I sistemi solari come il nostro potrebbero essere molto rari

Sistemi solari come il nostro potrebbero essere più rari di quanto pensiamo, secondo i dati di una nuova ricerca pubblicata di recente.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

Quanto è comune il nostro Sistema Solare? Meno comune di quanto si possa pensare. Una frazione significativa dei sistemi planetari attorno a stelle simili al Sole ha avuto un passato molto dinamico, culminato con la caduta dei pianeti nella stella centrale. Un nuovo studio che coinvolge gli astrofisici della Monash University fa luce sulla scarsità del nostro Sistema Solare, che ha preservato i suoi pianeti e li ha mantenuti su orbite quasi circolari, una disposizione favorevole alla prosperità della vita sulla Terra.

La ricerca, pubblicata di recente su Nature Astronomy e guidata dal Dr. Lorenzo Spina presso l'Istituto Nazionale di Astrofisica con sede in Italia, amplia le nostre conoscenze sui possibili percorsi evolutivi dei sistemi planetari, secondo il co-autore dello studio Parth Sharma, studente Honours presso la Monash University School of Physics and Astronomy.

"Indipendentemente dalla tecnologia a nostra disposizione, con milioni di stelle simili al Sole vicine, la ricerca di pianeti simili alla nostra Terra assomiglierà sempre al proverbiale 'ago in un pagliaio'", ha detto Parth. "Tuttavia, i nostri risultati aprono la possibilità futura di utilizzare abbondanze chimiche per identificare meglio le stelle che potrebbero ospitare analoghi del Sistema Solare", ha aggiunto. "Questi risultati rappresentano una svolta significativa nell'astrofisica stellare e nell'esplorazione degli esopianeti. La ricerca perfeziona i parametri per l'indagine futura di potenziali eventi di inghiottimento planetario, sonda le origini di stelle chimicamente strane e ci dice molto sull'evoluzione dei sistemi solari e dei pianeti, come il nostro".

I membri stellari dei sistemi binari sono formati dallo stesso materiale, quindi dovrebbero essere chimicamente identici. Tuttavia, recenti studi ad alta precisione hanno svelato differenze chimiche tra i due membri di coppie binarie composte da stelle simili al Sole. L'esistenza stessa di queste binarie chimicamente disomogenee rappresenta uno degli esempi più contraddittori nell'astrofisica stellare e fonte di tensione tra teoria e osservazioni.

"Non è ancora chiaro se le variazioni di abbondanza siano il risultato di disomogeneità chimiche nelle nubi di gas protostellare, o se siano dovute a eventi di inghiottimento del pianeta che si verificano dopo che la stella si è formata", ha detto Parth. Il team di ricerca ha intrapreso uno studio statistico su 107 sistemi binari composti da stelle simili al Sole per fornire – per la prima volta – prove inequivocabili a favore dello scenario di inghiottimento del pianeta, stabilendo che gli eventi di inghiottimento dei pianeti si sono verificati in stelle simili al nostro Sole con una probabilità compresa tra il 20% e il 35%. "Ciò implica che una frazione significativa dei sistemi planetari subisce percorsi evolutivi molto dinamici che possono modificare criticamente e disastrosamente le loro architetture, a differenza del nostro Sistema Solare che ha conservato i suoi pianeti su orbite quasi circolari", ha concluso Parth.