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ADHD o diagnosi sbagliate? Studi sotto accusa

Metà degli studi sui farmaci ADHD ha saltato valutazioni rigorose per escludere altre condizioni. Diagnosi spesso fatte da personale non qualificato.

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a cura di Tom's Hardware

Pubblicato il 02/07/2025 alle 15:00

La notizia in un minuto

  • Una ricerca su 292 studi clinici ha rivelato che la metà non ha garantito valutazioni diagnostiche complete per l'ADHD negli adulti, con gravi lacune metodologiche che minano l'affidabilità dei risultati terapeutici
  • La diagnosi di ADHD negli adulti presenta complessità uniche rispetto ai bambini, basandosi su esperienze soggettive e con sintomi che si sovrappongono ad altri disturbi mentali come depressione e disturbo bipolare
  • Nel 61% degli studi non viene specificato chi abbia formulato la diagnosi, creando il rischio di diagnosi errate e trattamenti inadeguati per i pazienti che necessitano invece di valutazioni condotte da professionisti qualificati
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.
L'esplosione delle diagnosi di ADHD negli adulti rappresenta uno dei fenomeni più discussi della psichiatria contemporanea, alimentato anche dalla crescente diffusione di contenuti sui social media che descrivono i sintomi del disturbo. Tuttavia, una ricerca condotta dall'Università di Copenaghen e dall'Università di San Paolo ha rivelato che persino gli studi clinici più autorevoli presentano gravi lacune nella metodologia diagnostica. L'analisi di 292 trial clinici randomizzati controllati ha evidenziato come la metà di questi non abbia garantito valutazioni diagnostiche complete prima di arruolare i pazienti.

La sfida diagnostica negli adulti

Identificare l'ADHD negli adulti presenta complessità uniche rispetto alla popolazione pediatrica, per la quale furono originariamente sviluppati i criteri diagnostici. La valutazione negli adulti si basa prevalentemente su esperienze soggettive come difficoltà di concentrazione o comportamenti impulsivi, rendendo il processo intrinsecamente più sfidante. Come spiega il dottor Igor Studart: "L'aumento delle diagnosi di ADHD negli adulti solleva questioni cruciali sulla validità diagnostica, specialmente considerando che molti non furono mai identificati durante l'infanzia e ora cercano aiuto, talvolta spinti dai contenuti sui social media".

La questione si complica ulteriormente per la sovrapposizione sintomatologica con altri disturbi mentali. Depressione, schizofrenia e disturbo bipolare condividono infatti manifestazioni cliniche con l'ADHD, rendendo indispensabile un'accurata diagnosi differenziale condotta da professionisti esperti.

Metodologie diagnostiche inadeguate negli studi clinici

La professoressa di Psichiatria Julie Nordgaard, che ha guidato la ricerca insieme al professor Mads Gram Henriksen e al dottor Studart, ha analizzato come i trial più prestigiosi abbiano affrontato questa sfida diagnostica. I risultati sono allarmanti: "Concludiamo che metà degli studi non ha assicurato una valutazione diagnostica ampia e approfondita dei pazienti prima del trial per escludere altri disturbi", afferma Nordgaard.

Nel 61% degli studi non viene specificato chi abbia formulato la diagnosi

Le carenze metodologiche si estendono oltre la semplice omissione di valutazioni complete. Più della metà degli studi ha incluso soggetti con diagnosi concomitanti di altri disturbi mentali, complicando ulteriormente l'attribuzione diagnostica. In alcuni casi estremi, la valutazione è stata condotta dai pazienti stessi o addirittura attraverso sistemi computerizzati, violando i principi fondamentali della valutazione psichiatrica professionale.

Conseguenze per la ricerca e la pratica clinica

Questi difetti metodologici minano la credibilità dei risultati della ricerca, rendendo impossibile determinare su quali disturbi e sintomi abbiano realmente agito i trattamenti studiati. "Questo rende difficile utilizzare i risultati di molti di questi trial clinici", osserva Henriksen, sottolineando come questi studi vengano considerati particolarmente affidabili e possano influenzare le linee guida terapeutiche.

La mancanza di criteri diagnostici uniformi e di professionisti adeguatamente formati rappresenta un problema sistemico. Solo nel 35% degli studi viene specificato che la diagnosi è stata formulata da uno psichiatra o psicologo, mentre nel 61% dei casi non viene nemmeno indicato chi abbia condotto la valutazione diagnostica.

La necessità di standard più rigorosi

I ricercatori sottolineano l'urgenza di implementare protocolli diagnostici più rigorosi, particolarmente cruciali in un contesto di crescente incidenza delle diagnosi di ADHD negli adulti. "In psichiatria abbiamo bisogno che tutte le diagnosi, non solo l'ADHD, siano formulate con gli stessi criteri uniformi e da professionisti qualificati", afferma Nordgaard.

L'assenza di basi diagnostiche solide espone i pazienti al rischio di diagnosi errate e trattamenti inadeguati. Come conclude la professoressa: "Rischiamo che troppe persone ricevano una diagnosi sbagliata e non possano ottenere il trattamento più efficace, oppure che ricevano terapie non necessarie con relativi effetti collaterali". La ricerca evidenzia quindi la necessità imprescindibile di elevare gli standard diagnostici sia nella ricerca che nella pratica clinica quotidiana.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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