Nel panorama delle applicazioni fotografiche per smartphone, una nuova proposta sta facendo parlare di sé per le sue radici profondamente legate all'innovazione che ha rivoluzionato la fotografia mobile negli ultimi anni. Adobe ha recentemente lanciato Project Indigo, un'app per fotocamera che rappresenta l'evoluzione naturale di tecnologie che hanno reso famosi i Google Pixel. Dietro questo progetto si celano due figure chiave che hanno contribuito a ridefinire gli standard della fotografia computazionale: Marc Levoy e Florian Kainz, veterani dello sviluppo delle app Google Camera e Pixel Camera.
La filosofia di Project Indigo si basa su un approccio che spinge oltre i limiti delle tecnologie già consolidate. L'applicazione combina fino a 32 immagini deliberatamente sottoesposte per ogni scatto, superando le 15 immagini utilizzate tradizionalmente da Google. Questa metodologia più aggressiva nella sottoesposizione promette risultati superiori in termini di riduzione del rumore nelle ombre e preservazione dei dettagli nelle luci più intense. Come spiegano i creatori, questo processo richiede qualche secondo di pazienza dopo aver premuto il pulsante di scatto, ma il risultato finale giustifica l'attesa.
L'implementazione dell'equivalente del Super Res Zoom rappresenta uno degli elementi più interessanti di Indigo. Questa tecnologia, introdotta originariamente con la serie Pixel 3, sfrutta il tremolio naturale della mano combinato con algoritmi di super-risoluzione per migliorare la qualità dello zoom ibrido. Sui modelli iPhone Pro Max, l'app riesce a ottimizzare gli scatti a 2x e 10x di ingrandimento, segnalando queste funzionalità con piccole icone "SR" sui rispettivi pulsanti di zoom.
La modalità notturna di Indigo dimostra una particolare attenzione alla versatilità d'uso. Quando l'app rileva la presenza di un treppiede, può combinare fino a 32 immagini della durata di un secondo ciascuna, mantenendo comunque la possibilità di scattare a mano libera. Questa flessibilità riflette l'approccio moderno alla fotografia mobile, dove l'automazione intelligente si adatta alle condizioni di utilizzo.
Un aspetto distintivo di Indigo risiede nella sua filosofia di elaborazione delle immagini. A differenza di molte soluzioni contemporanee che ricorrono alla segmentazione semantica per operare modifiche drastiche, l'app Adobe si limita a ritocchi sottili. Questo approccio mira a preservare l'aspetto naturale delle fotografie, evitando tone mapping eccessivo, smoothing aggressivo e over-sharpening. La riduzione del rumore viene mantenuta al minimo per conservare le texture originali, anche se ciò comporta la presenza di un leggero rumore nell'immagine finale.
Le funzionalità professionali non mancano in Indigo. L'app offre controlli manuali completi per ISO, velocità dell'otturatore, esposizione e bilanciamento del bianco, insieme a una modalità di lunga esposizione che supporta l'output RAW. Una caratteristica particolarmente utile è la possibilità di impostare il numero di frame da combinare per creare un'immagine, opzione vantaggiosa quando si fotografano soggetti in rapido movimento.
Attualmente, Indigo è disponibile esclusivamente sull'App Store per dispositivi iPhone dotati di almeno 6GB di RAM. Questo significa compatibilità con tutti i modelli Pro e Pro Max a partire dalla serie 12, e con i modelli non-Pro dalla serie 14 in poi. Adobe ha confermato lo sviluppo di una versione Android, senza però fornire tempistiche precise per il rilascio.
La roadmap futura dell'applicazione prevede l'implementazione di look alternativi, una modalità ritratto di alta qualità, funzionalità video con caratteristiche computazionali avanzate, e un'opzione panorama. Gli sviluppatori stanno inoltre valutando l'introduzione di diverse modalità di bracketing per esposizione e messa a fuoco, con l'app che si occuperebbe di combinare automaticamente gli scatti risultanti. Queste funzionalità potrebbero rivelarsi particolarmente utili per l'astrofotografia o per ottenere immagini completamente a fuoco in ogni loro parte.