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Pro
- Fotocamere versatili e intelligenti
- Pixelsnap (ricarica wireless Qi2)
- Esperienza software eccellente
- 7 anni di aggiornamenti garantiti
- Tensor G5 migliora in efficienza
- Design premium
- Display di alta qualità
- Ottima autonomia e ricarica rapida
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Contro
- Rimossa la ricarica wireless inversa
- Gaming non al livello dei top di gamma "premium"
Il verdetto di Tom's Hardware
Informazioni sul prodotto
Google Pixel 10 Pro XL
Google Pixel 10 Pro XL: la recensione in un minuto
Il Google Pixel 10 Pro XL si presenta come il culmine della visione hardware di Google per il 2025, un dispositivo maturo che sfida direttamente colossi come l'iPhone 16 Pro Max e il Samsung Galaxy S25 Ultra. La sua filosofia non risiede nella potenza bruta, ma in una simbiosi tra hardware, software e intelligenza artificiale, con il nuovo chip Tensor G5 a 3nm che promette di rendere la tecnologia invisibile e genuinamente utile.
Il design è un'evoluzione raffinata, con un retro in vetro opaco Gorilla Glass Victus 2 e un telaio in alluminio lucido che offre una sensazione premium al tatto. La vera novità è Pixelsnap, la risposta di Google a MagSafe, che, basandosi sullo standard Qi2.2, apre le porte a un nuovo ecosistema di accessori e a una ricarica wireless magnetica fino a 25W.
Il display Super Actua LTPO OLED da 6,8 pollici è semplicemente il migliore mai visto su un Pixel, con una luminosità di picco di 3300 nit che garantisce una leggibilità perfetta in ogni condizione e una frequenza di aggiornamento variabile da 1 a 120Hz per una fluidità impeccabile.
Il comparto fotografico rimane il fiore all'occhiello, con un versatile sistema a tre fotocamere (principale da 50MP, ultra-grandangolare da 48MP e teleobiettivo periscopico 5x da 48MP) potenziato dall'IA di Gemini. Funzioni come il Pro Res Zoom fino a 100x, che usa l'IA generativa per ricostruire i dettagli, e Video Boost, elevano l'esperienza a un livello superiore, rendendo semplice per chiunque ottenere risultati quasi professionali.
Sul fronte delle prestazioni, il Tensor G5 eccelle nei compiti legati all'intelligenza artificiale, ma la nuova GPU di Imagination Technologies mostra prestazioni attuali non all'altezza dei concorrenti, posizionandosi a livello della generazione precedente di Pixel. Teoricamente, a livello di driver, sono possibili corposi aggiornamenti che potrebbero cambiare questa narrativa, ma io devo raccontarvi quello che ho provato fino ad oggi.
L'autonomia è ottima, grazie a una batteria da 5200mAh che garantisce di arrivare a fine giornata, supportata da una ricarica rapida cablata da 45W. L'esperienza software con Android 16 è pulita e intelligente, ma molte delle funzionalità IA più rivoluzionarie non sono disponibili in Italia al lancio.
Prezzi
Il Google Pixel 10 Pro XL si posiziona come il vero top di gamma della nuova line-up dell'azienda americana, con un occhio di riguardo per gli utenti che cercano il massimo da uno smartphone Made by Google. A differenza degli altri modelli disponibili dal 28 agosto, il Pro XL arriverà nei negozi fisici e online con un leggero ritardo, a partire dal 22 settembre, sebbene sia già disponibile per il pre-ordine.
I prezzi riflettono il suo status di flagship, partendo da 1.299 euro per la versione da 256GB. Per chi desidera ancora più spazio, il modello da 512GB è proposto a 1.429 euro, mentre la capiente versione da 1TB raggiunge i 1.689 euro.
La disponibilità delle colorazioni varia in base al taglio di memoria scelto. L'elegante Nero ossidiana è disponibile per tutte e tre le capacità di archiviazione. Le raffinate varianti Grigio creta e Grigio argento sono invece riservate ai modelli da 256GB e 512GB. Infine, la distintiva colorazione Verde giada è un'esclusiva della versione da 256GB.
Come per gli altri modelli della gamma, anche per il Pixel 10 Pro XL sono previste al lancio interessanti promozioni di trade-in, con una supervalutazione dell'usato che può arrivare a sconti significativi. Sarà possibile acquistare il dispositivo sul Google Store ufficiale e presso le principali catene di elettronica come MediaWorld, Unieuro, Euronics e su Amazon.
