I tablet 3G non li vuole nessuno, basta il Wi-Fi per il divano

Un recente studio conferma dati già noti e supposizioni: i tablet con modulo 3G non interessano quasi a nessuno. I tablet piacciono, almeno l'iPad, ma la connessione Wi-Fi è più che sufficiente.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Solo un tablet su dieci venduti è dotato di modulo 3G, almeno negli Stati Uniti. Lo ha rilevato Chetan Sharma, azienda specializzata in statistica, che in questo modo sembra volerci raccontare come questi dispositivi non sono poi tutto questo concentrato di mobilità come qualcuno potrebbe pensare.

Eppure i tablet piacciono, almeno l'iPad di Apple. Se ne vendono a palate, ma il fatto è che a pochi o a nessuno sembra interessare la connettività su rete cellulare. Perché sono da usare in ufficio, o meglio sul divano mentre si guarda la TV,  tranne che per pochissime persone. Lo studio Chetan Sharma ci racconta una realtà sconvolgente per alcuni, ma piuttosto scontata per altri.

Presentazione in poltrona, niente piazze né autobus

Perché i consumatori preferiscono i modelli con solo Wi-Fi? La prima è più ovvia ragione sta nel prezzo, che tra l'altro spinge la vendita dei modelli con meno memoria disponibile (tipicamente 16 o anche 8 gigabyte). Al prezzo d'acquisto bisogna poi aggiungere un abbonamento di un paio d'anni con un operatore telefonico, un'altra barriera piuttosto rilevante.

E così un compratore che vuole un tablet si chiede se e perché ha bisogno di una connessione 3G. E la risposta è difficile da trovare, considerando che secondo alcune fonti anonime italiane i tablet consumano sì e no 350 MB di dati al mese, circa cento in più del tipico smartphone. Quindi anche chi ha un modello 3G a quanto pare predilige i collegamenti Wi-Fi.

Naturalmente i dati di Chetan Sharma non devono per forza riflettere la realtà italiana, ma non ci sono ragioni per credere che le cose da noi stiano diversamente. Anzi, considerato il successo del Kindle Fire (non disponibile in Italia) si potrebbe anche pensare che negli USA la proporzione di tablet 3G venduti sia anche maggiore che in Italia.

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D'altra parte la natura di un tablet è una questione d'interpretazione, e sta a ognuno di noi decidere se è un oggetto domestico o da trasporto - e in quest'ultimo caso bisogna poi decidere se basta il Wi-Fi oppure no.

I dati sono però inequivocabili: la connessione 3G sul tablet non interessa più di tanto. Il che potrebbe stimolare gli operatori a variare la propria offerta: sarebbe interessante per esempio smettere di vincolare il dispositivo a un singolo abbonamento o SIM, e creare abbonamenti più flessibili. Ci piacerebbe per esempio vedere un piano dati che ci permetta di navigare con un solo abbonamento da tablet, smartphone o chiavetta – con ogni dispositivo che concorre a raggiungere un eventuale limite mensile.

Forse in questi termini un'offerta da 2 GB al mese sarebbe più interessante per i consumatori, che allora troverebbero qualche ragione in più per avere la connessione 3G anche sul tablet. In ogni caso non è detto che un cambiamento nelle offerte telefoniche farebbe la differenza. Per alcuni un iPad è l'oggetto superfluo più utile che ci sia, per altri un vezzo inutile.

Certo è che almeno per gli operatori italiani è probabilmente un bene che i possessori di tablet (e smartphone) non usino eccessivamente le loro reti, già provate da frequenti intasamenti, problemi di copertura, stabilità del segnale e altre amenità.