Fitbit preciso nel rilevamento dei battiti? C'è chi dice no

I Fitbit sono precisi nel monitoraggio del battito cardiaco? No, secondo uno studio indipendente e una class action.

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a cura di Manolo De Agostini

La tecnologia di monitoraggio del battito cardiaco PurePulse a bordo dei fitness tracker Fitbit sarebbe "pericolosa", tanto da rappresentare un rischio per i consumatori. È questo il parere del dottor Edward Jo, assistente professore di fisiologia applicata della California State Polytechnic University.

Al dottore è stato chiesto infatti di effettuare una ricerca sulla precisione dei Fitbit Charge HR, Surge e Blaze dallo studio legale Lieff Cabraser Heimann & Bernstein, come parte di una class action diretta contro Fitbit.

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"I legali mi hanno chiesto di fare uno studio valutativo come ricercatore indipendente e imparziale. Qualunque fosse stato l'esito, avevo il compito di svolgere uno studio completo e fornire loro i risultati", ha spiegato il dottor Jo al sito Wareable.

Risultati che hanno portato a concludere che la precisione nella registrazione del battito cardiaco è, mediamente, inaccurata di 20 battiti al minuto durante esercizi a intensità da moderata ad alta.

"Questa imprecisione che abbiamo registrato può rappresentare un pericolo non solo per la popolazione clinica, ma anche per quegli individui che potrebbero non sapere di avere una patologia cardiaca", ha dichiarato il dottor Jo. "Può metterli a rischio".

Fitbit contesta i risultati dello studio. "Quello che gli avvocati chiamano uno 'studio' è di parte, senza fondamento e niente di più che un tentativo di ottenere denaro da Fitbit. Manca di rigore scientifico ed è il prodotto di una metodologia imperfetta. È stato pagato dagli avvocati dei querelanti che hanno fatto causa Fitbit, ed è stato condotto con un elettrocardiogramma di tipo consumer - non un vero dispositivo clinico, come fatto credere dagli avvocati. Inoltre, non ci sono prove che il dispositivo usato dal presunto studio sia stato testato per garantire precisione".

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Parole dure, che il dottor Jo ha accolto con poca sorpresa. "Erano prevedibili. Non plaudono al mio lavoro se il risultato dello studio indipendente non è in favore del prodotto, ovviamente il produttore offre una confutazione generica - e una di quelle più generiche è dire che la metodologia è sbagliata".

Il dottore ha anche aggiunto che il dispositivo usato per fare il confronto con i Fitbit, lo Zephyr Technology BioHarness, è stato approvato dalla FDA (Food & Drug Administration) e raffrontato ai migliori dispositivi del settore. "Quando dicono che non è un dispositivo di livello clinico beh, non so proprio cosa significhi".

Un portavoce di Fitbit ha sottolineato uno studio aggiuntivo di Consumer Reports (una sorta di Altroconsumo statunitense) in cui Surge e HR hanno ottenuto un rating eccellente. Lo studio secondo il dottore è però poco utile perché svolto su solo due individui.

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"Se parlano di metodologia imperfetta, questo studio ha il livello più basso di rigore scientifico che si potrebbe avere", ha sostenuto Jo. "È grezzo, non raffinato e ha pochi dati. Dicono che hanno fatto l'analisi statistica - non si può fare l'analisi statistica solamente con due punti dati. E questo è il loro riferimento?".

Lo studio di Jo ha coinvolto 43 soggetti simultaneamente che hanno indossato Surge e Charge HR su entrambi i polsi, con oltre 120.000 punti dati in condizioni controllate.

Jo ha spiegato che le imprecisioni riportate non erano coerenti e, cosa più preoccupante, ha anche notato differenze tra i vari dispositivi di Fitbit, mentre erano indossati entrambi nello stesso tempo. "Un'altra analisi che abbiamo svolto è stata quella di confrontare i dati del Charge HR con il Fitbit Surge. Si presume abbiano lo stesso sensore ottico di battito cardiaco. Quindi si potrebbe pensare che i risultati di un individuo debbano essere i medesimi per un dato punto di tempo, ma abbiamo riscontrato incongruenze".

Fitbit dice che non ha mai dichiarato che i suoi dispositivi sono di tipo clinico, ma consumer, tuttavia secondo gli avvocati il problema non è la definizione del prodotto quanto ciò che fa e come viene pubblicizzato. "Non importa se si tratta di un dispositivo medico o no, dicono ai consumatori che farà una cosa, i consumatori lo acquistano e si scopre che non fa quella cosa. Si tratta della classica frode ai danni del consumatore e penso che è ciò con cui abbiamo a che fare in questo caso".

Fitbit ribadisce che il suo team di ricerca ha sviluppato la tecnologia PurePulse per tre anni prima di introdurla sul mercato "e continua a condurre studi approfonditi" per testare le caratteristiche dei prodotti. Comunque vada la class action, tra un botta e risposta di studi, basta per instillare il dubbio nei consumatori, proprio quello che Fitbit non vuole. Però qui c'è in ballo la salute delle persone, quindi fare luce è importante e lo sarà sempre di più con la diffusione dei fitness tracker, usati già da milioni di persone.

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