L'Unione Europea rallenta sulla regolamentazione delle telecomunicazioni e della cybersicurezza. La Commissione europea ha ufficialmente spostato al 20 gennaio 2026 la pubblicazione di due provvedimenti chiave per il settore tech: il Digital Networks Act (DNA) e la revisione del Cybersecurity Act. Una decisione che segna un rinvio significativo rispetto alle tempistiche inizialmente previste per dicembre 2025, come emerso dall'aggiornamento del calendario legislativo dell'esecutivo comunitario. Il posticipo di oltre un mese suggerisce la necessità di ulteriori consultazioni tecniche o l'emergere di complessità normative non previste nella fase di drafting.
Il Digital Networks Act rappresenta uno degli interventi normativi più attesi dal comparto delle telecomunicazioni europeo. Il framework legislativo mira a ridefinire le regole del mercato delle infrastrutture di rete, con particolare attenzione agli investimenti in fibra ottica, 5G e future reti 6G. Gli operatori tlc continentali guardano con particolare interesse alle disposizioni relative agli obblighi di copertura, alla condivisione delle infrastrutture passive e ai meccanismi di finanziamento per le aree a bassa densità abitativa.
La revisione del Cybersecurity Act, anch'essa rimandata al 20 gennaio 2026, dovrebbe invece aggiornare il quadro normativo europeo sulla sicurezza informatica introdotto nel 2019. Con l'esplosione delle minacce cyber e l'accelerazione della trasformazione digitale post-pandemia, l'aggiornamento mira a rafforzare il ruolo dell'ENISA (Agenzia dell'Unione europea per la cibersicurezza) e a estendere gli schemi di certificazione per prodotti e servizi ICT, dai dispositivi IoT alle piattaforme cloud.
Il doppio slittamento temporale genera incertezza regolatoria in un momento cruciale per l'ecosistema tech europeo. I fornitori di servizi cloud, i produttori di hardware di networking e gli operatori di data center attendevano chiarimenti normativi per pianificare investimenti pluriennali. Il vuoto regolamentario potrebbe rallentare progetti infrastrutturali proprio mentre l'Europa cerca di colmare il gap tecnologico con Stati Uniti e Asia, specialmente nell'ambito dell'edge computing e delle reti private 5G per l'industria 4.0.
L'agenda digitale europea continua quindi a procedere con tempi dilatati rispetto agli annunci iniziali. Dopo il Digital Markets Act e il Digital Services Act già in vigore, Bruxelles sta lavorando a un puzzle normativo complesso che include anche l'AI Act, il Data Act e l'European Chips Act. La capacità di coordinare efficacemente questi framework senza sovrapposizioni o contraddizioni resta una sfida tecnico-legislativa di primo piano per i policymaker comunitari, con ripercussioni dirette sulla competitività dell'industria tech europea.