Google Pixel 10 Pro XL: la recensione completa
Il nuovo top di gamma rappresenta il culmine della visione hardware di Google per il 2025, un prodotto che ha raggiunto una piena maturità. Nel panorama ultra-competitivo degli smartphone di fascia alta, il Pixel 10 Pro XL si posiziona come diretto concorrente di titani come l'iPhone 16 Pro Max e il Samsung Galaxy S25 Ultra.
Lo fa, come da tradizione Google, non inseguendo la potenza bruta o le schede tecniche strabordanti, ma puntando su un'armonia tra hardware, software e intelligenza artificiale che mira a rendere la tecnologia invisibile e genuinamente utile. L'esperienza complessiva, tuttavia, vale davvero il costo del biglietto di ingresso nel parco divertimenti di Gemini?
Finalmente un'opzione colorata!
Il design del Pixel 10 Pro XL è un esercizio di raffinata evoluzione. Google non ha stravolto la formula vincente introdotta con la serie Pixel 9, ma l'ha cesellata, limando i dettagli per raggiungere un equilibrio tra riconoscibilità ed eleganza.
La sensazione al tatto è la prima cosa che colpisce: il retro in vetro Corning Gorilla Glass Victus 2 con finitura opaca è un piacere da maneggiare, respinge quasi completamente le impronte e offre un contrasto tattile e visivo con il telaio in alluminio riciclato al 100% con finitura lucida. È una scelta stilistica precisa che lo distingue nettamente dal Pixel 10 base, il quale inverte la combinazione con un retro lucido e un telaio satinato.
Con le sue dimensioni di 162,8 x 76,6 x 8,5 mm e un peso di 232 grammi, il Pro XL è un dispositivo importante, ma ben bilanciato, che comunica solidità senza risultare sgraziato. È appena più pesante del modello dello scorso anno, probabilmente per colpa della batteria più capiente e dei magneti integrati sotto la scocca.
La vera, grande novità di questa generazione è infatti nascosta sotto la scocca: si chiama Pixelsnap ed è la risposta, attesa da anni, al MagSafe di Apple. Non si tratta di una semplice aggiunta, ma di un cambiamento fondamentale che apre le porte a un intero ecosistema.
Basata sullo standard di ricarica wireless Qi2, questa tecnologia magnetica permette di agganciare con precisione e sicurezza una nuova gamma di accessori. Per il Pixel 10 Pro XL, Google ha implementato lo standard più evoluto, il Qi2.2, che consente di raggiungere una velocità di ricarica wireless più elevata rispetto agli altri modelli della serie. Per anni, uno dei punti di forza dell'ecosistema Apple è stata la vasta gamma di accessori di terze parti resi possibili da MagSafe. Ora, Google sta gettando le fondamenta per qualcosa di simile nel mondo Android (e per sfruttare i prodotti MagSafe già esistenti).
Oltre all'impiego del vetro Victus 2 su fronte e retro, l'azienda afferma che il nuovo design è due volte più resistente di quello del Pixel 8 Pro e mantiene la certificazione IP68 per la resistenza ad acqua e polvere, un requisito ormai imprescindibile per un top di gamma.
La palette di colori per i modelli Pro include Moonstone (Grigio argento), Porcelain (Grigio creta), Obsidian (Nero ossidiana) e - la mia variante preferita - Jade (un verde salvia pallido con le cornici dorate).
Sono quasi tutte tonalità sobrie, professionali, che si sposano bene con le finiture premium del dispositivo, anche se si potrebbe desiderare un'opzione più audace e satura, come quelle riservate al modello base. Personalmente, credo che questo Pixel 10 Pro XL Jade sia il degno erede del mio amato Pixel 6 Pro Sorta Sunny.
Il pannello Super Actua LTPO OLED da 6,8 pollici è senza dubbio il miglior display mai montato su un Pixel. Google dichiara un picco di luminosità di 3300 nit, un valore impressionante sulla carta che si traduce in una leggibilità impeccabile in praticamente qualsiasi condizione di luce, non ho mai avuto la minima difficoltà a leggere testi, guardare mappe o comporre fotografie.
La tecnologia LTPO permette al display di variare dinamicamente la frequenza di aggiornamento da un minimo di 1Hz a un massimo di 120Hz. Questo si traduce in una sensazione di fluidità estrema durante la navigazione tra le varie app, lo scrolling di pagine web o feed social. Al contempo, quando si visualizza un'immagine statica o si legge un'email, il refresh rate scende, contribuendo in modo significativo a preservare la durata della batteria.
