Apple boicotta i riparatori e i clienti, parola di iFixit

L'amministratore delegato di iFixit accusa Apple perché ostacola i riparatori indipendenti.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Kyle Wiens, amministratore delegato di iFixit si è scagliato con una certa durezza contro Apple, che secondo lui sta boicottando l'attività dei riparatori in tutto il mondo. Sì perché riparare e migliorare (upgrade) i dispositivi iOS potrebbe essere anche un'attività redditizia se la stessa Apple non ci si mettesse di mezzo.

Una dichiarazione importante perché viene dal capo di quella società, iFixit appunto, negli ultimi anni si è resa famosa perché riesce a smontare e analizzare qualsiasi oggetto a poche ore dopo il suo arrivo sul mercato. iFixit è anche una rete di riparatori e un punto di riferimento per chi cerca manuali e guide su come intervenire sui propri prodotti, un faro per gli artigiani di tutto il mondo.

Kyle Weins

A peggiorare la situazione, continua Wiens, c'è il fatto che è difficilissimo ottenere la qualificazione ufficiale di Apple per riparare i computer, ed è sostanzialmente impossibile avere quella per i prodotti iOS. Ecco perché secondo l'imprenditore Apple ha "fatto ogni cosa che poteva per mettere queste persone (i riparatori indipendenti) in mezzo alla strada".

D'altra parte Apple ha reso palese la propria politica da tempo ormai: l'obiettivo è portare tutti gli interventi presso gli Apple Store, dove si concentra anche il personale autorizzato. Non sarebbe un male in linea di principio ma il problema, fa notare Wiens, è che non tutti vivono vicino a un negozio ufficiale o possono organizzare un appuntamento secondo il metodo imposto da Apple. Queste persone rischiano di trovarsi in seria difficoltà, quindi, se il negozio sotto casa finisce per chiudere.

iFixit si propone quindi come alternativa, vale a dire come fornitore di manuali e strumenti specifici da usare per riparare un iPhone o un iMac, anche senza la formazione ufficiale di Apple.

HTC One M8 sul banco di iFixit

Ma non è solo l'azienda di Cupertino a rendersi colpevole in questo ambito: "l'idea di fare affari con la riparazione del Surface Pro non mi entusiasmerebbe", ha infatti aggiunto Wiens. Sì perché il Surface Pro di Microsoft è uno tra i prodotti peggiori in circolazione quando si tratta di riparabilità, e a ben guardare ci sono anche tante altre aziende che fanno male su questo campo. Nemmeno il recente HTC One M8 splende da questo punto di vista, con un ben poco onorevole punteggio di 2/10. Ci sono anche aziende che si comportano bene invece (Amazon, Dell, Samsung e poche altre), ma sono sempre meno. È infatti indubbio che l'integrazione sempre più spinta e i design più arditi stiano costringendo le aziende a realizzare prodotti più chiusi, più belli ma meno riparabili.

A monte di tutto questo comunque c'è la mentalità, diffusasi negli ultimi anni, secondo la quale generalmente è meglio comprarne uno nuovo che ripararlo. A volte è vero, ma spesso si tratta solo di un luogo comune infondato a cui ci aggrappiamo per giustificare quello che è di fatto un capriccio - l'acquisto dell'ultimo gadget. Una scelta che non fa bene a noi, né al nostro conto in banca né all'ambiente, visto che tra l'altro in questo modo si aumenta molto la quantità di rifiuti elettronici.