La produzione di leghe metalliche attraverso stampa 3D sta vivendo una fase di stagnazione tecnologica, paragonabile ai primi anni dell’industria automobilistica, quando si insisteva ad applicare tecniche artigianali a una produzione destinata alla massa. Allo stesso modo, la manifattura additiva ha oggi bisogno di un salto concettuale: servono materiali progettati appositamente per queste tecnologie, invece di adattare semplicemente leghe tradizionali a processi innovativi.
Una svolta economica nel titanio stampato
I ricercatori della RMIT University australiana hanno sviluppato una lega di titanio stampabile in 3D che costa circa un terzo in meno rispetto alle leghe tradizionalmente utilizzate nell'industria aerospaziale e medica. Il segreto di questa riduzione dei costi sta nella sostituzione del vanadio, elemento sempre più costoso, con materiali alternativi facilmente reperibili sul mercato.
Ryan Brooke, dottorando presso il Centre for Additive Manufacturing dell’università e autore principale dello studio pubblicato su Nature Communications, sottolinea come l’approccio attuale sia paradossale: "È come se avessimo creato un aeroplano e continuassimo a guidarlo per le strade". La sua metafora evidenzia il contrasto tra le potenzialità rivoluzionarie della stampa 3D e l’utilizzo di leghe progettate per tecnologie produttive completamente diverse.
Oltre il risparmio: prestazioni superiori
I test condotti hanno rivelato che la nuova lega non si limita a essere più economica, ma offre anche prestazioni meccaniche superiori rispetto alla standard Ti-6Al-4V. La ricerca ha permesso di risolvere simultaneamente due problemi fondamentali che finora hanno limitato l’adozione su larga scala della stampa 3D metallica: i costi elevati e le proprietà meccaniche non uniformi.
Durante la validazione di mercato condotta attraverso il programma ON Prime del CSIRO, Brooke ha raccolto feedback diretti da rappresentanti dei settori aerospaziale, automobilistico e delle tecnologie mediche. Il messaggio emerso è stato chiaro: per avere successo commerciale, le nuove leghe devono rappresentare progressi significativi, non miglioramenti marginali.
La scienza dietro l'innovazione
Il team australiano ha sviluppato un framework metodologico che permette di prevedere la struttura granulare delle leghe metalliche durante il processo di manifattura additiva. Questo approccio consente di evitare le microstrutture colonnari che caratterizzano molte leghe stampate in 3D, responsabili di proprietà meccaniche disomogenee nel prodotto finale.
La nuova formulazione garantisce una struttura granulare uniforme che si traduce in maggiore resistenza e duttilità del materiale. Questi risultati rappresentano un’evoluzione sostanziale rispetto alle leghe ereditate da processi produttivi tradizionali, che non erano state concepite per sfruttare le caratteristiche peculiari della stampa 3D.
Verso la commercializzazione
RMIT ha depositato un brevetto provvisorio per questa innovazione mentre Brooke ha ottenuto una Research Translation Fellowship per esplorare le opportunità di commercializzazione. Il professor Mark Easton, coautore dello studio, evidenzia come il successo dipenda dalla creazione di collaborazioni lungo tutta la catena di fornitura.
L'università sta attivamente cercando partner industriali per guidare le prossime fasi di sviluppo, riconoscendo che la transizione dalla ricerca al mercato richiede competenze multidisciplinari e investimenti significativi. I campioni sono stati prodotti e testati presso l'Advanced Manufacturing Precinct di RMIT, una struttura all'avanguardia nel settore della manifattura avanzata.