Cellulare carico in 10 minuti. E se prende fuoco?

L'operatore telefonico giapponese NTT Docomo ha presentato il prototipo di un caricabatterie per smartphone che completa la ricarica in 10 minuti, moltiplicando per 10 la quantità di corrente erogata. Al momento non ci sono risposte riguardo ai rischi di surriscaldamento di un'operazione di questo tipo, ma esistono soluzioni alternative decisamente meno pericolose.

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a cura di Elena Re Garbagnati

NTT Docomo sta lavorando allo sviluppo di una batteria per smartphone in grado di ricaricarsi completamente in 10 minuti. La prima dimostrazione della tecnologia è stata fatta al CEATEC. Il prototipo è un dispositivo esterno e in questo caso è servito per ricaricare la batteria di un NEC Medias con sistema operativo Android.

La teoria alla base del prototipo è molto semplice: introdurre più energia e più velocemente all'interno della batteria, alzando la corrente erogata di dieci volte, dagli 0,55 Ampere standard a 5,85 Ampere.

Il caricabatterie veloce di Docomo

Questa tecnica ha una controindicazione facile da intuire: erogando troppa corrente si rischia un surriscaldamento della batteria già durante la ricarica, per non parlare del rischio di esplosione o di incendio come quelli che si erano verificati nel 2006 con le batterie Sony per notebook.

Docomo non ha ancora dissipato questo dubbio, né risposto ad altri quesiti relativi al prevedibile abbassamento della vita media della batteria dopo un certo numero di cicli di ricarica con questo metodo "accelerato".

Sembra tuttavia assodato che l'azienda intenda proporre presto il prodotto in vendita, anche se non ha ancora idea del valore che sarà indicato sull'etichetta del prezzo, che comunque dovrebbe essere molto basso per attirare l'attenzione dei consumatori e far chiudere un occhio sui rischi d'uso del prodotto.

Prima di lasciarsi andare a facili entusiasmi, ricordiamo che sono già in commercio decine di soluzioni esterne per ricaricare in emergenza la batteria dello smartphone tramite connettori universali che bene o male si adattano a diverse marche di cellulari, e che costano una ventina di dollari o meno. Si tratta quasi sempre di prodotti piccoli e facili da trasportare, che accumulano corrente tramite la connessione USB del computer e la erogano al telefono quando necessario. 

Il prototipo funziona solo con un prodotto NEC in vendita in Giappone - Clicca per ingrandire

Certo, non si integrano alla perfezione con il prodotto da ricaricare come la soluzione di Docomo, ma per rimediare a un problema contingente per una volta si può chiudere un occhio sulla perfezione estetica.

Il problema della ricarica veloce delle batterie è un argomento dibattuto dai ricercatori soprattutto nel settore automobilistico, perché le auto elettriche in effetti dovrebbero poter garantire tempi di sosta sostenibili quando c'è la necessità di ripristinare la carica delle batterie.

Per uno smartphone francamente un caricatore esterno USB sembra più che sufficiente per soddisfare le esigenze degli utenti, senza necessariamente arrivare a rischiare surriscaldamenti o esplosioni per avere una batteria perfetta in 10 minuti. Nel frattempo continuiamo a sperare che i produttori riescano a trovare il modo per far durare di più le batterie ed evitarci la ricerca di soluzioni d'emergenza.