Frammentazione Android? Per gli sviluppatori è una Babele

OpenSignal ha rilasciato oggi un report sullo stato di frammentazione di Android, diviso tra migliaia di produttori, modelli e versioni differenti. Per i consumatori è forse un vantaggio ma per gli sviluppatori è quasi sicuramente un problema.

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a cura di Alessandro Crea

La frammentazione di Android, da alcuni ritenuta eccessiva, è uno dei più noti argomenti di discussione riguardo all'OS del robottino verde, capace di generare riflessioni, in positivo o in negativo, comunque sempre molto stimolanti. Ma come stanno davvero le cose? A fornirci un'istantanea abbastanza precisa e dettagliata ci ha pensato OpenSignal.

android fragmentation

Grazie alla capillare diffusione della propria app per mappare le reti wireless sia su Android che su iOS, l'azienda è stata in grado di raccogliere dati molto precisi che contribuiscono a restituirci un quadro dettagliato della situazione.

Frammentazione dei dispositivi

Prima di fare qualche considerazione dunque guardiamo anzitutto i dati più importanti, ricavati dall'analisi di ben 682000 smartphone. Quello che emerge comparando i dati di quest'anno con quelli precedenti è che la frammentazione di Android cresce senza sosta: solo quest'anno infatti si registrano ben 1294 produttori in più rispetto al precedente, con un conseguente aumento del numero totale di singoli modelli di smartphone disponibili sul mercato, che infatti sono passati dai 18796 del 2014 ai 24093 attuali, mentre nel 2013 se ne contavano 11868, in pratica in due anni il numero di dispositivi unici è quasi raddoppiato.

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Frammentazione dei brand

Una risultato di questa situazione è ovviamente l'aumento degli attori presenti sulla scena e una conseguente atomizzazione della stessa, con quote di mercato che scendono per gli attori principali, vittime appunto del numero di produttori sul mercato. Samsung ad esempio, pur confermandosi leader del settore, ha visto la propria quota del mercato globale crollare passando dal 47.5% del 2012, al 37.8% attuale.

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Frammentazione del sistema operativo Android

Ma la segmentazione del mercato in un numero eccessivo di brand non è l'unico aspetto frammentario di Android. I dati raccolti da OpenSignal infatti mostrano ad esempio che sul mercato sono ancora compresenti diverse release di Android, soprattutto Ice Cream Sandwich (4.0.3 e 4.0.4, le ultime due rilasciate), Jelly Bean (4.1, 4.2 e 4.3) e KitKat 4.4 ma seppur in misura minore troviamo ancora dispositivi con la versione 2.2 Froyo e 2.3 Gingerbread, rilasciate tra il 2010 e il 2011, mentre le versioni 5.0 e 5.1 di Lollipop hanno scalfito solo la superficie dell'enorme parco macchine Android in circolazione.

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Frammentazione dei display con diagonali e risoluzioni differenti

Infine un altro elemento di frammentazione è rappresentato dalla varietà di diagonali e risoluzioni adottate per i display e per la tendenza di quasi tutti i produttori a sovrapporre ad Android una propria interfaccia che ne cambia aspetto e, in parte funzionamento (ad esempio Samsung TouchWiz o HTC Sense, ma quasi ogni produttore ha la sua).

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Alcune considerazioni

In cosa si traduce tutta questa frammentazione? Per gli utenti quasi certamente in un vantaggio, mentre per gli sviluppatori in un sostanziale problema.

Se infatti tutta questa estrema varietà consente virtualmente ad ogni singolo utente di scegliere il prodotto perfetto per le proprie esigenze, quasi tagliato su misura per lui, per uno sviluppatore è difficile, se non quasi impossibile, realizzare un'app che si comporti alla stessa maniera o anche semplicemente funzioni, su così tanti smartphone, di così tanti produttori differenti, ciascuno con diagonale e risoluzione diversa e probabilmente equipaggiato con una delle tante release di Android.

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Trovare il bandolo della matassa in questo dualismo è difficile, ma ciò che è certo è che questa situazione penalizza Android in almeno due modi: nonostante sia il sistema operativo più diffuso al mondo non sono pochi gli sviluppatori, di app o di giochi, che continuano a preferire la molto più omogenea proposta Apple, con esclusive o con porting che avvengono solo più tardi e comunque che spesso offrono una qualità inferiore rispetto alla controparte iOS.

android vs ios

In secondo luogo la competizione eccessiva e i margini di profitto assai ridotti a causa di dispositivi tutti uguali, tenderà da un lato a ridurre proprio la diversità dei dispositivi, soprattutto nelle fasce più economiche del mercato e, sulla media distanza, costringerà molti piccoli produttori ad uscire dal mercato.

Inoltre diversi brand stanno cercando di affrancarsi da Android – vedi ad esempio Samsung col proprio OS Tizen – proprio per sottrarsi a questa situazione, aumentare i propri profitti e riuscire ad offrire all'utente un ecosistema più omogeneo, funzionante e riconoscibile, sulla falsariga di quanto fa Apple appunto.   

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Certo, staccarsi da un colosso e riuscire a imporre la propria soluzione sarà, nel breve e medio termine, molto difficile e probabilmente poco produttivo, in ogni caso sarebbe sufficiente la defezione di uno o due dei primi cinque brand che attualmente utilizzano Android a farne crollare le vendite e, di conseguenza, le quote di mercato, aprendo così di fatto la strada ad altre soluzioni attualmente minoritarie. Questo Google lo sa da tempo e con Lollipop ha già incominciato a proporre qualche soluzione, ma solo il tempo potrà dirci se la mossa sarà stata abbastanza tempestiva.

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