La risoluzione di 1344 x 2992 pixel si traduce in una densità di 486 PPI, garantendo una nitidezza cristallina di testi e immagini. La calibrazione dei colori è eccellente, con una riproduzione fedele ma brillante, e il pieno supporto HDR rende la visione di contenuti su piattaforme come Netflix o YouTube un'esperienza immersiva e gratificante.
Google ha sfruttato questo pannello eccezionale anche per migliorare l'esperienza a schermo spento. Una novità esclusiva dei modelli Pro è la funzione "Full Screen Wallpaper" per l'Always-on Display, che mostra una versione sfocata e attenuata del proprio sfondo. L'opzione è disabilitata di default ma è facile da trovare e si attiva con un tocco.
La scelta di investire tanto nel display, senza raggiungere i picchi stratosferici dei display degli smartphone cinesi, non è casuale. Gli ultimi iPhone di Apple, i diretti concorrenti dei Pixel, si fermano ad un picco di luminosità di 2000 nit. Siccome l'interazione primaria di un utente con il proprio smartphone avviene attraverso lo schermo, un display di questo calibro eleva la percezione di qualità dell'intero dispositivo, trasformando ogni singola operazione, dalla visione di una foto scattata pochi istanti prima alla semplice navigazione dell'interfaccia, in un'esperienza premium.
Sotto questo magnifico schermo si nasconde nuovamente un lettore di impronte digitali ad ultrasuoni. Nei miei test, il nuovo sensore si è dimostrato notevolmente più veloce e affidabile di quelli ottici ed in linea con i concorrenti, con una percentuale di riconoscimenti al primo tocco molto vicina al 100%, anche con le dita leggermente umide o sporche.
Tensor G5: potenziale ancora tutto da sfruttare?
Il cuore della nuova gamma Pixel 10 è il processore Google Tensor G5, che rappresenta l'aggiornamento più significativo mai realizzato da Google nel campo dei suoi chip personalizzati. Progettato specificamente per l'era dell'intelligenza artificiale di Gemini e realizzato a 3nm nelle fonderie di TSMC, il Tensor G5 introduce miglioramenti prestazionali in tutti i suoi componenti chiave.
La CPU è mediamente più veloce del 34%, mentre la Tensor Processing Unit (TPU), il vero fulcro dell'elaborazione AI sul dispositivo, vanta una potenza fino al 60% superiore rispetto alla generazione precedente. Questo si traduce in un'esperienza utente generale più fluida e reattiva e abilita funzionalità software complesse.
Citando la nostra recensione di Pixel 10:
Il chip esegue il più recente modello Gemini Nano di DeepMind, che risulta 2,6 volte più veloce e 2 volte più efficiente in compiti come l'analisi degli screenshot o le trascrizioni di Recorder. La finestra di contesto del modello on-device è stata ampliata a 32K token (rispetto ai 12K della generazione precedente), permettendo allo smartphone di comprendere contesti molto più ampi, come un mese di email o centinaia di screenshot.
Sebbene non ambisca a detronizzare i campioni di Qualcomm, MediaTek o Apple, sarebbe un errore sottovalutarlo. Il chip, lato CPU, si avvicina notevolmente alle performance di uno Snapdragon 8 Gen 3, mostrando un leggero vantaggio nei task single-core e un piccolo svantaggio in quelli multi-core. Questo lo posiziona saldamente nella fascia alta, ben al di sopra di un qualsiasi dispositivo di gamma media.
Questa scelta strategica di non inseguire le massime prestazioni grafiche si riflette anche nel processore d'immagine (ISP) e svela la vera priorità di Google. Se da un lato l'ISP personalizzato è stato potenziato per migliorare la registrazione video, abilitando una segmentazione della scena più precisa e filmati a 10-bit in 4K a 30fps con notevoli vantaggi in bassa luce, dall'altro non raggiunge i progressi visti sulla concorrenza.
La ragione è chiara: Google ha scelto di dedicare la maggior parte dello spazio sul silicio a una potentissima TPU. È questo il motore che alimenta non solo le sofisticate funzioni di intelligenza artificiale attuali, ma che è stato progettato per sostenere anche quelle future, in linea con il lungo supporto software garantito alla decima generazione di Pixel.
