Lo studio delle transizioni di fase quantistiche rappresenta una frontiera cruciale per comprendere il comportamento collettivo degli elettroni e sviluppare tecnologie innovative. Un team di fisici della Florida State University ha recentemente identificato le condizioni necessarie per stabilizzare una fase esotica della materia nota come cristallo di Wigner generalizzato, scoprendo nel processo un nuovo stato ibrido in cui elettroni "congelati" e "fluidi" coesistono simultaneamente. La ricerca, pubblicata su npj Quantum Materials, offre nuove prospettive per applicazioni nel quantum computing e nella spintronica.
I cristalli di Wigner, teorizzati per la prima volta dal fisico Eugene Wigner nel 1934, si formano quando gli elettroni in sistemi bidimensionali si organizzano spontaneamente in un reticolo cristallino ordinato, trasformando un materiale conduttore in isolante. Nonostante osservazioni sperimentali recenti ne abbiano confermato l'esistenza, i meccanismi quantistici precisi che stabilizzano queste strutture rimanevano poco chiari. Il lavoro del gruppo coordinato dal professor Hitesh Changlani, che include il postdoc Aman Kumar e il professor Cyprian Lewandowski presso il National High Magnetic Field Laboratory, ha identificato quali parametri fisici fondamentali – definiti metaforicamente "manopole quantistiche" – sia necessario modificare per indurre la transizione verso questa fase.
La metodologia adottata dai ricercatori si basa su tecniche computazionali avanzate eseguite presso il Research Computing Center della Florida State University e attraverso il programma ACCESS della National Science Foundation. Gli scienziati hanno impiegato diagonalizzazione esatta, density matrix renormalization group e simulazioni Monte Carlo per analizzare sistemi contenenti centinaia o migliaia di elettroni. Queste tecniche permettono di gestire l'enorme quantità di informazione quantistica associata a ogni particella – ogni elettrone richiede due parametri quantistici che, moltiplicati per migliaia di particelle, generano una complessità computazionale estrema. Gli algoritmi utilizzati semplificano questo oceano di dati in reti tensoriali analizzabili, rendendo possibile calcolare con precisione l'hamiltoniano quantistico del sistema, ovvero l'operatore matematico che rappresenta l'energia totale.
La scoperta più sorprendente della ricerca riguarda uno stato inedito che il team ha denominato "fase pinball", in cui proprietà conduttrici e isolanti coesistono nello stesso materiale. In questa configurazione, il cristallo di Wigner generalizzato subisce una fusione parziale: mentre alcuni elettroni rimangono "congelati" nelle loro posizioni reticolari, altri si delocalizzano e cominciano a muoversi liberamente attraverso il sistema. L'analogia proposta dai ricercatori è quella di una pallina in un flipper che rimbalza tra birilli fissi: gli elettroni mobili scorrono attorno a quelli cristallizzati, creando canali di conduzione elettrica in una matrice altrimenti isolante.
A differenza dei cristalli di Wigner tradizionali, che assumono esclusivamente configurazioni a reticolo triangolare, i cristalli di Wigner generalizzati studiati dal gruppo si formano in sistemi moiré bidimensionali e possono assumere geometrie diverse, come strutture a strisce o a nido d'ape. Questi sistemi moiré, ottenibili sovrapponendo due materiali cristallini con orientazioni leggermente diverse, rappresentano piattaforme sperimentali di grande attualità nella fisica della materia condensata per la loro capacità di generare nuove fasi quantistiche.
"Questa fase pinball è uno stato della materia estremamente interessante che abbiamo osservato durante lo studio del cristallo di Wigner generalizzato", afferma Lewandowski. "Si tratta della prima volta che questo peculiare effetto quanto-meccanico viene identificato e documentato per la densità elettronica da noi analizzata". Il fenomeno deriva dalla competizione tra diverse scale energetiche nel sistema: l'energia cinetica degli elettroni, che favorisce la delocalizzazione, e l'interazione coulombiana repulsiva tra particelle cariche, che tende a cristallizzarle per minimizzare l'energia elettrostatica.
Le implicazioni di questa ricerca si estendono ben oltre la fisica fondamentale. La comprensione dettagliata delle transizioni di fase elettroniche può guidare lo sviluppo di dispositivi per il quantum computing, dove il controllo preciso degli stati quantistici della materia è essenziale. Inoltre, la capacità di manipolare proprietà conduttrici e isolanti apre prospettive nella spintronica, un campo emergente che sfrutta lo spin degli elettroni oltre alla loro carica per creare dispositivi nanoelettronici con maggiore capacità di memoria e processamento logico, riducendo al contempo consumo energetico e costi di produzione.
La ricerca dimostra che, analogamente a come si modifica la temperatura per far evaporare l'acqua, esistono parametri quantistici alternativi – come l'intensità delle interazioni elettroniche, la geometria del reticolo o campi esterni – che possono essere "sintonizzati" per indurre transizioni tra fasi solide e liquide negli elettroni. Questa capacità di manipolazione apre scenari per applicazioni in superconduttività avanzata, utile per imaging medico e trasmissione energetica, nonché in tecnologie di illuminazione e orologi atomici ad alta precisione.
Il team intende ora approfondire ulteriormente il comportamento cooperativo degli elettroni in questi sistemi complessi, affrontando questioni teoriche che potrebbero condurre a innovazioni dirompenti nelle tecnologie quantistiche, superconduttive e atomiche. Resta da chiarire come la fase pinball si comporti a temperature diverse, quali transizioni siano reversibili e se altri materiali bidimensionali possano ospitare stati ibridi analoghi, domande che guideranno le prossime fasi della ricerca sia teorica che sperimentale.