Il mercato dei processori per smartphone flagship si prepara a un nuovo capitolo di tensioni competitive. Nonostante Samsung Foundry abbia finalmente risolto i problemi di resa produttiva che avevano afflitto la produzione su nodo a 3nm, portando a compimento lo sviluppo del promettente Exynos 2600 realizzato con processo a 2nm GAA, Qualcomm continua a dominare le forniture per la linea Galaxy S. Durante la conference call sui risultati fiscali del quarto trimestre, il gigante di San Diego ha dichiarato che il proprio SoC equipaggerà il 75% dei Samsung Galaxy S26, ridimensionando le aspettative di chi immaginava un ritorno massiccio dei chip proprietari di Samsung nella serie di punta 2026.
La questione affonda le radici nella debacle produttiva del 2024, quando Samsung Foundry non riuscì a garantire volumi sufficienti di Exynos 2500 su nodo a 3nm a causa di rese insoddisfacenti. L'intera gamma Galaxy S25 venne così equipaggiata esclusivamente con lo Snapdragon 8 Elite di Qualcomm, costringendo Samsung a sborsare circa 400 milioni di dollari aggiuntivi per compensare la mancata produzione interna. Un colpo finanziario che ha riacceso il dibattito sulla strategia dual-sourcing di Samsung e sulla competitività reale delle fonderie sudcoreane rispetto a TSMC.
La situazione tecnica sembra però radicalmente cambiata. L'Exynos 2600, prodotto su processo a 2nm con transistor Gate-All-Around, rappresenta un salto tecnologico significativo: la tecnologia GAA circonda il canale su tutti e quattro i lati, minimizzando le correnti di dispersione e migliorando la drive current. Il risultato dovrebbe tradursi in prestazioni superiori e maggiore efficienza energetica rispetto ai chip su nodi precedenti. Se i piani procedono, i Galaxy S26 con Exynos 2600 potrebbero diventare i primi smartphone commerciali equipaggiati con un SoC a 2nm, anticipando competitor come Apple e Qualcomm stessa.
Le prestazioni del chip coreano appaiono finalmente competitive. Fonti di settore indicano che l'Exynos 2600 si avvicina sensibilmente alle performance dello Snapdragon 8 Elite Gen 5, il processore che Qualcomm lancerà per contrastarlo. Particolarmente impressionante sarebbe il divario nelle elaborazioni legate all'intelligenza artificiale: secondo indiscrezioni, l'Exynos 2600 supererebbe di sei volte l'A19 Pro di Apple in task AI specifici, grazie probabilmente a una NPU potenziata e ottimizzazioni architetturali dedicate ai workload di machine learning.
Nonostante i progressi tecnici e produttivi, Qualcomm mantiene una posizione di forza contrattuale. Durante l'earnings call, l'azienda californiana ha chiarito che il 75% rappresenta ora la baseline assunta per ogni nuova generazione Galaxy, ridimensionando l'aspettativa precedente del 50-50. "Per Galaxy S25 abbiamo ottenuto il 100%. La nostra assunzione per qualsiasi nuovo Galaxy sarà sempre il 75%. Questa è la nostra previsione anche per Galaxy S26," hanno dichiarato i vertici. Una dichiarazione che suggerisce accordi commerciali solidi, probabilmente stipulati quando Samsung si trovava in difficoltà con la produzione a 3nm.
La distribuzione geografica dei modelli potrebbe seguire schemi già visti: storicamente Samsung riserva i chip Exynos ai mercati europei e asiatici selezionati, mantenendo Snapdragon per Nord America e Cina, dove il brand Qualcomm gode di maggiore prestigio presso i consumatori. Con il 25% della produzione destinato all'Exynos 2600, è probabile che solo alcuni modelli della gamma S26 standard e Plus ricevano il chip coreano, mentre il Galaxy S26 Ultra potrebbe rimanere territorio esclusivo Snapdragon nella maggior parte dei mercati.
La questione ha implicazioni più ampie per l'industria dei semiconduttori. Samsung Foundry compete direttamente con TSMC per le commesse delle grandi aziende tech, e la capacità di produrre volumi commerciali su nodo a 2nm GAA con rese accettabili rappresenta un importante test di credibilità. Il successo dell'Exynos 2600 non riguarda solo i margini di profitto di Samsung Electronics, ma anche la viabilità della divisione fonderie come alternativa credibile al monopolio de facto di TSMC nei processi più avanzati.
Per i consumatori europei, il ritorno dell'Exynos solleva le consuete domande sulla parità prestazionale e sull'efficienza termica rispetto alle varianti Snapdragon. Le generazioni precedenti hanno mostrato gap misurabili in autonomia, gestione termica e performance grafiche, alimentando community online dedicate a tracciare quale modello equipaggia quale mercato. Se Samsung ha davvero colmato il divario tecnico, l'Exynos 2600 potrebbe finalmente porre fine alla percezione di cittadinanza di serie B per chi acquista Galaxy S in Europa, dove tradizionalmente arrivano le versioni con chip proprietario.
Il lancio dei Galaxy S26 è atteso per il primo trimestre 2026, probabilmente tra gennaio e febbraio seguendo la consueta cadenza annuale. I prezzi dovrebbero mantenersi allineati alle generazioni precedenti, con il modello base intorno agli 899 euro e l'Ultra oltre i 1.400 euro nel mercato europeo. Resta da vedere se Samsung comunicherà apertamente quale processore equipaggierà nei vari territori, o se manterrà l'approccio silenzioso delle generazioni passate, lasciando ai tech enthusiast il compito di documentare le differenze regionali.