Passando al comparto grafico, il discorso si fa più complesso. Google ha deciso di interrompere la sua lunga collaborazione con ARM per le GPU Mali, affidandosi a Imagination Technologies e alla sua architettura DXT. La GPU del Tensor G5 offre quindi prestazioni paragonabili a quelle dello Snapdragon 8 Gen 2 del 2023, segnando un divario significativo rispetto a soluzioni più recenti come lo Snapdragon 8 Elite o i chip di Apple. Di conseguenza, il Pixel 10 gestisce senza problemi la maggior parte dei titoli, anche quelli più esigenti, a condizione di non spingere al massimo i dettagli grafici, replicando in gran parte l'esperienza del suo predecessore.
La GPU specifica integrata nel Tensor G5 è una DXT-48-1536 a due core, con una frequenza di clock di 1,1GHz. Per molti, Imagination Technologies potrebbe suonare come un nome quasi dimenticato nel mercato mobile di fascia alta, sebbene abbia reso possibili i processori degli iPhone fino al chip A10 Fusion, prima che Apple intraprendesse la strada delle soluzioni completamente custom. Anche Samsung in passato ha usato delle GPU della famiglia PowerVR. Il suo ritorno in un chip di punta come il Tensor G5 segna un momento importante per l'azienda e per la strategia hardware di Google.
Sulla carta, la configurazione a due core della DXT vanta 1,536 FLOP in FP32 per ciclo di clock, che si traducono in circa 1,69 TFLOP alla frequenza di 1,1GHz. Sebbene il confronto tra TFLOPs di architetture diverse sia sempre complesso, questo dato posiziona il Tensor G5 in una fascia di prestazioni nettamente superiore alla GPU del Tensor G4. Questo è, sempre nella teoria, il più grande balzo in avanti per la grafica dei Pixel.
Perché "sulla carta" e "nella teoria"? L'architettura della GPU è completamente nuova e sembra che i driver attuali non siano ancora maturi. Come detto prima, il Pixel 10 Pro XL si posiziona allo stesso livello della gamma Pixel 9 per quanto riguarda le attuali prestazioni grafiche, sebbene l'hardware sembri suggerire che è in grado di fare di più.
| Smartphone |
Geekbench 6 |
AnTuTu |
3DMark |
||||
|
Single-core |
Multi-core |
Steel Nomad | Steel Nomad Stress Test |
Wild Life Extreme |
Wild Life Extreme Stress Test |
||
|
Google Pixel 10 Pro XL |
2274 | 5442 | 1099665 |
1006 (7,46 fps) |
1014 - 860 (84,8%) |
3229 (19,34 fps) |
3249 - 2204 (67,8%) |
|
Google Pixel 10 |
2308 | 5244 | 1219542 |
1019 (7,55 fps) |
1009 - 875 (86,7%) |
3049 (18,26 fps) |
3192 - 1846 (57,8%) |
|
Google Pixel 9 Pro XL |
1920 | 4354 | 872143 |
1028 (7,62 fps) |
1026 - 682 (66,5%) |
2503 (14,99 fps) |
2525 - 1592 (63%) |
| Samsung Galaxy S25 Ultra | 3142 | 9870 | 2214097 |
1830 (13,56 fps) |
2423 - 1190 (49,1%) |
6161 (36,90 fps) |
6540 - 3246 (49,6%) |
| OnePlus 13 | 3043 | 9302 | 2259205 |
2532 (18,76 fps) |
2535 - 1663 (65,6%) |
6492 (38,88 fps) |
6751 - 4440 (65,8%) |
|
Oppo Find X8 Pro |
2795 | 8495 | 21632273 |
2496 (18,49 fps) |
2483 - 1490 (60%) |
6379 (38,20 fps) |
6470 - 3733 (57,7%) |
Se la corsa alle performance pure non è vinta, la vera ragione del cambio di fornitore risiede probabilmente nel set di funzionalità e nell'efficienza dell'architettura DXT. La novità più attesa era l'introduzione del supporto hardware per il ray tracing. Google ha optato per una configurazione modesta (un'unità Ray Acceleration Cluster, RAC, per ogni core), ma la tecnologia di Imagination è di prim'ordine. Si tratta, in teoria, di un'implementazione "Level 4", l'unica nel settore, che gestisce in hardware processi complessi come il calcolo delle intersezioni (BVH processing) e l'ordinamento per coerenza dei raggi (Ray Coherency Sort), liberando risorse preziose della GPU.
