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Grazie a questi arti robotici gli astronauti non si faranno più male sulla Luna

SuperLimbs, il sistema di arti robotici indossabili creato dagli ingegneri del MIT, supporta fisicamente gli astronauti e li solleva dopo una caduta.

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a cura di Giulia Serena

Editor

Pubblicato il 15/05/2024 alle 12:04

Gli ingegneri del MIT hanno progettato una soluzione innovativa per supportare gli astronauti durante le missioni lunari: chiamato SuperLimbs, questo dispositivo consiste in arti robotici indossabili che si estendono da uno zaino integrato con il sistema di supporto vitale dell'astronauta, progettati per aiutare gli astronauti a rialzarsi in caso di caduta sulla luna.

Il professor Harry Asada, ingegnere meccanico al MIT, ha evidenziato come, nonostante la grande capacità fisica degli astronauti, muoversi sulla Luna può essere complicato a causa della gravità ridotta e dell'ingombro delle tute spaziali, che limitano i movimenti. Il dispositivo SuperLimbs punta, quindi, a garantire una maggiore sicurezza, consentendo agli astronauti di rialzarsi con minor sforzo e conservare energia per altre attività cruciali.

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Le ricerche e i test condotti dal team del MIT, composto da Erik Ballesteros e altri collaboratori, hanno utilizzato un prototipo fisico per studiare e affinare il design e la funzionalità del dispositivo. Attraverso l'utilizzo di una tuta che simula la rigidità delle tute spaziali, i volontari hanno testato il sistema, mostrando una significativa riduzione dello sforzo necessario per alzarsi da posizioni sedute o sdraiate.

Grazie a modelli che replicano le sequenze di movimento umano, il team è riuscito a sviluppare un software che guida i robot in modo che supportino efficacemente gli astronauti nel rialzarsi. Questi arti robotici sono risultati essere un valido aiuto, facendo sentire i volontari come se qualcuno li sollevasse dolcemente.

Questo progetto, che ha ricevuto supporto anche dalla NASA, promette di migliorare significativamente la produttività e la sicurezza degli astronauti in future missioni sulla luna o su Marte, riducendo il carico fisico imposto dalle tute spaziali e migliorando la capacità di lavoro durante le attività extraveicolari.

Fonte dell'articolo: news.mit.edu

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