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Ingegneri USC rendono la luce più intelligente

Ingegneri USC creano sistema ottico autonomo che sfrutta principi termodinamici per instradare la luce senza interruttori.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor @Tom's Hardware Italia

Pubblicato il 13/10/2025 alle 08:15

La notizia in un minuto

  • Ricercatori dell'Università della California Meridionale hanno sviluppato il primo dispositivo ottico auto-organizzante che sfrutta i principi della termodinamica per guidare automaticamente la luce verso la destinazione finale, eliminando la necessità di interruttori esterni o comandi digitali
  • La scoperta trasforma sistemi ottici tradizionalmente considerati incontrollabili a causa del loro comportamento caotico in dispositivi che sfruttano la "termodinamica ottica", dove i fotoni si comportano come un gas che raggiunge naturalmente l'equilibrio termico
  • L'innovazione potrebbe rivoluzionare settori chiave come telecomunicazioni, calcolo ad alte prestazioni e trasferimento sicuro di informazioni, offrendo alternative più veloci ed efficienti dal punto di vista energetico rispetto all'elettronica convenzionale

Riassunto generato con l’IA. Potrebbe non essere accurato.

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Un gruppo di ricercatori dell'Università della California Meridionale ha sviluppato il primo dispositivo ottico che sfrutta i principi della termodinamica per guidare automaticamente la luce verso la sua destinazione finale. Questa innovazione, descritta sulla rivista Nature Photonics, rappresenta una svolta nel campo della fotonica poiché elimina la necessità di interruttori esterni o comandi digitali per controllare il percorso dei segnali luminosi. Il sistema opera secondo logiche completamente naturali, permettendo ai fotoni di trovare autonomamente la strada giusta attraverso principi fisici fondamentali.

Quando il caos diventa ordine

I sistemi ottici multimodali non lineari sono stati tradizionalmente considerati incontrollabili a causa della loro natura caotica. Le interferenze multiple tra i diversi pattern luminosi rendevano questi dispositivi estremamente difficili da progettare per applicazioni pratiche. Tuttavia, i ricercatori californiani hanno scoperto che proprio questa complessità nasconde comportamenti fisici straordinariamente ricchi e sfruttabili.

La chiave di volta è stata comprendere che la luce in questi ambienti non lineari si comporta come un gas che si muove verso l'equilibrio termico. Le collisioni casuali tra i fotoni creano gradualmente una distribuzione stabile dell'energia, seguendo leggi termodinamiche precise. Questa intuizione ha permesso di sviluppare un framework teorico chiamato "termodinamica ottica", che descrive come la luce possa subire processi analoghi all'espansione, compressione e persino transizioni di fase.

Il labirinto che si organizza da solo

Per comprendere il funzionamento del dispositivo, i ricercatori propongono un'analogia efficace: immaginare un labirinto di biglie che si riorganizza autonomamente. Mentre normalmente una persona dovrebbe sollevare barriere e modificare i percorsi per guidare la biglia verso il foro corretto, in questo sistema la struttura è progettata in modo che la biglia rotoli automaticamente verso la destinazione giusta, indipendentemente dal punto di partenza.

La luce trova la sua strada seguendo le leggi della natura

Il dispositivo sfrutta un processo in due fasi direttamente ispirato alla termodinamica. Prima la luce subisce un analogo ottico dell'espansione di Joule-Thomson, ridistribuendo pressione e temperatura, poi raggiunge naturalmente l'equilibrio termico. Il risultato è un flusso auto-organizzato di fotoni nel canale di uscita designato, senza alcun bisogno di interruttori esterni.

Dal laboratorio all'industria tecnologica

L'impatto potenziale di questa scoperta va ben oltre la ricerca accademica. Mentre il computing moderno e il trasferimento dati continuano a spingere l'elettronica convenzionale ai suoi limiti, aziende leader come NVIDIA stanno esplorando le tecnologie ottiche come alternative più veloci ed efficienti dal punto di vista energetico. La termodinamica ottica offre un metodo naturale e auto-organizzante per dirigere i segnali luminosi, accelerando potenzialmente questi sviluppi.

Le applicazioni potrebbero rivoluzionare settori che vanno dalle telecomunicazioni al calcolo ad alte prestazioni, fino al trasferimento sicuro di informazioni. La possibilità di creare sistemi ottici più semplici ma contemporaneamente più potenti apre scenari fino a oggi impensabili nell'ingegneria fotonica.

Una nuova frontiera per la fotonica

Hediyeh M. Dinani, dottoranda nel gruppo Ottica e Fotonica di USC Viterbi e autrice principale dello studio, sottolinea come questo framework possa abilitare approcci completamente nuovi alla gestione della luce. "Oltre al routing, questa teoria potrebbe rivoluzionare l'elaborazione delle informazioni, le comunicazioni e l'esplorazione della fisica fondamentale", ha dichiarato la ricercatrice.

Il professor Demetrios Christodoulides, titolare della cattedra Steven and Kathryn Sample in Ingegneria presso USC Viterbi, aggiunge una prospettiva ancora più ampia: "Quello che un tempo era considerato un problema intrattabile nell'ottica è stato reinterpretato come un processo fisico naturale, che potrebbe ridefinire l'approccio degli ingegneri al controllo della luce e di altri segnali elettromagnetici".

Questa innovazione trasforma il caos in prevedibilità, aprendo la strada a una nuova classe di dispositivi fotonici che sfruttano, anziché combattere, la complessità dei sistemi non lineari. La termodinamica ottica promette di diventare uno strumento fondamentale per la prossima generazione di tecnologie basate sulla luce.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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