Questo potrebbe tradursi in un'efficienza nel ray tracing superiore a quella di concorrenti con configurazioni hardware sulla carta più potenti. Di nuovo, però, siamo nel regno del "in teoria" e dei "potrebbe". Questo perché, sebbene l'hardware abbia queste potenzialità, Google sembra non aver implementato il supporto software al ray tracing.
Un'altra nuova caratteristica chiave, finora assente nei chip Tensor, è il supporto alla virtualizzazione della GPU. Questa tecnologia permette di allocare risorse grafiche accelerate a una macchina virtuale, aprendo la porta a nuove funzionalità esclusive per i Pixel, probabilmente legate alla sicurezza o a nuove modalità di interazione software.
L'architettura di Imagination si differenzia profondamente da quella di ARM (Mali) e Qualcomm (Adreno) anche per altri motivi. Utilizza ALU (Arithmetic Logic Unit) superscalari a 128-bit e un approccio multi-core decentralizzato. Questa struttura favorisce l'elaborazione parallela di dati a diversa precisione, offrendo potenziali vantaggi in termini di efficienza energetica e prestazioni in carichi di lavoro misti, che combinano grafica e calcolo computazionale.
È probabile che Google abbia visto in questa architettura un'opportunità per ottimizzare non solo la grafica, ma anche i carichi di lavoro legati all'intelligenza artificiale, sempre più centrali nell'esperienza Pixel. Sebbene il guadagno stimato nelle operazioni di calcolo pure (FMA) rispetto alla GPU del G4 sia modesto (circa il 5%), la capacità di processare più dati con una singola istruzione (SIMD) e un migliore utilizzo della larghezza di banda potrebbero fare la differenza per gli algoritmi di machine learning di Google.
Il Pixel 10 è senza dubbio il Pixel più potente di sempre, ma la strategia di Google conferma ancora una volta di non voler combattere la stessa guerra dei suoi rivali, puntando tutto sull'ottimizzazione e sull'intelligenza del software. Resta da vedere se la scelta di questa nuova GPU si rivelerà azzeccata nel lungo periodo, magari a seguito di aggiornamenti software in grado di sbloccarne il potenziale teorico. Non è però saggio basare un acquisto sulla promessa di teorici e futuri aggiornamenti.
Nell'uso quotidiano, supportato da 16GB di RAM LPDDR5X, il Pixel 10 Pro XL è una scheggia. Le app si aprono istantaneamente, il multitasking è impeccabile e l'interfaccia non mostra mai il minimo tentennamento. Le memorie interne di tipo UFS 4.0 (anche se la variante che sfrutta le zUFS è esclusiva USA) sono finalmente allo stesso livello di quelle montate dai flagship concorrenti.
Il comparto audio ha ricevuto un gradito potenziamento con altoparlanti stereo (superiore e inferiore) migliorati, che offrono un suono più ricco, corposo e con una migliore separazione dei canali, ideale per la fruizione di contenuti multimediali. La connettività è al top, con il supporto al Wi-Fi 7 e il Bluetooth 6, oltre al chip UWB. Ovviamente non manca il supporto eSIM ma, a differenza della variante USA, il nostro modello ha ancora uno slot per la MicroSIM.
Un'ammiraglia potente e con un display così grande e luminoso richiede un comparto energetico all'altezza, e il Pixel 10 Pro XL non delude. Google ha equipaggiato il suo modello di punta con una generosa batteria dalla capacità di 5200 mAh. Nei miei giorni di test, caratterizzati da un uso intenso che includeva navigazione GPS, molte ore di social media, scatti di foto e registrazione di video in 4K, sono sempre arrivato a fine giornata con un margine di sicurezza, spesso con un 20-25% di carica residua.
Certo, una batteria ad alta densità come quelle che troviamo nei concorrenti orientali avrebbe permesso un'autonomia ancora maggiore, ma personalmente mi sento tranquillo nel promettervi che non lo scaricherete mai prima di fine giornata, a meno che non passiate ore su giochi mobile impegnativi. Con un uso blando (poco uso della fotocamera, GPS e senza giocare), due giorni sono praticamente garantiti, almeno con il mio utilizzo.
Quando arriva il momento di ricaricare, il Pro XL mostra un altro dei suoi vantaggi esclusivi. Supporta la ricarica rapida cablata fino a 45W (con un caricabatterie compatibile, venduto separatamente). Nei miei test, ho verificato l'affermazione di Google e lo smartphone riesce a raggiungere fino al 70% in circa 30 minuti, un risultato eccellente che permette di ottenere ore di autonomia in pochissimo tempo.
