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a cura di Tom's Hardware

David Hammerton ha fatto il bis e ha "crackato" per la seconda volta il sistema di autenticazione di iTunes, il servizio per scaricare musica a pagamento piu' famoso del mondo, lanciato da Apple giusto un anno fa. Questa volta lo studente australiano ha impiegato soltanto otto ore, tante gliene sono bastate, infatti, per avere ragione della nuova protezione inserita nella versione 4.5 di iTunes, installata di fresco da Apple per ovviare al "buco" che aveva permesso il precedente hackeraggio del software. La prima volta Hammerton, detto "Crazney", aveva lavorato per un'intera settimana per "smontare" il codice ed effettuarne il cosidetto "reverse engineering" ("ingegnerizzazione alla rovescia"). Questa volta e' stata quasi routine, trattandosi, a detta dell'interessato, di "a pretty poor job".

Apple si è rifiutata di commentare l'accaduto.

Hammerton (e con lui la maggioranza della comunità open source) ritiene che l'attuale tecnologia DRM (Digital Right Management) stia diventando troppo restrittiva e, come nel caso del lettore di iTunes, può arrivare a impedire l'esecuzione di un brano musicale dal tuo desktop. L'approccio dei software DRM industriale punta infatti a limitare l'interoperatività tra i sistemi, e a impedire alla gente di fare quello che gli pare a casa propria per proteggere le clausole commerciali imposte dai discografici ai nuovi servizi. Proprio per questa ragione, secondo Hammerton, l'attuale DRM non ha nessuna possibilità di successo e ci sarà sempre qualcuno in grado di sbloccarla come un vecchio lucchetto.

L'avvertimento non cade del tutto nel vuoto, se è vero che Microsoft ha appena annunciato "Janus", la nuova tecnologia DRM lanciata dal colosso di Redmond in risposta a Apple/iTunes, che dettiene oggi circa il 70% del mercato.