Androidi a breve in guerra, Terminator sta arrivando?

I robot umanoidi potrebbero essere impiegati in combattimento entro il 2030, secondo previsioni di un colonnello statunitense.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Entro il 2030, potremmo assistere all'impiego dei robot umanoidi in campo bellico, secondo quanto predetto dal colonnello dell'esercito statunitense Troy Denomy. Parlando durante un panel al festival South by Southwest ad Austin, Texas, Denomy ha evidenziato la necessità che i robot siano al servizio degli umani e non viceversa.

Stiamo parlando praticamente del soldato robot di forma umana, che è in buona sostanza il Terminator visto al cinema. Ovviamente vogliamo che robot armati e pericolosi restino sotto il controllo degli umani, ma non è mai stato questo il problema delle armi. È piuttosto chi, quali persone, hanno questo controllo. 

E con il diffondersi della tecnologia, e con costi di accesso sempre più basso, non è difficile immaginare un futuro in cui androidi, droni e altri armamenti intelligenti saranno alla portata di praticamente di chiunque se li possa permettere. Sicuramente c’è ancora molta strada da fare ma la finestra 2030-2040 non sembra poi troppo azzardata, come momento del debutto per questo tipo di macchina. Magari sarà la decade successiva, ma difficilmente quella dopo ancora. 

Senza dimenticare poi che si sta lavorando anche su sistemi d’arma con intelligenza artificiale, in grado di scegliere e colpire obiettivi senza intervento umano. In teoria è una cosa che nessuno vuole, ma sarebbe ingenuo pensare che i governi del mondo (come minimo quelli che siedono nel Consiglio di Sicurezza ONU) non abbiano qualche progetto in corso. 

Certo, esiste lo scenario perfetto: quello dove sono i robot ad affrontarsi e poi la guerra finisce senza vittime umane. Uno scenario così perfetto da sembrare utopico; in effetti, se davvero la guerra sarà combattuta da sole macchine, forse uno scenario più realistico è quello immaginato nell’episodio di Star Trek A Taste of Armageddon el 1967. 

Immagine di copertina: abidal