Ma è sulla ricarica wireless che il Pro XL si distingue veramente. Grazie alla tecnologia Pixelsnap e allo standard Qi2.2, è l'unico della gamma a supportare la ricarica wireless magnetica fino a 25W. Questo è un passo avanti significativo rispetto ai 15W del Pixel 10 e del 10 Pro, e quasi eguaglia la velocità di ricarica cablata di molti concorrenti.
L'IA al servizio dell'immagine perfetta
La reputazione dei Google Pixel è stata forgiata nel crogiolo della fotografia computazionale. Da anni, Google persegue una filosofia chiara: l'hardware di alta qualità è la tela, ma è il software, alimentato da un'intelligenza artificiale all'avanguardia, a dipingere il capolavoro. Il Google Pixel 10 Pro XL rappresenta la più matura e potente espressione di questa visione.
Siamo davanti a un ecosistema di imaging coeso, dove ogni componente hardware è stato scelto e ottimizzato per lavorare in perfetta sinergia con il nuovo Image Signal Processor (ISP) e i modelli di Gemini integrati nel chip Tensor G5. Il risultato è un'esperienza fotografica che non si limita a catturare immagini, ma le interpreta, le migliora e le trasforma, spesso prima ancora che l'utente prema il pulsante di scatto. Che poi questa sia una filosofia con cui i fotografi appassionati cozzano, è un'altra storia.
Per l'utente di riferimento dei Pixel questo sistema va benissimo, perché ha come obiettivo quello di rimuovere ogni barriera possibile tra chi scatta la foto e dei risultati di alto livello, quasi professionali.
Alla base di ogni grande sistema fotografico c'è un hardware solido e il Pixel 10 Pro XL non fa eccezione, offrendo una configurazione versatile.
- Fotocamera Principale: Il cuore del sistema è un sensore da 50 Megapixel con una luminosa apertura ƒ/1.6 e pixel da 1,2μm. Queste specifiche, unite a una stabilizzazione ottica (OIS) ed elettronica (EIS), garantiscono la cattura di una quantità di luce eccezionale, traducendosi in scatti incredibilmente dettagliati e puliti, soprattutto in condizioni di scarsa illuminazione.
- Fotocamera Ultra-Grandangolare: A differenza di molti concorrenti che relegano l'ultra-wide a un ruolo secondario, Google monta un sensore ad alta risoluzione da 48 Megapixel con apertura ƒ/1.9 e un ampio campo visivo di 125,5°. La presenza dell'autofocus è un dettaglio cruciale, in quanto abilita una modalità macro di altissima qualità, permettendo di mettere a fuoco soggetti a pochi centimetri di distanza.
- Teleobiettivo Periscopico: Qui si manifesta la vera potenza "Pro". Troviamo un sensore da 48 Megapixel abbinato a un'ottica periscopica con zoom ottico 5x e apertura ƒ/2.8. Anche questo modulo è dotato di stabilizzazione ottica, indispensabile per ottenere scatti fermi a lunghe distanze focali. L'alta risoluzione del sensore è la chiave per abilitare le straordinarie capacità di zoom computazionale del dispositivo.
- Fotocamera Anteriore: Anche i selfie possono contare su una qualità non indifferente grazie a un sensore da 42 Megapixel dotato di autofocus e un campo visivo ampio, ideale per selfie di gruppo nitidi e ricchi di dettagli.
Sebbene a un primo sguardo la scheda tecnica del comparto fotografico del Pixel 10 Pro XL possa sembrare familiare, riproponendo la collaudata configurazione del modello precedente, la vera evoluzione risiede nel software e nel silicio.
L'esperienza d'uso rivela immediatamente i tratti distintivi dell'elaborazione d'immagine di Google, a partire dalla gestione della luce e del colore. Il sistema HDR del telefono si dimostra magistrale nel bilanciare scene complesse e ad alto contrasto. È in grado di mantenere perfettamente sotto controllo un cielo molto luminoso, preservando al contempo un'abbondanza di dettagli nelle zone d'ombra più scure.
L'aspetto più impressionante di questa elaborazione è la sua naturalezza: il risultato appare bilanciato e realistico, evitando l'aspetto artefatto o troppo processato che affligge molti concorrenti, soprattutto perché non esagera nell'illuminare artificialmente le ombre. La resa cromatica è eccezionalmente accurata e capace di far risaltare i colori più accesi. Un dettaglio tecnico di grande pregio, che denota una calibrazione di livello professionale, è l'assoluta coerenza cromatica tra i diversi obiettivi: passando dalla fotocamera principale a quella ultra-grandangolare non si nota alcuna variazione o slittamento di colore, garantendo un'esperienza visiva uniforme.
