ACL virtualizza le app Android su tutti gli OS mobili

OpenMobile ha mostrato al pubblico ACL. Si tratta di una macchina virtuale per MeeGo e altri sistemi operativi mobile, il cui scopo è scaricare ed eseguire applicazioni Android. Una nuova dimostrazione delle possibili applicazioni della virtualizzazione in ambito mobile.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

OpenMobile ha creato ACL, un'integrazione per sistemi operativi mobile il cui scopo è permettere l'esecuzione si applicazioni Android su MeeGo, Windows Phone 7, Symbian, Bada e altri. ACL non richiede allo sviluppatore di modificare il proprio codice, ma solo all'OEM di aggiungere del codice al sistema operativo dello smartphone.

Nel video potete vedere all'opera una prima versione di ACL su MeeGo. Le immagini mostrano come sia possibile avviare applicazioni Android come se fossero native; rispondono come farebbero su un tablet Android, comprese la capacità multitasking. Si può accedere anche ai vari negozi di applicazioni, se non sono vincolati in altro modo. L'ultima parte del video mostra l'esecuzione di un gioco, Guitar Hero, senza un apparente calo di prestazioni.

ACL

Come potete intuire ACL funziona grazie a una macchina virtuale, in particolare Dalvik VM. È quindi legittimo aspettarsi un certo calo di prestazioni, nonostante il video cerchi di promettere il contrario. D'altra parte telefoni e tablet moderni hanno risorse abbondanti, e fatto salvo per alcuni giochi dovrebbe essere possibile eseguire tanto la VM quanto l'applicazione senza particolari problemi.

A questo punto sarebbe legittimo domandarsi a cosa serve un sistema simile. Perché un utente dovrebbe comprarsi un prodotto Windows per poi usare applicazioni Android, invece di scegliere direttamente un dispositivo con il sistema operativo di Google?

Alcune ragioni si potrebbero trovare. Un utente potrebbe preferire Windows Phone o Windows 8 per via della compatibilità con alcune applicazioni o servizi, come Microsoft Office o la posta aziendale tramite Exchange. Potrebbe persino trattarsi di una (improbabile) scelta obbligata in alcuni casi. E allora ALC darebbe accesso a software che interessa all'utente, ma che non sarebbe possibile avere se non comprando un secondo dispositivo.

Resta da vedere che cosa faranno gli altri produttori. RIM è certamente interessata a una soluzione simile, visto che già con il poco apprezzato PlayBook l'ha prevista. Samsung potrebbe aprire alla virtualizzazione di Android in Bada, così da supplire a un mercato di applicazioni non particolarmente ricco. Per Microsoft il discorso è invece più complesso, ma non si può escludere nessuna possibilità.

Comunque si evolvano ALC e prodotti simili la loro semplice esistenza dimostra che la virtualizzazione ha trovato ormai posto anche nei telefoni cellulari. Le applicazioni possono essere anche altre, come la creazione di un "doppio smartphone" per uso privato e professionale.

C'è un aspetto più rilevante di altri riguardo a queste questioni, e ha a che fare più con gli sviluppatori di applicazioni che con i produttori di sistemi operativi e smartphone. Alcuni di voi si saranno ormai resi conto che se si vuole cambiare sistema bisogna affrontare il tema del denaro speso in applicazioni, perché va del tutto perso. Se si passa da iOS a Android o viceversa le applicazioni acquistate non sono più recuperabili infatti, e lo stesso vale per musica e altri contenuti.

In altre parole, se avete speso più di qualche centesimo ormai non cambierete più sistema. A meno che non arrivi una macchina virtuale a salvare capra e cavoli.

Non sembra di chiedere molto – mantenere ciò che si è pagato – ma a occhio e croce mi sa che non vedremo una cosa del genere ancora per un bel pezzo.