Siamo soli nell'Universo? Per saperlo ci serve un nuovo punto di vista

Come comprendiamo il significato dei nuovi risultati scientifici legati alla ricerca della vita? Quando saremmo in grado di dire: "Sì, è stata trovata vita extraterrestre"? Secondo gli scienziati della NASA epr farlo ci servirebbe un nuovo quadro di riferimento in cui interpretare i dati.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

Gli scienziati della NASA stanno incoraggiando la comunità scientifica a stabilire un nuovo quadro che fornisca un contesto per le scoperte relative alla ricerca della vita al di fuori della Terra. Scrivendo sulla rivista Nature, propongono di creare una scala per valutare e combinare diverse linee di prova che alla fine porterebbero a rispondere alla domanda finale: siamo soli nell'universo?

Nella nuova ricerca guidata da Jim Green, capo scienziato dell'agenzia, un gruppo della NASA offre una scala di campioni da utilizzare come punto di partenza per le discussioni tra chiunque la usi, come scienziati e comunicatori. Immaginano una scala informata da decenni di esperienza in astrobiologia, un campo che sonda le origini della vita sulla Terra e le possibilità di vita altrove.

La scala contiene sette livelli, che riflettono la tortuosa e complicata scala di gradini che porterebbe gli scienziati a dichiarare di aver trovato la vita oltre la Terra. Come analogia, Green e colleghi indicano la scala Technology Readiness Level, un sistema utilizzato all'interno della NASA per valutare quanto sia pronto un veicolo spaziale o una tecnologia a volare. Lungo questo spettro, tecnologie all'avanguardia come l'elicottero su Marte Ingenuity iniziano come idee e si sviluppano in componenti rigorosamente testati delle missioni spaziali che fanno la storia.

Questa scala si applicherebbe anche alle scoperte al di fuori del sistema solare. Si ritiene che gli esopianeti, pianeti al di fuori del nostro sistema solare, superino i 300 miliardi di stelle della Via Lattea. Ma i piccoli pianeti rocciosi sono più difficili da studiare da lontano rispetto ai giganti gassosi. Missioni e tecnologie future sarebbero necessarie per analizzare le atmosfere di pianeti delle dimensioni della Terra con temperature simili alla Terra che ricevono quantità adeguate di luce stellare per la vita come la conosciamo.

Gli autori dello studio sottolineano che la scala non dovrebbe essere vista come una corsa verso l'alto. La scala sottolinea l'importanza del lavoro di base che molte missioni della NASA hanno posto senza rilevare direttamente possibili segnali biologici, come nella caratterizzazione di ambienti su altri corpi planetari.

Gli scienziati sperano che in futuro, gli scienziati noteranno negli studi pubblicati come i loro nuovi risultati di astrobiologia si inseriscano in una tale scala. I giornalisti potrebbero anche fare riferimento a questo tipo di quadro per stabilire le aspettative per il pubblico in storie su nuovi risultati scientifici, in modo che piccoli passi non sembrino essere salti giganteschi.