Nel cuore dell’Irpinia, tra le colline della provincia di Avellino, un piccolo comune di poco più di tremila abitanti custodiva un segreto tramandato nel silenzio delle generazioni. Caposele, noto per le sorgenti del fiume Sele, è diventato il fulcro di una scoperta medica che potrebbe cambiare il destino di molte persone. Una ricerca condotta dall’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano ha portato alla luce una nuova mutazione genetica legata a casi di morte improvvisa, trasmessa all’interno di alcune famiglie del paese.
Il mistero delle morti improvvise in famiglia
Tutto è cominciato con il caso di una giovane donna con lievi alterazioni del ritmo cardiaco. Sembrava nulla di grave, ma la sua storia familiare raccontava un’altra verità: numerosi decessi improvvisi tra i parenti più stretti. I medici decisero di impiantarle un defibrillatore a scopo precauzionale, una scelta che si rivelò provvidenziale. Dopo pochi mesi, la paziente fu colpita da un arresto cardiaco e il dispositivo le salvò la vita.
Quell’episodio accese l’attenzione dei ricercatori milanesi, che scoprirono presto un secondo caso simile nella stessa comunità. Da lì è partito uno studio più ampio che ha coinvolto l’intero paese.
Quando l'intelligenza artificiale incontra la genealogia
Tra il 2022 e il 2024, un’imponente campagna di screening genetico e clinico ha analizzato 234 persone appartenenti a un unico albero genealogico. I ricercatori hanno ricostruito una mappa familiare digitale estesa a circa 3.000 soggetti su dodici generazioni, utilizzando algoritmi di intelligenza artificiale in grado di prevedere con il 90% di precisione chi potrebbe essere portatore della mutazione.
I risultati sono stati sorprendenti: il 12,8% del campione - 30 persone - è risultato portatore della mutazione c.208del nel gene LMNA. Tutti mostravano anomalie cardiache spesso mai diagnosticate, e il 43% presentava anche segni di coinvolgimento neuromuscolare.
Le laminopatie: quando il nucleo cellulare si indebolisce
Per capire la portata della scoperta bisogna entrare nel mondo delle laminopatie, malattie genetiche rare causate da mutazioni nel gene LMNA, che codifica per proteine fondamentali nella struttura del nucleo cellulare, vere e proprie “impalcature” della cellula.
Come spiega Chiara Di Resta, tra gli autori dello studio pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology: Heart Failure, “la mutazione c.208del comporta un rischio elevato di aritmie maligne e morte improvvisa, ma anche sintomi neuromuscolari lievi”.
Si tratta di una delezione di una singola base del DNA che altera la produzione della proteina, rendendo le cellule più fragili. Nel tempo, questo danneggiamento porta a cardiomiopatia dilatativa, una condizione in cui il cuore si dilata, perde forza contrattile e sviluppa gravi problemi nella conduzione elettrica.
Diagnosi precoce: la chiave per salvare vite
I risvolti pratici della scoperta sono stati immediati. Alcuni dei portatori della mutazione sono stati sottoposti a monitoraggio e interventi salvavita, tra cui l’impianto di defibrillatori e, in casi gravi, l’inserimento in lista per il trapianto di cuore.
Il co-autore Simone Sala evidenzia un aspetto particolarmente insidioso: “In tutti i portatori abbiamo rilevato un coinvolgimento cardiaco inizialmente lieve e facilmente sottovalutabile, ma con un rischio concreto di peggioramento improvviso”. Le alterazioni elettriche del cuore possono infatti restare silenti per anni, prima di sfociare in aritmie potenzialmente fatali.
Questa ricerca rappresenta un esempio virtuoso di medicina di precisione applicata su scala comunitaria. Grazie a tecnologie avanzate e alla collaborazione di un’intera popolazione, è stato possibile trasformare una tragedia familiare in un’opportunità di prevenzione concreta. Caposele, piccolo borgo dell’Irpinia, diventa così simbolo di come la scienza, quando incontra la storia e la memoria delle persone, possa davvero salvare vite.