Un universo di dati senza precedenti si è appena spalancato davanti agli occhi dell'umanità grazie al rilascio pubblico di 1,5 terabyte di informazioni raccolte dal James Webb Space Telescope. La ricchezza di questi dati astronomici rappresenta la più ampia finestra mai aperta sulle profondità cosmiche, offrendo per la prima volta al grande pubblico l'accesso diretto a un patrimonio scientifico di valore inestimabile. Questo tesoro digitale non è solo impressionante per le sue dimensioni, ma anche per la sua accessibilità: chiunque può ora esplorare quasi 800.000 galassie attraverso un visualizzatore interattivo progettato per rendere comprensibile anche ai non esperti questa straordinaria collezione di immagini spaziali.
Il progetto COSMOS-Web, sostenuto dalla NASA e sviluppato in collaborazione con scienziati dell'Università della California di Santa Barbara e del Rochester Institute of Technology, ha reso possibile questa rivoluzione democratica nell'accesso ai dati astronomici. La Cosmic Evolution Survey ha mappato con precisione millimetrica 0,54 gradi del cielo, un'area equivalente a circa tre lune piene, utilizzando la camera NIRCam per l'imaging nel vicino infrarosso, mentre una porzione più piccola di 0,2 gradi quadrati è stata catturata attraverso lo strumento MIRI per l'infrarosso medio.
La vastità di questo archivio digitale nasconde una complessità tecnica che i ricercatori hanno saputo rendere accessibile. I mosaici NIRCam, ad esempio, suddividono l'area studiata in 20 zone distinte, ciascuna disponibile attraverso quattro diversi filtri identificati dai codici F115W, F150W, F277W e F444W. Le scale di misurazione, espresse in milliarcsecond (mas), offrono risoluzioni di 30mas e 60mas, unità di misura angolare fondamentali nell'astronomia moderna per quantificare le distanze apparenti tra oggetti celesti.
La democratizzazione dei dati cosmici
Quello che rende davvero rivoluzionario questo rilascio è l'approccio inclusivo adottato dai ricercatori. Oltre alle spettacolari immagini, il pubblico ha ora accesso a un catalogo fotometrico completo che include misurazioni strutturali, redshift e parametri fisici per ciascuna delle quasi 800.000 galassie documentate. Questa ricchezza di informazioni, precedentemente riservata alla comunità scientifica, apre molte strade scientifiche inesplorate anche per gli appassionati di astrofisica amatoriale.
La gestione pratica di questi dati richiede tuttavia una certa preparazione tecnica. Un singolo mosaico con scala di 30mas può richiedere il download di fino a 174 gigabyte, mentre le singole tessere individuali oscillano tra i 7 e i 10 gigabyte in formato compresso. Per analizzare questi file in formato FITS è necessario utilizzare software astronomico specializzato, fortunatamente disponibile anche in versioni gratuite e open-source.
La genesi di questo progetto affonda le radici nell'utilizzo del Hubble Space Telescope, che inizialmente definì quello che oggi conosciamo come il campo COSMOS. Questa regione di 2 gradi quadrati del cielo, che abbraccia approssimativamente 2 milioni di galassie, fu mappata attraverso 640 orbite terrestri del telescopio Hubble. Il COSMOS project ha saputo orchestrare nel tempo l'utilizzo dei principali telescopi terrestri e spaziali, creando una sinergia osservativa senza precedenti.
L'obiettivo finale di questo ambizioso programma di ricerca va ben oltre la semplice catalogazione di oggetti celesti. I ricercatori puntano a decifrare i meccanismi di formazione ed evoluzione delle galassie attraverso il tempo cosmico, utilizzando la combinazione di dati JWST con le precedenti osservazioni COSMOS per costruire una narrazione completa della storia dell'universo. Questa integrazione di dataset storici e contemporanei rappresenta un approccio metodologico innovativo che promette di rivelare pattern evolutivi fino a oggi invisibili.