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Wireless a corto raggio da 1 terabit al secondo

Nei laboratori della Georgia Tech si sta lavorando a un progetto di antenna al grafene che sulle frequenze terahertz potrebbe consentire trasferimenti dati da 1 terabit al secondo. Fra un anno sarà disponibile il primo prototipo.

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Avatar di Dario D'Elia

a cura di Dario D'Elia

@Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 07/03/2013 alle 11:30 - Aggiornato il 15/03/2015 alle 01:44
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Georgia Tech sta sviluppando un nuovo tipo di antenna wireless che potrebbe consentire trasferimenti dati a corto raggio da almeno un terabit al secondo. "È un volume enorme di banda. Oggi se provi a copiare qualsiasi cosa da un computer a un altro in wireless ci vogliono ore. Con questa tecnologia potresti fare tutto in un secondo - boom", ha spiegato Ian Akyildiz, direttore del laboratorio di broadband wireless networking alla Georgia Tech.

Il segreto del progetto è nel grafene, ovvero nella realizzazione di un'antenna con sottili strati di atomi di carbonio posti in una struttura a nido d'ape. Praticamente, come già avviene in altri ambiti di ricerca, si sfrutta la bassissima resistenza posta al movimento degli elettroni - da 50 a 500 volte più veloce rispetto a quanto avviene con il silicio.

Grafene

Nello specifico si parla di plasmare il grafene in strisce larghe tra i 10 e i 100 nanometri, e lunghe 1 micrometro, in modo che l'antenna possa trasmettere e ricevere nella frequenza dei terahertz. A quello livello le onde elettromagnetiche interagiscono con quelle plasmoniche - quelle dovute all'oscillazione degli elettroni sulla superficie delle strisce in grafene.

Si stima che un trasferimento da 1 terabit al secondo possa essere raggiunto nel raggio di un metro, e che a pochi centimetri si possano raggiungere (teoricamente) fino a 100 terabit al secondo. Ovviamente il progetto è ancora in una fase embrionale e tutti i dettagli saranno svelati solo con la pubblicazione sul Journal of Selected Areas in Communication dell'IEEE, prevista entro la fine dell'anno.

"Questo (studio) indica e fornisce una serie di classici calcoli sulla previsione delle dimensioni e delle prestazioni: indica che c'è qualcosa di utile qui ", sostiene Phaedon Avouris, il leader nella ricerca sul grafene dell'IBM Research di Yorktown Heights. "Non risolve tutto il problema, ma sottolinea l'opportunità".

La concretizzazione di una tale scoperta consentirebbe non solo trasferimenti immediati fra dispostivi, ma anche connessioni velocissime tra componenti all'interno dei chip.

Il primo prototipo di antenna al grafene è atteso entro un anno, ma in ogni caso prima di un eventuale sbarco sul mercato bisognerà attendere lo sviluppo di altri componenti fondamentali, come ad esempio generatori di segnale, amplificatori e filtri sempre di dimensione nanometrica.

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