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Orche che portano doni agli umani, cosa sta succedendo?

Le orche donano pesci e razze a scienziati e sub, dimostrando possibili capacità cognitive avanzate e comportamenti altruistici interspecifici.

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Avatar di Patrizio Coccia

a cura di Patrizio Coccia

Editor

Pubblicato il 01/07/2025 alle 18:00

La notizia in un minuto

  • Le orche dimostrano altruismo generalizzato offrendo spontaneamente prede agli esseri umani: 34 episodi documentati tra il 2004 e il 2024 mostrano questi mammiferi marini che condividono cibo con i ricercatori, estendendo le loro dinamiche sociali oltre i confini della specie
  • Questi comportamenti rivelano capacità cognitive sofisticate, inclusa una teoria della mente che permette alle orche di riconoscere la senzienza in altre specie e di sperimentare interazioni interspecifiche complesse
  • Dal punto di vista evolutivo, questa curiosità esplorativa rappresenta un vantaggio adattivo per predatori generalisti che utilizzano le prede in eccesso per comprendere meglio il loro ambiente, inclusi gli esseri umani sempre più presenti nei loro habitat
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.
L'incontro tra diverse specie marine e ricercatori umani continua a rivelare aspetti sorprendenti dell'intelligenza animale, particolarmente quando si tratta di cetacei come le orche. Negli ultimi vent'anni, scienziati di tutto il mondo hanno documentato comportamenti che sembrano suggerire una forma di altruismo generalizzato
da parte di questi mammiferi marini, capaci di estendere la loro naturale tendenza alla condivisione del cibo oltre i confini della propria specie. Questa scoperta sta rivoluzionando la nostra comprensione delle capacità cognitive delle orche e del loro modo di percepire altre forme di vita intelligente.

Un archivio di gesti inaspettati

Jared Towers, ricercatore della Bay Cetology, ha raccolto e analizzato 34 episodi documentati tra il 2004 e il 2024, tutti caratterizzati da un denominatore comune: orche che si avvicinano spontaneamente agli esseri umani per offrire loro delle prede. Il catalogo delle "offerte" è sorprendentemente vario e include diciotto specie diverse, dai pesci cartilaginei come le razze ai mammiferi marini come le foche, passando per uccelli marini, meduse, stelle marine, tartarughe e persino grasso di balena grigia.

Uno degli episodi più emblematici si è verificato in Nuova Zelanda, dove un'orca maschio soprannominata Funky Monkey si è ripetutamente avvicinata a un ricercatore portando una razza dalla coda lunga appoggiata sulla propria testa, come se fosse un cappello. In Norvegia, invece, un'altra orca è stata osservata mentre sembrava regalare meduse a un subacqueo, dimostrando come questo comportamento non sia limitato a una specifica popolazione o area geografica.

L'esperienza diretta del ricercatore

La ricerca di Towers è nata da esperienze personali che lo hanno profondamente colpito. Nel 2015, mentre filmava un gruppo di orche che si nutriva di uccelli marini ad Alert Bay, in Canada, due esemplari - Akela, una giovane femmina, e suo fratello minore Quiver - si sono avvicinati al ricercatore con degli uccelli morti tra le fauci. Entrambi hanno rilasciato la preda davanti a lui, rimanendo immobili come in attesa di una reazione, per poi riprenderla e allontanarsi.

Stanno testando le acque per capire meglio chi siamo

Un episodio simile si è ripetuto nel 2018, quando una giovane femmina ha presentato a Towers un cucciolo di foca. "Ricordo di aver pensato: è davvero successo quello che ho visto?", racconta il ricercatore, che ha poi deciso di intervistare colleghi con esperienze analoghe per comprendere meglio il fenomeno.

Oltre i confini della specie

Secondo Lori Morino della New York University, questo comportamento rappresenta un'estensione naturale delle dinamiche sociali interne ai gruppi di orche. Le orche vivono in società complesse e coese, dove la condivisione del cibo è una pratica quotidiana che rafforza i legami sociali. Tuttavia, il fatto che estendano questa pratica a una specie completamente diversa suggerisce capacità cognitive ancora più sofisticate.

Towers interpreta questi gesti come una dimostrazione che le orche possiedono una teoria della mente, ovvero la capacità di riconoscere che altri individui hanno stati mentali distinti dai propri. Questa abilità, precedentemente osservata in alcune specie di uccelli, primati e altri mammiferi marini come i delfini, indica che le orche possono riconoscere la senzienza in altre specie e sono abbastanza curiose e audaci da sperimentare interazioni interspecifiche.

Una strategia evolutiva vincente

Dal punto di vista evolutivo, questo comportamento ha perfettamente senso per una specie che occasionalmente si trova con prede in eccesso. Le orche sono tra i pochi predatori marini che talvolta uccidono prede più grandi di quanto possano consumare immediatamente. In questi casi, possono scegliere di abbandonare la carcassa, utilizzarla per il gioco, oppure sfruttarla per esplorare relazioni nel loro ambiente.

Per animali che sono prevalentemente predatori generalisti, la curiosità rappresenta un vantaggio adattivo fondamentale. Come spiega Towers, "la curiosità è uno degli strumenti che riducono l'incertezza", permettendo a questi mammiferi marini di apprendere attivamente informazioni sul mondo che li circonda, inclusi gli esseri umani che sempre più frequentemente incontrano nei loro habitat.

Fonte dell'articolo: www.newscientist.com

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