Chip A6 e A7 per iPad e iPhone, Apple sceglie TSMC

Fonti industriali danno per fatto l'accordo tra Apple e TSMC sulla produzione dei chip dei futuri iPad e iPhone. La fonderia taiwanese si avvarrà dei processi produttivi a 28 e 20 nanometri. La casa di Cupertino si smarca quindi da Samsung, ormai rivale su molti fronti.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

I system on chip ARM dei dispositivi Apple, in primis iPad e iPhone, saranno realizzati da TSMC. Il quotidiano Digitimes dà per fatto l'accordo tra la casa di Cupertino e la fonderia taiwanese, di cui si parlava già da mesi. TSMC, interpellata, non ha commentato. L'accordo dovrebbe contemplare almeno due generazioni di processi produttivi, quella a 28 e quella a 20 nanometri, di cui Apple si avvantaggerebbe per realizzare i system on chip futuri, i presunti A6 e A7.

Al momento non è chiaro - non è specificato - se la fonderia taiwanese sarà l'unico partner produttivo dell'azienda guidata da Tim Cook, anche se sono noti a tutti gli screzi con Samsung sul tema dei brevetti e la battaglia in corso sul mercato degli smartphone e dei tablet tra le due aziende.

Si può pensare quindi che Apple stia cercando di smarcarsi totalmente dalla rivale, e TSMC è l'unica soluzione adeguata per soddisfare l'elevata domanda di mercato. In ogni caso la rotta verso la separazione sembra segnata. Il Digitimes afferma che TSMC sarebbe riuscita a negoziare un buon prezzo, assicurandosi che i margini di guadagno derivanti dagli ordini di Apple siano simili a quelli lordi attuali. L'azienda taiwanese ha ottenuto un margine lordo del 46% nel secondo trimestre di quest'anno.

Il quotidiano sostiene però che Apple e TSMC non abbiano ancora parlato di altri servizi di supporto che riguardano packaging e test. TSMC non sarebbe al momento in grado di offrire un servizio adeguato sotto questo profilo, tanto che la casa di Cupertino avrebbe allacciato trattative, che potrebbero sfociare in un accordo, con Siliconware Precision Industries (SPIL) e Amkor Technology.

Che cosa cambia per il consumatore finale? Fondamentalmente nulla, non è importante infatti chi produce un chip, ma che funzioni come previsto. Anche sul fronte dei procedimenti legali non ci sono impatti concreti, in quanto Apple non lamenta lo scopiazzamento del chip, ma del design e di alcune parti del sistema operativo. Tuttavia ridurre la propria dipendenza dal principale rivale di mercato è senz'altro un'ottima cosa, anche se le aziende dovrebbero continuare a collaborare per la produzione di schermi.

L'unico aspetto che deve interessare chi è intenzionato ad acquistare gli iPhone o gli iPad del 2012 sono gli eventuali problemi di TSMC nel produrre chip con i nuovi processi produttivi. Intoppi di questo genere potrebbero indurre Apple a far uscire i prodotti in ritardo oppure a creare una situazione molto antipatica: il cosiddetto shortage, che si verifica quando la produzione non è in grado di coprire la domanda.

###old891###old

Qualche analista nelle settimane precedenti ha paventato l'ipotesi che il chip A6 a 28 nanometri che probabilmente vedremo nell'iPad di terza generazione non sarà pronto prima di giugno 2012, il che costringerebbe Apple a prendere una decisione: presentare un prodotto nuovamente con il chip A5 oppure far slittare il debutto del prodotto. 

Tuttavia bisogna ricordare che a luglio l'agenzia di stampa Reuters scriveva che TSMC stava già effettuando i primi test produttivi del chip A6. Insomma, i piani di Apple non sono ancora chiari e la maturità dei 28 nanometri nemmeno, in quanto al momento non ci sono chip sul mercato realizzati con questo processo produttivo. 

Ci sono diverse declinazioni di un processo produttivo, quindi quella di un chip grafico è diversa da quella di un SoC e via dicendo. Non ci resta che attendere e intanto aspettare novità sul fronte iPhone 5 (o 4S), la cui presentazione sarebbe prevista secondo voci dei giorni scorsi per la metà ottobre. Il New York Times, questa mattina, parla di "poche settimane".