Apple acquisisce Shazam, ma perchè?

L'azienda di Cupertino ha portato a termine l'acquisizione di Shazam per una cifra che dovrebbe aggirarsi attorno ai 400 milioni di dollari. Una mossa che fa parte di una più ampia strategia di diversificazione, che coinvolge inevitabilmente anche Apple Music e, probabilmente, anche i servizi concorrenti.

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a cura di Saverio Alloggio

Apple ha acquisito Shazam. Dopo alcuni giorni di indiscrezioni più o meno confermate, l'azienda di Cupertino ha condotto in porto l'operazione. Non è stata ufficializzata la cifra sborsata dall'azienda della Mela morsicata, che dovrebbe comunque aggirarsi attorno ai 400 milioni di dollari. Una mossa che sta inevitabilmente facendo discutere in queste ore, visti i vari aspetti coinvolti.

Innanzitutto, per quei pochi che non lo sapessero, ricordiamo cosa effettivamente sia Shazam. Si tratta di un'applicazione, disponibile gratuitamente per Android, iOS, Windows e MacOS, in grado di restituire tutte le informazioni su di un brano musicale (titolo, artista, album ecc...) semplicemente ascoltandolo.

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In realtà però Shazam Enternteinment, ovvero la società alle spalle dell'applicazione, è stata fondata nel 1999 a Londra, dunque ben prima dell'avvento degli smartphone. Inizialmente infatti il servizio era accessibile nel Regni Unito digitando su un qualsiasi telefono cellulare il numero "2580". A quel punto si riceveva un messaggio di testo con le informazioni sul brano che si stava ascoltando.

Con la presentazione, nel 2007, della prima generazione di iPhone, l'applicazione di Shazam è sbarcata nell'App Store nel 2008, riscuotendo progressivamente il successo che tutti sappiamo. Nel corso degli anni la società è stata in grado di raccogliere 143,5 milioni di dollari dagli investitori, con soggetti come la Sony Music o la Universal Music, due tra le più importanti case discografiche al mondo, tra le prime a credere nel progetto.

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Fino a ieri, con l'operazione portata a termine da Apple. Se la cifra di 400 milioni di dollari fosse confermata, si tratterebbe della seconda acquisizione più importante per l'azienda guidata da Tim Cook, dopo gli oltre 3 miliardi di dollari sborsati nel 2014 per accaparrarsi la Beats Audio. Numeri che fanno comprendere come si tratti di una mossa che vada analizzata su più fronti.

Non è un mistero che Apple si stia muovendo dietro le quinte per diversificare il proprio business in ottica futura. Attualmente l'andamento economico della società è strettamente legato agli iPhone, che influenzano in maniera importante anche la divisione dei servizi.

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Proprio quest'ultima sta assumendo un ruolo strategico sempre maggiore in casa Apple. Basti pensare come, nell'ultima trimestrale, la divisione dei servizi abbia toccato per la prima volta gli 8,5 miliardi di dollari di ricavi, con una crescita del 34% rispetto allo scorso anno. Anche in questo caso, numeri inequivocabili.

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Appare evidente dunque come l'acquisizione di Shazam rientri in questa ampia strategia di diversificazione, ma non solo. Si tratta infatti di un servizio già integrato in SIRI, con la possibilità di richiedere vocalmente all'assistente il titolo del brano che si sta ascoltando. Senza dimenticare la funzionalità che, in Apple Music, crea una playlist con tutti i brani riconosciuti da Shazam. Insomma, il solito concetto di ecosistema dell'azienda di Cupertino.

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Inoltre, in relazione ad Apple Music, potrebbero aprirsi scenari importanti. L'azienda di Cupertino vuole palesemente sfruttare la base di utenti di Shazam che, ad esempio, solo in Italia, conta 45 milioni di riconoscimenti al mese. Per fare questo si ipotizza che la mela, dopo l'acqusizione, possa indirizzare tutte le ricerche dell'applicazione nei propri servizi, escludendo quelli concorrenti.

Concretamente, quando Shazam effettuerà il riconoscimento del brano, potrebbe rimandare direttamente ad Apple Music o iTunes, eliminando i vari Play Music, Spotify e tutti gli altri. In tal senso, si tratta di una possibilità su cui non c'è alcuna conferma ufficiale, che potrà comunque essere smentita o confermata nei prossimi mesi. In ogni caso, si tratta di uno scenario verosimile, visto l'investimento operato dall'azienda di Cupertino.

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Il modello di business di Shazam è stato a lungo incentrato sugli introiti provenienti dalla pubblicità inserita nell'app e dai vari servizi di streaming linkati per ogni brano (Spotify, YouTube, Apple Music ecc...). Di fatto però i veri profitti sono arrivati quando ha allargato la propria visione al di fuori del mondo della musica, abbracciando ad esempio quello pubblicitario (ad esempio interazione degli utenti con gli spot televisivi). 

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Lo scorso anno i ricavi si sono attestati attorno ai 46 milioni di euro, con EBITDA positivo. Certamente un business lontanissimo dai numeri messi a segno da Apple, la quale però, come detto, ha strutturato una precisa strategia attorno all'acquisizione. "Shazam si è costantemente classificata come una delle app più popolari per iOS. Abbiamo in serbo progetti entusiasmanti", questo quanto dichiarato dall'azienda di Cupertino nella nota ufficiale.


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