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Scoperta la molecola che imita l’allenamento anti-age

Uno studio su Cell rivela che la betaina, metabolita prodotto dai reni durante l'attività fisica, replica gli effetti ringiovanenti dell'esercizio fisico.

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Avatar di Antonello Buzzi

a cura di Antonello Buzzi

Senior Editor

Pubblicato il 14/11/2025 alle 08:18

La notizia in un minuto

  • Un studio su Cell identifica la betaina, metabolita prodotto dai reni durante l'esercizio prolungato, come molecola chiave capace di replicare gli effetti anti-invecchiamento dell'attività fisica costante
  • La ricerca risolve il "paradosso dell'esercizio": mentre l'attività sporadica causa infiammazione temporanea, l'allenamento regolare attiva il sistema rene-betaina-TBK1 che promuove longevità cellulare e contrasta l'inflammaging
  • Esperimenti su modelli animali dimostrano che la supplementazione orale di betaina riproduce i benefici dell'allenamento, aprendo prospettive terapeutiche per chi non può praticare esercizio fisico regolare
Riassunto generato con l'IA. Potrebbe non essere accurato.

La ricerca sul rallentamento dell'invecchiamento ha compiuto un passo significativo grazie a uno studio pubblicato sulla rivista Cell, che svela il ruolo centrale del rene nella risposta anti-età indotta dall'esercizio fisico. Un team dell'Accademia Cinese delle Scienze e dell'Ospedale Xuanwu della Capital Medical University ha identificato la betaina, un metabolita prodotto naturalmente nei reni durante l'attività fisica prolungata, come molecola chiave capace di replicare molti degli effetti ringiovanenti tipicamente associati all'allenamento costante. La scoperta getta nuova luce sui meccanismi molecolari attraverso cui il movimento fisico protegge l'organismo dal deterioramento biologico legato all'età.

Lo studio ha seguito 13 uomini sani per sei anni, utilizzando tecnologie multiomiche avanzate per analizzare geni, proteine, metaboliti e microbiota intestinale in tre condizioni distinte: a riposo, dopo una singola corsa di 5 chilometri e al termine di un programma di allenamento di 25 giorni. Questo approccio metodologico ha permesso ai ricercatori di distinguere gli effetti acuti dell'esercizio sporadico da quelli sistemici dell'attività fisica regolare, rivelando dinamiche metaboliche radicalmente diverse tra le due situazioni.

I risultati hanno evidenziato come il rene assuma un ruolo di coordinamento centrale nella risposta dell'organismo all'esercizio prolungato. Durante l'allenamento costante, questo organo aumenta drasticamente la produzione di betaina attraverso l'attività dell'enzima CHDH, inviando segnali protettivi e anti-invecchiamento all'intero sistema. La betaina, una piccola molecola presente anche in alimenti come barbabietole e spinaci, emerge così come un messaggero biochimico fondamentale nella cascata di benefici indotti dal movimento.

Una delle osservazioni più significative riguarda la risoluzione del cosiddetto "paradosso dell'esercizio": mentre una singola sessione intensa di attività fisica scatena infiammazione temporanea e quello che i ricercatori definiscono "caos metabolico", l'allenamento regolare ripristina l'equilibrio e potenzia il sistema immunitario. L'esercizio sporadico attiva vie di sopravvivenza immediate mediate da interleuchina-6 e corticosterone, mentre la pratica costante innesca il sistema rene-betaina-TBK1 che promuove la longevità cellulare.

Il training prolungato ha migliorato la composizione del microbiota intestinale, potenziato le difese antiossidanti e invertito i cambiamenti legati all'età nelle cellule T, stabilizzando il DNA e modulando marcatori epigenetici come l'espressione di ETS1.

Gli esperimenti condotti su modelli animali hanno dimostrato che la somministrazione orale di betaina da sola riproduce molti dei benefici dell'allenamento: miglioramento del metabolismo, potenziamento delle funzioni cognitive, riduzione dei comportamenti depressivi in topi anziani e attenuazione dell'infiammazione sistemica. Questo dato apre prospettive concrete per individui impossibilitati a praticare esercizio fisico regolare, offrendo un'alternativa farmacologica basata su un composto naturale già considerato sicuro.

Il meccanismo d'azione molecolare della betaina è stato chiarito attraverso analisi biochimiche dettagliate: la molecola si lega direttamente alla chinasi TBK1, bloccandone l'attività pro-infiammatoria. Inibendo TBK1 e le sue vie di segnalazione a valle (IRF3 e NF-κB), la betaina contrasta efficacemente l'infiammazione cronica di basso grado nota come "inflammaging", considerata uno dei principali motori dell'invecchiamento biologico e della vulnerabilità a malattie croniche.

Come sottolinea il dottor Liu Guang-Hui, co-autore senior dello studio, questa ricerca ridefinisce il concetto di "esercizio come medicina", trasformando la comprensione dei meccanismi fisiologici in bersagli terapeutici concreti. L'identificazione del sistema rene-betaina apre la strada allo sviluppo di trattamenti geroprotettivi capaci di modulare l'interazione tra diversi organi, offrendo un approccio innovativo alla prevenzione delle patologie legate all'età. I prossimi passi della ricerca dovranno confermare questi risultati attraverso studi clinici su popolazioni umane più ampie, definendo dosaggi ottimali e valutando l'efficacia a lungo termine della supplementazione con betaina in diversi contesti fisiologici e patologici.

Fonte dell'articolo: www.sciencedaily.com

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