Dipendenza da smartphone: ecco i centri per disintossicarsi

L'iniziativa è stata avviata in Corea del Sud, dove si stima che il 30% dei giovani compresi tra i 10 e i 19 anni sia dipendente dagli smartphone.

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a cura di Saverio Alloggio

Centri per disintossicarsi dalla dipendenza da smartphone. È la particolare iniziativa messa in piedi in Corea del Sud e rivolta soprattutto ai più giovani, al fine di tenerli il più lontano possibile dagli schermi. Il paese che ha dato i natali a Samsung è storicamente sensibile a questi temi, tanto da aver istituito da anni un particolare ministero di Scienza, Informazione e Comunicazione Tecnologica. Proprio quest'ultimo ha realizzano un report secondo il quale il 30% dei giovani sudcoreani (tra i 10 e i 19 anni) è da considerarsi "eccessivamente dipendente" dagli smartphone.

Solo nel 2019, il governo sudcoreano ha organizzato ben 16 campi di recupero per oltre 400 giovani. Si tratta di programmi gratuiti, con i partecipanti che devono semplicemente pagare una quota pari a 77 euro per il vitto. Ovviamente, all'interno di questi centri gli smartphone sono assolutamente vietati, dovendo consegnarli ai responsabili sin dal primo giorno. Da quel momento, parte il periodo di disintossicazione completa per i successivi 12 giorni, portato avanti grazie a tutta una serie di attività pensate ad hoc.

Un'iniziativa certamente particolare, che certifica quanto il problema sia particolarmente sentito in Corea del Sud. In tal senso, basti pensare come il 98% dei teenager sudcoreani possieda uno smartphone per comprendere l'ampiezza del fenomeno. In realtà però, com'è facilmente intuibile, si tratta di problema diffuso a livello globale: nel 2015 si stima che il 16% dei quindicenni residenti nei paesi OECD (Organisation for Economic Cooperation and Development), di cui fa parte anche l'Italia, hanno trascorso più di sei ore online al di fuori degli orari scolastici. Una percentuale che sale di 10 punti nel weekend.

Insomma, una situazione che deve certamente far accendere un campanello d'allarme. Probabilmente l'iniziativa intrapresa dalla Corea del Sud potrebbe sembrare estrema, ma per comprenderla fino in fondo occorre allargare la prospettiva, guardando dunque al di là di quella che può essere la situazione italiana.