Google Majel, viene da Star Trek per sfidare Siri di Apple

Google è al lavoro su Majel, un sistema di riconoscimento vocale che dovrebbe portare sui terminali Android le stesse capacità che Apple ha aggiunto all'iPhone 4S. All'inizio si occuperà di ricerche, e con il tempo si arricchirà di nuove funzioni.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google sta lavorando a un concorrente di Siri su Android, che dovrebbe migliorare le già valide interazioni vocali offerte dagli smartphone con questo sistema operativo. Si chiamerà Majel, come Majel Barrett-Roddenberry, la donna che dava la voce al computer in Star Trek: The Next Generation -una citazione che si va ad aggiungere al nome Nexus, ispirato quasi certamente al libro di Philip Dick Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, dal quale Ridley Scott trasse Blade Runner nel 1982.

Anche con Majel si potrà parlare in modo naturale al telefono, e usare questa interfaccia per compiere una grande varietà di azioni. Una prima versione potrebbe già essere distribuita quest'anno, solo per le ricerche, mentre le altre funzioni saranno aggiunte in un secondo momento.

Majel, moglie del creatore e produttore, ebbe ruoli in tutte le serie

La citazione di Star Trek non è poi limitata al nome. Secondo quanto spiegato tempo fa da Matias Duarte (responsabile per Android) la serie televisiva ha ispirato tutto lo sviluppo del sistema operativo. "Il nostro approccio è più come Star Trek, in particolare l'Enterprise; ogni elemento del computer, tutto può riconoscere la voce. Non che abbia una personalità, non ha un nome, è solo computer", ha spiegato infatti il dirigente lo scorso ottobre.

Nella stessa occasione Duarte aveva commentato l'idea di Apple di dare una sorta di personalità a Siri. "Può essere molto divertente all'inizio", ma non sul lungo termine. Siri sarebbe ispirato a Star Wars, e in particolare a "C3PO, che corre di qua e di là cercando di fare le cose che gli chiedi, fa casino e battute, è più o meno il personaggio comico della storia".

Una definizione decisamente poco lusinghiera per il prodotto di Apple, ma le parole di Duarte hanno un senso: Apple con Siri sta cercando di creare una relazione più personale tra utente e telefono, un'interazione che sia strumentale ma anche emotiva. Google invece punta all'efficienza, forse fredda e meccanica, ma soddisfacente.

Questo aspetto ha che fare con gusti personali e di marketing, ma a fare la vera differenza saranno i risultati e il buon funzionamento di questi "assistenti". Siri è ancora in beta, e quindi non può sorprendere che ci siano ancora tanti errori e mancanze da correggere; Majel deve ancora uscire, e di certo avrà bisogno di un periodo di test molto lungo. Prima di poter dire qual è l'assistente vocale migliore quindi dovremo aspettare.

Per ora però possiamo testimoniare ancora una volta come le aziende tecnologiche s'inseguano costantemente, imitandosi tanto nelle qualità quanto nelle pecche. Apple con iOS 5 ha recuperato tante cose note su Android, e poi ha aggiunto Siri ad iPhone 4S. Ora Google gioca la nuova carta di Majel, e non saremmo sorpresi di vedere anche Microsoft al lavoro su un'evoluzione dell'attuale TellMe. Resta ancora da vedere come il pubblico riceverà queste avanzate funzioni di riconoscimento vocale, quando saranno pronte.

Possiamo certamente parlare di circolo virtuoso, perché questa costante attività di "copia" porta agli utenti dispositivi sempre migliori, al di là di sistema operativo e marca. Speriamo che non ci si mettano gli avvocati a rovinare la festa, quando tra qualche anno - non molti - Siri, Majel e altri prodotti saranno completi e funzionanti.