Apple, storicamente riluttante ad affidarsi a tecnologie esterne per i suoi servizi core, sta ora valutando partnership strategiche che fino a pochi anni fa sarebbero apparse impensabili. La prossima generazione di Siri, l'assistente vocale che dal 2011 accompagna gli utenti iPhone, potrebbe rappresentare il simbolo di questa svolta epocale nell'approccio di Cupertino.
La partnership con Google prende forma
Secondo quanto emerso da fonti vicine alla questione, Apple e Google hanno avviato discussioni preliminari per sviluppare una versione personalizzata del modello Gemini. Questa collaborazione, ancora nelle fasi iniziali, vedrebbe l'intelligenza artificiale di Mountain View operare direttamente sui server Apple, rappresentando un'integrazione tecnologica senza precedenti tra le due aziende californiane. Il modello Gemini adattato funzionerebbe esclusivamente nell'infrastruttura cloud di Apple, garantendo così il controllo sui dati degli utenti che l'azienda di Tim Cook considera prioritario.
La strategia di Apple non si limita però alla sola partnership con Google. L'azienda sta conducendo trattative parallele con altri leader del settore AI, inclusi Anthropic con il suo Claude e OpenAI con ChatGPT, mantenendo aperte tutte le opzioni possibili per il futuro del suo assistente digitale.
Il metodo del confronto diretto
Internamente, Apple ha adottato quello che nel gergo aziendale viene chiamato "bake-off", un sistema di selezione basato sul confronto diretto tra soluzioni alternative. Da una parte troviamo il progetto Linwood, nome in codice per la versione di Siri sviluppata completamente con tecnologie proprietarie Apple. Dall'altra parte c'è Glenwood, che rappresenta invece l'integrazione con modelli di intelligenza artificiale esterni.
Questa doppia strategia riflette l'incertezza che ancora aleggia nel mondo tech riguardo alle migliori soluzioni per l'AI conversazionale. Anthropic, inizialmente considerata il partner più probabile, ha visto le proprie possibilità ridursi a causa delle richieste economiche considerate eccessive da Apple. La ricerca di alternative ha quindi portato l'azienda di Cupertino a esplorare nuove strade, inclusa quella che porta a Google.
Oltre la semplice ricerca online
È importante distinguere questa collaborazione dai piani già noti di Apple per integrare Gemini come opzione di ricerca generale all'interno di Apple Intelligence. Mentre quest'ultima funzionalità rappresenterebbe semplicemente un'alternativa a ChatGPT per le query informative degli utenti, il progetto attuale ha ambizioni molto più profonde. Si tratta infatti di sviluppare il "cervello" stesso della prossima generazione di Siri, ovvero il motore di intelligenza artificiale che gestirà tutte le interazioni vocali con gli utenti.
Le implicazioni di questa scelta vanno ben oltre gli aspetti puramente tecnici. Per Apple, che ha sempre fatto del controllo totale dell'esperienza utente il proprio marchio distintivo, affidarsi a tecnologie esterne per uno dei suoi servizi più iconici rappresenta un cambiamento di paradigma. Tuttavia, la rapidità dell'evoluzione nel campo dell'AI e la necessità di rimanere competitivi sembrano aver convinto anche i più conservatori dirigenti di Cupertino che l'isolamento tecnologico non è più una strada percorribile.
Le condizioni ancora da definire
Nonostante l'interesse reciproco, molti aspetti cruciali della potenziale partnership restano da definire. Le condizioni economiche dell'accordo non sono ancora state concordate, e sia Apple che Google dovranno trovare un equilibrio tra le rispettive esigenze commerciali e strategiche. Per Google, l'opportunità di vedere la propria tecnologia AI integrata in centinaia di milioni di dispositivi Apple rappresenta una vetrina promozionale di valore inestimabile. Per Apple, l'accesso a uno dei modelli di AI più avanzati al mondo potrebbe garantire a Siri quel salto qualitativo che gli utenti attendono da anni.
Il tempo per la decisione finale si sta comunque restringendo. Con il mercato degli smartphone sempre più competitivo e l'intelligenza artificiale che diventa rapidamente un fattore differenziante cruciale, Apple non può permettersi di rimandare troppo a lungo la scelta sulla direzione tecnologica da intraprendere per il futuro dei suoi assistenti digitali.