi dai programmi Microsoft e dal pagamento delle licenze collegate.

L'ultima città italiana che ha intenzione di avviare il passaggio all'open source è Udine. Il centro friulano, come hanno confermato a Tom's Hardware l'Assessore all'Innovazione Gabriele Giacomini e il responsabile dei servizi sistemi informativi e telematici Antonio Scaramuzzi, punta a ottenere un risparmio di 400 euro su ogni PC. Non certo poco.

La riduzione dei costi si fa anche così, tenendo sotto stretta osservazione il parco macchine - i computer - presenti nel comune. Si parla infatti di circa 900 PC desktop, alcuni dei quali molto datati e che ogni anno bisogna rinnovare.

Ciò comporta l'acquisto di molte licenze, ma non solo: il ricambio tecnologico procede con maggiore lentezza e così dopo qualche anno il comune si trova ad avere PC vecchi e software non aggiornati. Ed è per questo che si guarda all'open source, dove esistono alternative sempre più valide e costantemente aggiornate - oltre che gratuite.

A Udine pensano che sia arrivata l'occasione giusta per fare il grande salto. Già da quest'anno saranno introdotti 80 nuovi computer su cui i dipendenti comunali non troveranno Microsoft Office, ma un programma analogo come OpenOffice o LibreOffice. Il progetto ha preso corpo con la delibera d'indirizzo nel mese di luglio e il PEG (Piano Esecutivo di Gestione) di metà agosto, dove sono stati stabiliti tutti i passaggi necessari.

Open source e assenza di costi di licenza non significa però che il piano sia "a costo zero". L'assessore Giacomini ci assicura che la formazione del personale (che si concluderà nel 2015) sarà fatta seguendo criteri sia di competenza ma anche di economicità, avvalendosi di personale interno.

E se tutto procederà senza sostanziali intoppi tra qualche anno Udine potrebbe diventare un comune completamente open source. Tra l'altro, ci ha confidato il dottor Antonio Scaramuzzi, ci sono anche obiettivi più ambiziosi: la speranza è infatti quella di poter sostituire Windows con una distribuzione Linux.

Alcuni test in merito furono effettuati tra il 2009 e il 2010, ma alcuni problemi di compatibilità fecero cadere ogni velleità di abbandonare Microsoft. Adesso però le distribuzioni Linux sono decisamente migliori, quindi nel 2015 ci sarà un nuovo tentativo. Sarà quello buono?