Android 3.0 è open source, ma solo in teoria

Google ha deciso di non distribuire immediatamente il codice sorgente di Android 3.0 Honeycomb. L'azienda di Mountain View vuole evitare che la versione per tablet venga usata sugli smartphone, dispositivi per cui sarebbe inadeguata.

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a cura di Manolo De Agostini

Niente codice sorgente pubblico per Honeycomb, Android 3.0, l'OS progettato da Google per i tablet. La casa di Mountain View ha dichiarato che non lo renderà disponibile, almeno fino a quando non completerà il lavoro di adattamento a dispositivi come gli smartphone.

"Android 3.0 è stato progettato da zero per dispositivi con schermi di grandi dimensioni… […] siamo felici di offrire queste nuove funzionalità sui tablet Android, ma dobbiamo fare molto lavoro prima di poterlo offrire ad altri tipi di dispositivi come gli smartphone", ha dichiarato l'azienda.

La decisione di Google è stata accolta dalle polemiche. C'è chi fa notare che mentre le grandi aziende hanno già accesso a Honeycomb, le piccole realtà dovranno aspettare mesi. "Per seguire la scaletta di uscita dei tablet, abbiamo fatto alcuni compromessi nel design. Non vogliamo pensare a che cosa ci vorrebbe per portare lo stesso software sui telefoni. Avrebbe richiesto un sacco di risorse aggiuntive e dilatato la nostra roadmap oltre ogni ragione. Così abbiamo preso una scorciatoia", ha dichiarato Andy Rubin, a capo del gruppo Android.

Insomma se Google rilasciasse il codice, potrebbero nascere degli strani esperimenti con ripercussioni "sull'esperienza utente". Google non vuole che il buon nome di Android 3.0 sia macchiato da arditi accoppiamenti.

"Android è un progetto open-source e non abbiamo cambiato la nostra strategia", ha precisato Rubin. Di diverso avviso Dave Rosenberg, uomo d'affari molto attivo nel mondo open source. Secondo Rosenberg la mossa di Google è un affronto agli appassionati del mondo open source, anche se è normale per un'azienda che vale 185 miliardi di dollari fare solamente ciò che è nel proprio interesse.

Come già noto da tempo, Google sta lavorando alla "fusione", se così possiamo definirla, della versione del SO per smartphone e per tablet. Come Apple, Google sa bene che non tutte le funzionalità fruibili sui tablet si adattano a uno smartphone e proprio da questa consapevolezza nasce lo stop alla distribuzione del codice sorgente.