Huawei, anche Tokyo Electron pronta a sospendere la collaborazione?

Sembra che anche Tokyo Electron abbia deciso di abbandonare Huawei, per evitare di incorrere in sanzioni e incrinare i rapporti con gli Stati Uniti.

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a cura di Salvatore Catalano

Essere inserita in una lista nera del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti potrebbe risultare per Huawei un problema ancor peggiore di quanto non sia già stato finora. Reuters, agenzia di stampa britannica, ha riferito oggi che Tokyo Electron, terzo fornitore mondiale di apparecchiature per la produzione di semiconduttori, sarebbe intenzionate a cessare le proprie attività commerciali con qualsiasi società inserita nella lista nera del governo statunitense.

Il report descrive la decisione di Tokyo Electron come una dimostrazione di solidarietà per i suoi rivali statunitensi. Citando una fonte anonima interna all’azienda “non faremmo affari con i clienti cinesi con cui Applied Materials e Lam Research non possono fare affari”, poiché "è fondamentale per noi che il governo e l'industria statunitense ci vedano come una società giusta e onesta".

Ovviamente è difficile credere a queste parole come giustificazione di una tale scelta, in quanto è molto più probabile, e lecito, pensare che questa decisione di Tokyo Electron possa essere presa esclusivamente per salvaguardare i propri rapporti commerciali con gli Stati Uniti e per non minacciare la sua offerta di beni verso una grossa fetta dei suoi partner commerciali.

Sappiamo bene che in questo momento il divieto imposto da Trump riguarda specificatamente Huawei, ma con l'aumentare della tensione tra Stati Uniti e Cina, altre società potrebbero finire nel mirino del governo americano e finire sulla lista nera. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha già dichiarato un'emergenza nazionale, etichettandola come "dipendenza dalla tecnologia acquistata da avversari stranieri".

Secondo i nostri colleghi americani, non sarebbe una sorpresa se la sua amministrazione decidesse che l'aumento delle tariffe applicate a più beni non sarebbe efficace quanto inserire più società sulla lista nera, e agisse quindi di conseguenza. Queste decisioni hanno già portato molte società statunitensi, da Google a gran parte dell’industria dei semiconduttori, a sospendere i legami commerciali con Huawei.

Come se non bastasse, sembrerebbe proprio che per Huawei i problemi non siano finiti qui: l’essere inserita nella lista nera non ha determinato solo la fine degli scambi commerciali con le società statunitensi che prima collaboravano con Huawei stessa, ma anche quella con società che importano prodotti e proprietà intellettuali dagli Stati Uniti. Ecco perché, prima ARM (britannica) e ora Tokyo Electron (giapponese), hanno deciso di non avere più l'azienda cinese tra i propri clienti, nonostante entrambe si trovino al di fuori degli Stati Uniti.

Infine, Reuters afferma che altre società giapponesi sarebbero già pronte a seguire Tokyo Electron nella decisione di cessare la collaborazione con le società cinesi finite sulla lista nera. Si dice che le compagnie lavorino con il ministero dell'industria giapponese per determinare la linea di condotta appropriata, con un dirigente che riferisce a Reuters che "siamo consapevoli che potremmo trovarci in guai seri se approfittassimo del divieto di esportazione degli Stati Uniti per espandere le attività commerciali con la Cina".