In termini di prestazioni sul campo, il Pixel 10 Pro XL eccelle per reattività. Ha dimostrato di poter congelare l'azione con efficacia, catturando i soggetti in rapido movimento senza alcuna traccia di motion blur, facendoli apparire stazionari nonostante la velocità. La nitidezza è una costante in tutte le condizioni: i dettagli sono nitidissimi sia in un primo piano su un soggetto, sia in uno scatto architettonico con il teleobiettivo 5x. Anche le capacità macro sono degne di nota, producendo immagini ricche di dettagli. Per i fotografi più esigenti, la possibilità di scattare in formato DNG RAW offre una discreta libertà d'azione in fase di post-produzione con software come Adobe Lightroom.
Il sistema di zoom, denominato Pro Res Zoom, merita un'analisi a parte. La base di partenza è lo zoom ottico 5x, che produce immagini molto buone. Spingendosi a 30x, l'intelligenza artificiale interviene per sovracampionare i dettagli e migliorare la chiarezza con buoni risultati. È però alle focali estreme, fino a 100x, che si manifesta la vera frontiera della fotografia computazionale: il telefono utilizza l'IA generativa per ricostruire i dettagli persi, rendendo l'immagine finale molto più nitida e riducendo significativamente il rumore digitale che normalmente si presenta a questi ingrandimenti.
Questa tecnologia, seppur impressionante, non è infallibile. Consapevole dei rischi, Google ha implementato una salvaguardia etica fondamentale: questa IA generativa non viene mai applicata ai volti, per prevenire rappresentazioni inaccurate.
Al contrario, i ritratti ad slta definizione a 50MP, funzione esclusiva dei modelli "Pro", sfruttano l'intera risoluzione del sensore principale per creare scatti dai dettagli superiori. Questa modalità offre una gamma dinamica più ampia e un effetto bokeh più naturale, garantendo una flessibilità nel ritaglio e nella stampa superiori.
Sul fronte video, il sistema continua a puntare sull'elaborazione dei server Google grazie alla funzione Video Boost, che applica l'HDR+ ai filmati analizzando ogni singolo fotogramma per ottimizzare colori, luminosità e dettagli, specialmente in scene complesse ad alto contrasto o in penombra. Questa capacità, unita all'upscaling in 8K, trasforma il Pixel 10 Pro XL in uno strumento potente e versatile anche per i videomaker, capace di produrre clip incredibilmente stabili e ricche di informazioni.
Oltre alle funzioni Pro, Google democratizza la fotografia di alta qualità con strumenti intelligenti accessibili a chiunque. La novità più sorprendente è la Guida Fotografica (Camera Coach), in cui l'IA di Gemini si integra direttamente nell'interfaccia della fotocamera. Inquadrando una scena, il sistema fornisce suggerimenti in tempo reale sulla composizione, come seguire la regola dei terzi o raddrizzare l'orizzonte, e suggerisce la modalità di scatto più adatta, trasformando ogni utente in un fotografo più consapevole.
Infine, scattare la foto di gruppo perfetta diventa un gioco da ragazzi grazie a Scatto Migliore Automatico, che cattura una raffica e combina le espressioni migliori in un'unica immagine senza occhi chiusi o sorrisi mancati, e alla funzione Aggiungimi, potenziata per includere facilmente nello scatto anche chi sta scattando la foto, assicurando che nessuno venga escluso dal ricordo.
E, sebbene l'editor di immagini tramite testo su Google Foto non sia disponibile in Italia, Google ha appena annunciato che Gemini è ora in grado di modificare le immagini su richiesta anche nel nostro Paese, di fatto portando le stesse capacità anche nelle nostre mani.
Material 3 Expressive è il cambiamento che serviva
Il Pixel 10 Pro XL arriva con a bordo l'ultima versione di Android 16. L'intera esperienza visiva è stata rinvigorita dal nuovo linguaggio di design Material 3 Expressive, che porta con sé animazioni più reattive, una tipografia più curata e opzioni di personalizzazione inedite.
