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Fisici svelano il mistero dei metalli kagome

I metalli quantistici sono materiali dove gli effetti quantici diventano abbastanza potenti da controllare le proprietà elettriche macroscopiche.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 01/10/2025 alle 08:30

La notizia in un minuto

  • I ricercatori giapponesi hanno spiegato per la prima volta come deboli campi magnetici riescano a invertire le correnti elettriche circolari nei metalli kagome, materiali con struttura atomica triangolare che mostrano comportamenti quantistici unici
  • La particolare geometria di questi metalli amplifica gli effetti quantistici di circa 100 volte rispetto ai metalli ordinari, grazie alla "frustrazione geometrica" che forza gli elettroni in stati quantistici complessi
  • La scoperta apre la strada allo sviluppo di dispositivi elettronici controllati magneticamente, come nuove memorie magnetiche e sensori ultra-sensibili basati su tecnologie quantistiche

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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La fisica quantistica ha trovato una nuova frontiera nei metalli kagome, materiali che stanno rivoluzionando la comprensione del comportamento elettrico su scala atomica. Un team di ricercatori giapponesi è riuscito a spiegare per la prima volta il meccanismo alla base di un fenomeno che ha lasciato perplessi gli scienziati per anni: come deboli campi magnetici riescano a invertire minuscole correnti elettriche circolari all'interno di questi metalli speciali, modificando drasticamente le loro proprietà macroscopiche. La scoperta, pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, apre la strada allo sviluppo di dispositivi elettronici controllati magneticamente.

L'enigma delle correnti che cambiano direzione

Dal 2020, i laboratori di tutto il mondo osservavano un comportamento bizzarro in questi materiali: l'applicazione di campi magnetici deboli causava un'inversione completa del flusso di corrente preferenziale, un fenomeno noto come effetto diodo. Gli elettroni, invece di seguire percorsi lineari come nei metalli tradizionali, formano spontaneamente delle correnti circolari microscopiche che possono invertire la loro rotazione sotto l'influenza magnetica. Il nome "kagome" deriva dalla parola giapponese che indica gli occhi di un cesto, riferendosi al tradizionale intreccio di bambù che crea disegni triangolari intrecciati, una struttura che rispecchia perfettamente l'arrangiamento atomico di questi metalli.

La particolarità di questa geometria cristallina risiede in quello che i fisici chiamano "frustrazione geometrica": gli elettroni non riescono a stabilizzarsi in modelli semplici e organizzati, venendo forzati in stati quantistici complessi. Hiroshi Kontani, professore della Graduate School of Science dell'Università di Nagoya e autore senior dello studio, spiega: "Ogni volta che osservavamo il cambiamento magnetico, sapevamo che stava accadendo qualcosa di straordinario, ma non riuscivamo a spiegarne il motivo".

Quando la geometria quantistica amplifica gli effetti

La svolta teorica ha rivelato che gli effetti geometrici quantistici amplificano questo fenomeno di commutazione di circa 100 volte rispetto a quello che avverrebbe in metalli ordinari. Questa amplificazione eccezionale deriva dalla capacità dei metalli kagome di rompere simultaneamente diverse simmetrie fondamentali della struttura elettronica, un fenomeno raro in natura chiamato rottura spontanea di simmetria. Le correnti circolari e i pattern ondulatori degli elettroni lavorano insieme creando un sistema in cui le regole tradizionali della fisica vengono sovvertite.

I metalli kagome hanno amplificatori incorporati che rendono gli effetti quantistici molto più forti

Per studiare questi fenomeni, i ricercatori hanno dovuto raffreddare i metalli a temperature estreme di circa -190°C. A queste condizioni, il metallo kagome sviluppa naturalmente stati quantistici in cui gli elettroni formano correnti circolanti e creano pattern ondulatori attraverso tutto il materiale. L'applicazione di campi magnetici deboli inverte la direzione di rotazione di queste correnti, modificando di conseguenza la direzione preferenziale del flusso di corrente nel metallo.

Una convergenza perfetta di scienza e tecnologia

Il successo di questa ricerca rappresenta un esempio perfetto di come l'avanzamento scientifico richieda la convergenza di diversi elementi. I metalli kagome sono stati scoperti solo intorno al 2020, e sebbene gli scienziati abbiano rapidamente osservato il misterioso effetto di commutazione elettrica negli esperimenti, non riuscivano a spiegarne il funzionamento. Le interazioni quantistiche coinvolte sono estremamente complesse e richiedono una comprensione avanzata di come le correnti circolari, la geometria quantistica e i campi magnetici lavorino insieme.

Il professore Kontaniha aggiunto : "Questa scoperta è avvenuta perché tre elementi si sono uniti al momento giusto: finalmente avevamo i nuovi materiali, le teorie avanzate per comprenderli e le attrezzature high-tech per studiarli adeguatamente. Nessuno di questi esisteva insieme fino a molto recentemente, ed è per questo che nessuno è riuscito a risolvere questo puzzle prima d'ora".

Verso dispositivi quantistici controllati magneticamente

Le implicazioni tecnologiche di questa scoperta potrebbero essere rivoluzionarie. Il controllo magnetico delle proprietà elettriche in questi metalli potrebbe abilitare nuovi tipi di dispositivi di memoria magnetica o sensori ultra-sensibili. La capacità di modificare drasticamente il comportamento elettrico di un materiale con campi magnetici deboli apre possibilità precedentemente inimmaginabili nel campo dell'elettronica quantistica.

Questa ricerca fornisce le basi teoriche fondamentali necessarie per iniziare a sviluppare la prossima generazione di tecnologie controllate quantisticamente. Gli effetti osservati sono particolarmente sensibili a impurità, tensioni e condizioni esterne, caratteristiche che, se adeguatamente controllate, potrebbero essere sfruttate per creare dispositivi di precisione estrema. La comprensione di come i metalli kagome riescano a fungere da amplificatori naturali per gli effetti quantistici rappresenta un passo cruciale verso l'ingegneria di materiali con proprietà elettroniche su misura.

Fonte dell'articolo: phys.org

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