Tra queste spiccano gli "Effetti Live" per gli sfondi della schermata di blocco, a cui si aggiunge, sui modelli Pro, un nuovo Always-on Display a schermo intero che trasforma il display Super Actua in una cornice digitale discreta ed elegante quando il dispositivo è inattivo. Il risultato è l'esperienza pulita, fluida e intelligente che da sempre definisce i Pixel, con l'assistente IA Gemini ora più che mai integrato nel profondo del sistema.
Il vero cuore dell'esperienza d'uso è l'intelligenza artificiale, spinta dal chip Tensor G5. Google ha svelato un arsenale di funzionalità avveniristiche, come Magic Cue, un assistente proattivo progettato per mostrare informazioni contestuali durante chiamate o chat, come i dettagli di una prenotazione. C'è poi Gemini Live, che permette di utilizzare la fotocamera per dialogare con l'IA e ricevere aiuto su ciò che si sta inquadrando. La funzione più sbalorditiva, quasi fantascientifica, è la nuova Traduzione Vocale durante le telefonate: non si limita a tradurre in tempo reale, ma lo fa replicando il timbro e il tono della voce dell'interlocutore, con tutta l'elaborazione che avviene sul dispositivo per garantire la massima privacy.
Al momento del lancio, ad agosto 2025, molte di queste funzionalità rivoluzionarie, la vera ragion d'essere del Tensor G5, sono assenti o fortemente limitate nel nostro mercato. L'esperienza d'uso di un Pixel 10 Pro XL in Italia è, di conseguenza, un po' meno "magica" di quella promessa. In questo scenario, la garanzia di 7 anni di aggiornamenti del sistema operativo, della sicurezza e di nuove funzionalità assume un'importanza cruciale. Non è più solo un bonus, ma la garanzia fondamentale che il proprio investimento, un giorno, potrà finalmente esprimere tutto il suo potenziale.
Al netto di queste mancanze, l'esperienza quotidiana con il Pixel 10 Pro XL rimane superba e ricca di quelle piccole attenzioni esclusive che mi hanno sempre fatto preferire i dispositivi di Google. Funzioni come Now Playing per il riconoscimento musicale ambientale sono ancora uniche e insostituibili. L'assistente di scrittura integrato in Gboard è stato ulteriormente potenziato, e la dettatura vocale rimane la migliore del settore, anche offline. Persino il Registratore, già ottimo per le sue trascrizioni precise, ora permette di generare musica di sottofondo per le proprie registrazioni audio. A queste si aggiungono novità come la nuova app Diario, pensata per chi ama tenere un diario digitale, e un supporto a RCS che, grazie alla recente adozione da parte di Apple, rende la comunicazione con gli utenti iMessage finalmente quasi senza barriere.
L'esperienza utente su un Pixel è difficile da descrivere a parole: è un insieme di coerenza, intelligenza e cura del dettaglio che, a mio parere, la rende la migliore e più completa nel panorama Android. È il motivo per cui i Pixel rimangono la mia scelta personale e continueranno ad esserlo.
Conclusioni
Dopo averlo analizzato in ogni suo aspetto, è tempo di rispondere alla domanda fondamentale: a chi si rivolge il Google Pixel 10 Pro XL? La risposta non è semplice come potrebbe sembrare. I suoi punti di forza sono innegabili; tuttavia, il dispositivo non è privo di piccoli compromessi sparsi qua e la.
Il profilo dell'utente ideale per questo smartphone è quindi ben definito. È l'appassionato di fotografia che cerca la migliore esperienza "punta e scatta" possibile, un sistema che non richiede competenze tecniche per produrre immagini eccezionali. È l'utente che apprezza un design pulito, un software intelligente e un'esperienza Android pura, con la garanzia di sette anni di aggiornamenti per giustificare l'investimento. È, infine, una persona disposta a investire in un hardware di fascia alta con la speranza, e la fiducia, che Google manterrà la promessa di portare anche in Italia, tramite futuri aggiornamenti, tutta la magia del suo software.
Il Google Pixel 10 Pro XL è un pezzo di hardware magnifico, quasi certamente il miglior smartphone che Google abbia mai costruito e un avversario formidabile per gli iPhone di Apple. È un dispositivo che eccelle in quasi tutti gli aspetti fondamentali dell'esperienza d'uso quotidiana, ma pecca in alcuni dei reparti hardware che per alcuni utenti giustificano una spesa così importante. È uno prodotto pensato per chi privilegia l'esperienza utente sopra ogni altra cosa e per chi crede che uno smartphone debba essere in primo luogo davvero "smart", semplificando la vita in ogni modo possibile.